Laura la Barbera

L’uomo che ha creato una lampadina che dura tutta la vita non trova nessuno che commercializzi la sua invenzione

2019-08-27 20:34:42

In una caserma dei vigili del fuoco in California, negli Stati Uniti, c’è una lampadina che brilla ininterrottamente dal 1901. Si tratta di una peculiarità che attira l’attenzione dei visitatori, i quali si interrogano su come possa essere in funzione da così tanto tempo.

Benito Muros, un ingegnere catalano, venti anni fa fece un viaggio negli Stati Uniti dove venne a conoscenza della storia di questa lampadina e ne rimase impressionato. L’ingegnere, a quel punto, si ripromise di ottenere lo stesso risultato: “In quel momento decisi che avrei provato a costruire una lampadina senza obsolescenza programmata“.

Le lampadine moderne hanno una vita media di 2000 ore se alogene, o di 25000 se a LED. Questo perlomeno è quello che risulta sulla carta, dato che molte associazioni dei consumatori affermano che solo il 16% di queste ultime supera le 10000 ore di luce.

Ad oggi, la società di Benito Muros, Light & LifeTechnology, ha ricevuto la certificazione dall’agenzia tedesca TüvRheinland come azienda che progetta e sviluppa lampadine completamente prive di obsolescenza programmata. Come afferma l’impresario, il suo prodotto è un po’ più caro, il suo prezzo si aggira intorno ai 25 euro, tuttavia, consuma meno energia, si può riparare ed ha una durata media di 85000 ore.

Questa particolare lamapadina è stata realizzata in alluminio puro, a differenza di quelle che si possono trovare attualmente in commercio per le quali viene utilizzata la plastica termica, la quale porta ad una riduzione della loro durata.

La società attualmente non produce le lampadine, anche se si possono ordinare dal loro sito internet. Questo perché non dispongono dei mezzi economici sufficienti per una produzione su vasta scala.

“Per questo, prima chiediamo che ci venga corrisposto il prezzo al quale viene applicato un grande sconto, per poi fabbricarle e consegnarle, si tratta di una specie di crowfunding“, ha affermato Muros.


Benito Muros racconta anche di aver subito una campagna diffamatoria e di aver deciso di rifiutare l’offerta di un’azienda americana, nonostante questa sia interessata a distribuire il suo prodotto in tutto il mondo. Il motivo del rifiuto è molto semplice, dopo la firma, la società non sarebbe più controllata dall’ingegnere, dato che oltre il 50% dell’azienda finirebbe in mano alla gestione americana, la quale potrebbe anche cambiare il progetto e lui non avrebbe più nesssuna voce in capitolo.

L’uomo dichiara inoltre che nessuna catena di negozi era disposta a commercializzare queste lampadine, nonostante nel 2016 due aziende catalane fossero disponibili ed interessate alla loro produzione.

La sua invenzione ha però ottenuto molti riscontri positivi sul web, questo grazie ad un’intervista che TVE gli fece nel 2012 e che è divenuta virale su Facebook solo quest’anno, raggiungendo oltre 330 mila like.

Dopo i risultati ottenuti dal video, ha ricevuto le richieste di alcuni distributori e gli è stato persino proposto di vendere i suoi prodotti attraverso la piattaforma di “Amazon”. Tuttavia, l’azienda non ha i mezzi per produrre le lampadine, per questo avrebbe bisogno di un’impresa più grande che possa investire.

Per il momento Benito Muros è presidente dell’associazione Feniss, un’organizzazione che lotta contro l’obsolescenza programmata, la quale cerca di estendere questa filosofia anche ad altri prodotti, come ad esempio l’abbigliamento. Questo è il motivo per cui Feniss offre un sigillo chiamato ISSOP a tutte le aziende che soddisfano una serie di criteri, come una durata specifica o il fatto che il prodotto sia riparabile.


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