Da Donna a Dea, lascia emergere la parte più autentica di te
Mamma Natale
Anche se mancano diversi giorni ad Yule, condivido con voi alcuni post al riguardo. Questo, per esempio, parla di Mamma Natale.
Madri Natale
Da molto tempo (vedi l'antico nome germanico del solstizio d'inverno: modranicht “notte delle madri” o “della madre”) alcuni personaggi femminili sono stati associati a questo periodo di Jul/Natale. Si possono distinguere tre principali categorie di “Mamme Natale” che potranno ritrovarsi anche in uno stesso personaggio: le dispensatrici (di regali, di bambini), le condottiere della caccia selvaggia e le filatrici. Le prime due categorie svolgono funzioni assimilabili a quelle maschili. Al contrario, la terza è specificatamente femminile e corrisponde a un'attività arcaica, quella delle donne che tessono la grande tela del destino (destino dei mondi, degli esseri...) e che, di conseguenza, si pongono come ordinatrici o regolatrici del mondo (funzione essenziale). In un certo senso, sono senz'altro manifestazioni di un personaggio sciamanico antichissimo, la vecchia madre delle ossa, che recuperava le ossa degli sciamani smembrati (simbolicamente, in una cornice iniziatica allegorica) dopo la loro iniziazione, e ricostituiva la struttura psicofisica dell'impetrante. Le Norne, queste dee filatrici germaniche, avevano un telaio costituito – si diceva – di ossa. Si noterà che la maggior parte di questi personaggi femminili sono bipolari, poiché presentano aspetti al tempo stesso terrificanti e benefici. Inoltre, anche alcuni tratti del loro aspetto fisico sono spesso mostruosi. In effetti, hanno conservato le caratteristiche precise, bipolari, del loro antico statuto di divinità pagane, non assimilate dal cristianesimo. Le due “Mamme Natale” più rappresentative sono germaniche e si chiamano Holda e Perchta. A volte si confondono, ma la prima appartiene soprattutto al Nord e al Centro della Germania e si manifesta la notte di Natale, mentre la seconda opera soprattutto nel Sud della Germania all'Epifania. Entrambe riuniscono le tre funzioni: distributrice, condottiera della caccia selvaggia e filatrice. Nella Germania centrale, dunque, la personificazione femminile di Natale era chiamata Holda o Holt. In Norvegia, è Huldra o Hulda. Questi nomi sono stati legittimamente accostati alla dea nordica dei morti, Hel, benché Holle sia piuttosto una dea dell'agricoltura in queste regioni. Ma si è visto il legame tra Morte e Fecondità nell'antica tradizione germanica. D'altronde , si è fatto di Holle, come di Odino-Wotan, una cacciatrice, una condottiera della caccia selvaggia, o almeno un membro della schiera di Wotan nella forma di “Dama Bianca”. E' il caso della Huldra norvegese. Ed è probabilmente Frau Gode o Wode (esplicitamente, Wode è un nome di Wotan), una cacciatrice di Mecklembourg, che cavalca un cavallo bianco (come il dio) accompagnata da una muta di mastini e di altre bestie selvagge. Logicamente, è stata assimilata, in particolare dai predicatori cristiani, a Diana cacciatrice che in Omero appare con il nome di Agrotera, cioè “quella delle bestie selvagge”. Ma torniamo a Holda nella veste di dea dell'agricoltura. In Francia, è Abundia (Habonde, in Jean de Meung) o Satia, e in Italia è Richella: questi tre nomi significano “Abbondanza”, vocabolo idoneo a una dea dell'agricoltura. Nel XIII secolo, Guillame d'Auvergne raccontava già che le “Signore della Notte”, guidate da Domina Abundia o Satia, si libravano nell'aria e invadevano le cantine dove mangiavano e bevevano, ma in cambio portavano la prosperità alla casa. Così, malgrado la sua appartenenza alla caccia selvaggia e alcuni tratti tenebrosi, Holda è davvero una dea protettrice. (La vera storia di Babbo Natale – Arnaud D'Apremont)
Disegno: R. J. Lalique