La parola Kiai è composta dalle due lettere Kanji giapponesi: Ki (気) e Ai (合)
· Ki (気) – significa spirito, mente, energia, forza
· Ai (合) – è una contrazione del verbo “Awasu” che letteralmente significa “unire”.
Quindi la parola Kiai significa “Unione dell’energia” oppure “Spirito unito”.
Ti faccio notare una bellissima cosa. Se analizzi i kanji giapponesi di KIAI noterai che se li inverti ottieni AIKI. Come sai dai miei articoli DO significa “via” pertanto unendo le due parole otterrai AIKIDO.
Ti ricorda qualcosa? Ebbene l’AIKIDO è un’altra arte marziale giapponese che si fonda sull’unione di spirito ed energia.
Caro karateka, caro appassionato, caro lettore quando emetti un KIAI non emetti solo un urlo ma stai liberando la tua energia immagazzinata dopo averla “compressa” nel tuo corpo.
Ti sarà capitato tante volte di portare tuo figlio in palestra a fare Karate e sentire degli urli. Ti sarà capitato tante volte come Karateka alle prime armi di esserti trovato in imbarazzo nel sentire le i karateka più avanti nel percorso nel fare un KIAI durante un allenamento
Tutti i Karateka sono passati dalla fase in cui emettere un urlo al culmine di una tecnica gli sembrava ridicolo. E’ successo anche a me fino a quando, con gli anni di pratica, non ho capito la vera essenza del KIAI.
Ma allora cos’è veramente il KIAI? Non è di sicuro un urlo, bensì pura energia.
Per imparare ad eseguire un buon KIAI è necessario contrarre l’addome in particolare usare un muscolo chiamato muscolo trasverso. Tale muscolo, attraverso la sua contrazione è in grado di “livellare” la parete addominale. E’ un muscolo che usiamo tutti i giorni nella vita quotidiana. Tale contrazione deve avvenire con nel giusto momento (culmine della tecnica) pertanto il timing è fondamentale. Devi pensare che durante la massima espressione di potenza, la tecnica va eseguita con il pensiero dell’Ikken Hissatsu ed è per questo che è indispensabile questa contrazione.
Per allenare il Kiai non è assolutamente necessario urlare.
Dobbiamo imparare ad usare il muscolo trasverso emettere una espirazione forzata con il muscolo trasverso. Occorre imparare a respirare e muoversi con l’addome retratto grazie al suddetto muscolo.
PASSI per l’esercizio
BRAVO/A !!!!!! Hai eseguito il tuo primo vero KIAI!
Durante una lezioni di Karate il Maestro (Sensei) chiede di fate il KIAI alcuni momenti specifici per esempio al termine di una serie di KIHON oppure nei particolari momenti del KATA. I Karateka fanno il KIAI anche durante il KUMITE. Poiché il KIAI è il culmine di una tecnica, lo puoi mettere dove vuoi durante un allenamento. Con il tempo vedrai ti verrà spontaneo farlo.
Per approfondimenti KIHON, KATA, KUMITE ti suggerisco di vedere le 3K del KARATE.
Maestro (Sensei) ma devo urlare?
Mestro mi vergogno!
È normale vergognarsi un pochino per un urlo. Sin da piccoli siamo giudicati quando urliamo. Immagina di fare il KIAI contro nessuno. Per vincere questa inibizione è necessario esercitarsi, magari a casa, magari da soli, o in un posto dove posso nessuno può sentirci e dove si può urlare senza essere giudicati. Le lezioni di allenamento con i compagni ti aiuteranno. Il tuo urlo verrà mascherato dai tuoi compagni.
Maestro ma devo dire KIAI-I-I-I-I?
No caro piccolo samurai. . . Devi emettere un tuo suono, il KIAI è il tuo. KIAI deve essere il nome della tecnica che utilizza la tua voce come concentrazione dell’energia.
Maestro se faccio tanti KIAI mi fa male la gola?
No, semplicemente perché il KIAI non si emette con un suono dalla gola. Noterete che i soprani, i tenori e in cantanti di professione utilizzano il diaframma durante la respirazione, usando i muscoli addominali e intercostali per espellere l’aria controllandone il flusso.
Occorre imparare ad usare il KIAI con intelligenza affinché diventi un vantaggio per noi e non uno svantaggio.
Abusare del KIAI non va assolutamente bene perché rischiamo
Pertanto, occhio! prima di usare il KIAI, pensa!
Secondo me SI!
Ecco alcuni esempi
Avete mai visto la schiacciata di una pallavolista? oppure un dritto di un/a tennista? Il salto in atletica? Il lancio del peso? Il lancio del giavellotto? Una chiusura di un attacco di volley? Durante un sollevamento pesi?
Non siamo gli unici a concludere un gesto motorio con un urlo, KIAI esiste in molti sport!
Nel 1970 il psicoterapeuta Arthur Janov introdusse in ambito psicologico la terapia dell’urlo.
Ecco i principali benefici dell’urlo per il nostro benessere psico-fisico:
- Fa bene alla salute: urlare abbassa la pressione arteriosa. Ci libera dalle tossine nocive e ci fa acquisire il buon umore;
- È liberatorio: urlare ci fa sentire leggeri perché ci fa dono di consapevolezze nuove su noi stessi, sulle nostre emozioni e sentimenti. Ci permette di essere più lucidi e obiettivi. Ci guida nell’elaborazione di decisioni concrete e sagge. Ci libera da paure e frustrazioni