Laura la Barbera

Insegna ai bambini come pensare, non a cosa pensare.

2019-07-28 11:20:58

Educare non significa creare, bensì significa aiutare i bambini a creare se stessi.

L’autodeterminazione è la garanzia del fatto che, nonostante le scelte, saremo noi i protagonisti indiscussi della nostra vita. Potremo sbagliarci, è vero, anzi è molto probabile che accadrà, però sapremo imparare dai nostri errori e continueremo per la nostra strada, arricchendo il nostro bagaglio di sapere che ci accompagnerà per tutta la vita.

Sotto il punto di vista cognitivo, non esiste nulla di più impegnativo che dover affrontare dei problemi o commettere degli errori, in quanto non solo viene richiesto un grande sforzo fisico e mentale, ma comporta anche un processo di cambiamento e di adattamento. Quando ci ritroviamo a dover affrontare un problema si mettono in moto tutte le nostre risorse cognitive e, spesso, capita che la soluzione implichi una riorganizzazione dei nostri schemi mentali.

Per questo, se invece di fornire delle verità assolute ai bambini li sottoponessimo a delle sfide, di modo da farli pensare con la propria testa, potenzieremmo la loro capacità di osservazione, di riflessione e di prendere delle decisioni in autonomia. Se, invece, insegnamo ai bambini ad accettare e basta, senza pensare, ogni informazione che riceveranno non sarà significativa e non produrrà cambiamenti importanti nel loro cervello, ma rimarrà semplicemente immagazzinata da qualche parte nella loro memoria, dove piano piano svanirà.

Al contrario, quando pensiamo a come poter risolvere un problema, o quando cerchiamo di capire dove stiamo sbagliando, si innesca un processo che comporta una crescita. Quando i bambini si abituano a pensare, a mettere in discussione la realtà ed a trovare delle soluzioni per se stessi, cominciano ad avere fiducia nelle proprie capacità ed affrontano la vita con più sicurezza e meno timori.

I bambini devono avere la possibilità di trovare il proprio modo di fare le cose, devono dare un senso al proprio mondo e, piano piano, formare i propri valori.

Come riuscirci?

Alcuni test eseguiti negli anni ’70 alla University of Rochester di New York ci offrono alcune piste. Questi psicologi hanno lavorato con diversi gruppi di persone ed hanno scoperto che le ricompense possono motivare solo fino ad un certo punto; inoltre, quando si tratta di compiti ripetitivi e noiosi l’efficacia delle stesse può addirittura arrivare ad essere controproducente se le cose che si devono affrontare richiedono riflessione e pensiero creativo.

È interessante notare che, durante le ricerche, le persone che non hanno ricevuto premi hanno ottenuto risultati migliori nella risoluzione di problemi complessi. In alcuni casi, queste ricompense hanno fatto in modo che le persone cercassero delle scorciatoie ed assumessero dei comportamenti poco etici, in quanto l’obiettivo era quello di risolvere il problema solo per ottenere la ricompensa.

I risultati di questi test hanno portato lo psicologo Edward L. Deci alla sua teoria dell’autodeterminazione, secondo la quale per motivare le persone ed i bambini a dare il meglio di sé non è necessario ricorrere a ricompense, bensì è sufficiente offrire un ambiente adeguato che soddisfi questi tre requisiti:

1# Mostrare fiducia, di modo che possano sentire di avere già una certa competenza per non generare frustrazioni o ansie esagerate.

2# Lasciare spazio, perché possano godere della propria autonomia, di modo da poter trovare nuove soluzioni ai problemi per poi metterle in pratica e per far sentire loro che hanno il completo controllo.

3# Essere disponibili, di modo che possano interagire per sentirsi supportati e parte del gruppo.

Di seguito è possibile vedere un interessante corto Pixar che descrive esattamente l’importanza di dare ai bambini l’opportunità di trovare la propria strada, senza dare loro risposte e soluzioni predefinite.

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