Ivan Ferrari

Top Founder Senior

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è grazie a un Ligure che oggi possiamo gustare il cioccolato.

2019-04-29 14:44:37

27 dicembre 2016 - Secondo le stime degli storici, il primo contatto tra un europeo e la fava del cacao ebbe luogo il 13 agosto 1502 al largo dell'Isola dei Pini (Isla de los Pinos, oggi Guanaja, nell'arcipelago delle Isole della Bahía, a circa 70 km dalla costa a nord dell'Honduras). Fu un incontro

incontro fortuito tra una canoa maya e una nave spagnola, in cui un ragazzino di quattordici anni osservò con stupore come alcuni commercianti appartenenti a quell'antica civiltà mesoamericana si affrettavano a raccogliere delle "mandorle" che gli erano cadute sul ponte della nave dove il giovane stava viaggiando.

Il ragazzo era Fernando Colombo, secondogenito di Cristoforo Colombo, nato dall'unione con Beatriz Enriquez de Arana, che accompagnò il padre nell'ultimo viaggio, durante il quale l'esploratore genovese giunse alle coste della terraferma centroamericana (1502-1504).

STORIA DEL CIOCCOLATO: LA BEVANDA AZTECA CHE CONQUISTÒ GLI SPAGNOLI

E’ proprio durante la campagna militare del 1519 che i conquistadores spagnoli compresero l’importanza del ruolo del cacao nell’economia e nella società azteca: oltre ad essere utilizzati come monete e come base per cosmetici, i preziosi semi di cacao erano soprattutto adoperati nella preparazione di una bevanda dalle proprietà energetiche e rivitalizzanti, la xocolatl.

Importata in Europa con il nome spagnolo chocolate, questa bevanda divenne da subito fondamentale per la salute dei coloni europei (in particolar modo per le donne) che faticavano ad abituarsi al clima tropicale del luogo.

Ma quale era la ricetta di questa prima bevanda a base di cacao? Grazie ad alcune fonti storiche, possiamo averne un’idea.

LA RICETTA DELL’ORIGINARIA XOCOLATL

Una delle principali fonti letterarie sulla storia del cioccolato, è da ricondurre a un testo di Bernardino de Sahagun, un missionario spagnolo, inviato a Tlatelolco per insegnare il latino ai figli dei nobili aztechi.

Nell’opera enciclopedica Historia general del las cosas de Nueva España Sahagun l’autore, illustrando le tradizioni e la cultura azteca, ci descrive per la prima volta la ricetta utilizzata dalle popolazioni indigene per la preparazione della cioccolata da bere.

La macinazione dei semi, la dolcificazione con il miele, la colatura e, infine, l’aggiunta di acqua rossa: ecco le fasi principali per l’originale bevanda azteca, descritte da Sahagun.

LA MACINAZIONE:

«Chi vende cacao da bere prima lo macina, in questo modo, che all’inizio solo scheggia o schiaccia i semi; la seconda volta vengono macinati un po’ di più; la terza e le volte successive più macinati, mescolati con grani di mais cotto e lavato; e così macinati e mescolati si aggiunge acqua in un contenitore. Se se ne aggiunge poca, viene un buon cacao, e se molta, non fanno schiuma».

LA COLATURA:

«E per farlo bene si fa e si osserva quel che segue, conviene sapere che si cola: dopo averlo colato si alza perchè ricada, e in questo modo si alza la schiuma e si mette da parte; e alle volte si addensa molto; si mescola con acqua calda dopo averlo macinato. E chi lo sa fare bene, vende un buon cacao e tale che solo i signori lo bevono: soave, spumoso, vermiglio, rosso e puro, senza troppo residuo».

LA DOLCIFICAZIONE:

«Alle volte ne fanno dei tipi aromatizzati e anche con miele d’api e alcune con acqua rossiccia. E il cacao che non è buono ha molto residuo e molta acqua e non fa schiuma, ma solo qualche sputo».