Laura la Barbera

Grazzano Visconti: il borgo italiano in cui tutto sembra uscito da una favola

2019-07-20 11:34:40

L'Italia è un paese che diversamente dagli altri è ricco di borghi, paesi e attrazioni di ogni tipo in tutta la sua estensione: c'è possibilità di lasciare i luoghi turistici più rinomati per perdersi in una costellazione di piccoli villaggi che sorprendono al pari dei più famosi capoluoghi.

Vale la pena, nel caso dell'Italia, lasciare le strade principali per avventurarsi verso mete meno note ma non meno meravigliose.

Perdendosi di qua e di là si può giungere al magico borgo di Grazzano Visconti: un villaggio nel comune di Vigolzone, a pochi chilometri da Piacenza. 

La storia di Grazzano è legata alla figura del noto regista cinematografico e teatrale Luchino Visconti: fu il padre di Luchino, il Duca Don Giuseppe Visconti, a decidere di far ristrutturare quello che era diventato il rudere di un castello dall'antico splendore.

La ristrutturazione ebbe inizio nei primi anni del '900, a secoli di distanza dall'anno della fondazione di Grazzano, il 1395, sancita da una lettera di donazione del terreno a Beatrice Visconti da parte del fratello Galezzo Visconti Signore di Milano. 

La ristrutturazione ex novo.

Don Giuseppe decise di trasformare il vecchio e decadente borgo in un piccolo paese dall'atmosfera magica: ci riuscì costruendo ex-novo tutto il villaggio attorno al castello di Grazzano, anch'esso restaurato, totalmente in stile neomedioevale: del precedente villaggio fu conservata solo la Chiesetta di Sant'Anna, oggi cappella privata della famiglia Visconti, risalente al XVII secolo. 

Il parco e la leggenda di Aloisa.

Attorno al castello e al borgo si estende un parco ricco di meraviglie: anche qui Don Giuseppe Visconti portò il suo gusto dell'architettura classica e medioevale, spargendo qua e là fontane, giardini all'italiana, pergolati e labirinti. 

Attorno al parco è legata una leggenda: si dice che nel villaggio visse anticamente una giovane donna di nome Aloisa che trascorse i suoi ultimi giorni nel dolore per il tradimento dell'amato. Si narra che da allora l'anima di Aloisa vaghi nel parco, alla ricerca di quella gentilezza che a lei fu negata. Pare che anche Don Giuseppe in persona ebbe un incontro ravvicinato con lei: un giorno, nel parco, gli si materializzò davanti e lo costrinse a farle dei dipinti ed una statua tutt'ora visibile nel parco.

Grazie alla leggenda, oggi Aloisa è la protettrice degli innamorati che visitano il borgo: è tradizione che le coppie che visitano il luogo portino un mazzo di fiori da sistemare ai piedi della statua nel parco, in cambio di protezione. 

Visitando il villaggio si possono notare stemmi e incisioni che riportano una scritta Otla.ni.adrang.e.enetapipmi: si tratta di una frase scritta al contrario (Impipatene e gnarda in alto) che parrebbe voler dire qualcosa del tipo "Fregatene e guarda in alto".

Oggi il borgo merita una visita non solo per le diverse case e costruzioni in stile medioevale, ma anche per i numerosi negozi e botteghe di artigianato che animano il centro. È visitabile anche il palazzo dell'istituzione, un edificio inizialmente destinato ad accogliere una scuola di arti e mestieri per i giovani, ma che oggi ospita un museo.