LA SALUTE PROIBITA

l'antidoto universale

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l'antidoto universale

Carne sintetica? No grazie!

2022-12-31 12:05:19

Occorre ridurre drasticamente gli allevamenti intensivi, puntando su quelli estensivi e biologici. Alla fine, però, ad orientare l’industria saranno i consumatori, perché sono loro a decidere cosa mettere nel piatto. 

Che siano i consumatori a orientare l’industria è corretto, ma come potrà avverarsi se si continuerà a vedere pubblicità martellante, invitando di mangiare cibo sintetico e/o a base di insetti proposto dalle multinazionali che hanno in mano l’informazione e i soldi per farla? Oggi il business del cibo sintetico è in mano alle multinazionali dell’agroalimentare, tra cui Cargill, Unilever, Tyson Foods, JBS e Nestlé” La denuncia arriva dal giornalista Gilles Luneau che, attraverso un’inchiesta pubblicata nel suo libro “Carne artificiale? No, grazie”, punta il dito contro le lobby del cibo in provetta e parla degli interessi che si celano dietro la progressiva ‘chimicizzazione’ di quello che mangiamo. “Decine di miliardi di dollari passano dalle casse di fondazioni, organizzazioni, multinazionali alimentari e big company della tecnologia, oltre a quelle delle startup. Pur non essendo ancora commercializzata, tra il 2015 e il 2019 la carne coltivata ha attirato 155,3 milioni di dollari di investimenti”

Fonte dataroom Corriere della sera

“Alla base di tutto ci sono attivisti vegani, alcuni dei quali appartengono alla categoria dei biohacker e dei transumanisti che sfruttano l’impatto ideologico e consumistico. C’è una vera e propria strumentalizzazione del malessere e del disagio degli individui, in particolare dei più giovani, davanti ai danni (climatici, ambientali, sanitari, etici) dell’agricoltura industriale.


A queste generazioni disorientate che devono affrontare le nuove sfide, la lobby delle biotecnologie industriali fornisce una soluzione individualista: cibi high-tech. Per la prima volta nella storia umana possiamo nutrirci senza dipendere dalla natura, senza contadini, solo con fabbriche e robot. Però smettere di allevare il bestiame libera la terra, ma anche altri appetiti finanziari. È una massiccia offensiva economica, su scala mondiale”.


Il “cibo spazzatura” termine con il quale veniva definito lo scatolame e il confezionato in genere, venduto nei supermercati, già negli anni settanta. Allora io e la famiglia eravamo già vegetariani e consumatori del bio. Ma gli “altri” vedevano di malocchio le nostre scelte alimentari e ci guardavano con disprezzo. 

Ma poi le cose cono ulteriormente peggiorate da allora e la china discendente della qualità è stata terribile. Oggi in America arrivano a dire che si mangia plastica. Anche se forse non è così da noi, poco ci manca.

Generalmente il cibo in America è così cattivo che è letteralmente a una molecola dall'essere pura plastica. Formaggio di plastica, riso di plastica, carne incollata, latte artificiale con più ferro di un'impresa edile e ovviamente è tutto approvato dalla FDA. Sono i crimini contro l'umanità ciò con cui queste corporazioni riescono a farla franca.

Ecco che è assolutamente necessario informare il popolo a partire dal basso, creando delle economie circolari attraverso piccole comunità dove potranno acquisire consapevolezza allargandosi sempre di più attraverso incontri con esempi pratici e di laboratorio sulle differenze del cibo sintetico rispetto quello sano e tradizionale e facendo vedere la composizione e come viene prodotta, ma soprattutto spiegare i rischi che si va incontro assumendo questo cibo sintetico a base di ormoni che nel tempo non sappiamo quali danni può portare al nostro organismo attraverso la probabile modifica del DNA.

PER QUESTI MOTIVI NASCE IL PROGETTO AGRO-ALIMENTARE “Uniti per vivere meglio”  PER ORA IN UMBRIA.

è un processo partecipato con i consumatori e produttori locali: ha l’obiettivo di trovare modi innovativi per “nutrire meglio i consumatori nella nostra città". Un tavolo di lavoro dove possono partecipare tutte le persone interessate alla filiera del cibo, dove si confrontano esperienze e visioni attorno al cibo, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione degli attori del sistema agroalimentare e affrontare insieme le sfide dell’agricoltura per il futuro del pianeta.