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Bentrovati amici della Plebe, come avviene ormai di consueto, è d'uopo rendere edotto il nostro fantastico pubblico circa i particolari storici che, Sua Eminenza "Luccifugo Rofocalae", suole di tanto in tanto rivelare a noi profani; non per pigrizia, né tantomeno per dimenticanza, piuttosto...
Bentrovati amici della Plebe,
come avviene ormai di consueto, è d'uopo rendere edotto il nostro fantastico pubblico circa i particolari storici che, Sua Eminenza Luccifugo Rofocalae, suole di tanto in tanto rivelare a noi profani; non per pigrizia, né tantomeno per dimenticanza, piuttosto direi (e probabilmente solo in questo caso) a causa della sua di lui leggendaria riservatezza e scorno nel render pubblico un evento nefasto occorsogli in prossimità dell'inizio dei tempi.
Ciò che Sua Grazia Luccifugo ha lasciato incautamente trapelare riguarda, ahimè, il mancato adempimento di un patto stipulato a suo tempo con un certo "Luca Vinotti" (Vedi foto) che pare esser stato il suo primo adepto e discepolo al quale cangiò il nome, nel corso dell'indispensabile rito d'iniziazione, in "Lucignolo Beòni".
Lungi da me il voler sentenziarne le cause, m'atterrò a quanto Sua Eccellenza volle confidenzialmente riferirmi nottetempo in occasione della fausta congiunzione tra Giove e Saturno, infatti, come pochi savi sanno, tale evento va a neutralizzare il naturale contrasto ch'esiste tra i due pianeti ed è solamente in questi particolari e rari momenti che Sua Maestà si lascia sovente sopraffare da sollazzi e pettegolezzi di vario genere, come se le mancate attività planetarie gli conferissero una sorta di inebriante torpore, portandolo così a svelare taluni segreti a dir poco sconvenienti.
Bando alle ciarle adunque e andiamo a cominciare:
"Luca Vinotti" fin da fanciullo dimostrò sempre un alto grado di curiosità e ben presto si palesò avvezzo all'apprendimento di molteplici arti ed esperto nella pratica delle occulte conoscenze. Un bel giorno decise di sperimentare l'arte segreta dell'evocazione. Tracciò dunque un circolo al suolo in prossimità d'un crocicchio portando seco una gallina nera e, dopo averla sgozzata, la offrì in sacrifizio alle Silfidi attendendo di ricevere preziosi consigli riguardo la ricerca ed il ritrovamento di un tesoro sepolto.
Avvenne che, quando le Silfidi accorsero numerose per banchettare in grazia dell'avicola offerta, Sua Magnificenza "Luccifugo" trovavasi a passare casualmente colà e notò, con suo grande stupore, l'indomita determinazione del "Vinotti" nel comandare le suddette Silfidi nonostante la giovine età. Questo notevole fatto non passò tosto inosservato agli occhi di Sua Eccellenza e per questo motivo, dopo aver scacciato le Silfidi, decise di fare un patto con "Luca Vinotti" secondo i seguenti termini: abbandonare la ricerca del tesoro in cambio dell'immortalità.
Da quel momento il giovane "Lucignolo Beòni" al secolo "Luca Vinotti", prese lezioni di magia da Sua Altezza "Luccifugo Rofocalae" ogni giorno per secoli e secoli divenendone il discepolo prediletto, ma come non di rado avviene, l'allievo stava superando il maestro. Così, durante un viaggio extracorporeo in altri mondi, "Lucignolo" si ricordò dell'antico patto e volle conoscere il vero motivo per cui il Maestro decise di barattare quel tesoro nascosto con la sua immortalità. Cosa ci sarebbe stato mai di più prezioso dell'immortalità? Che forse quel tesoro gli avrebbe conferito poteri inimmaginabili?
Oramai "Beòni" aveva già deciso e, di nascosto, ordinò agli spiriti elementali di svelargli punto il luogo esatto in cui il tesoro giaceva sepolto. Gli spiriti, ad egli soggetti ed intimoriti, lo condussero colà immantinente acciocché "lucignolo Beòni" potesse senza sforzo impadronirsene. Malauguratamente però, non avendo "Beòni" fatto i conti con l'onniscienza del suo Maestro, se lo trovò dinnanzi poco prima d'arrivare e non vi dico la ferocia e l'efferatezza della punizione che il povero "Lucignolo" dovette timidamente subire.
Ormai esausto e privato dei suoi poteri, "Lucignolo Beòni" attendeva in cuor suo, con rassegnazione e mestizia, il colpo di grazia che lo avrebbe annullato per sempre, ma "Luccifugo Rofocalae" aveva invece pensato per lui una punizione terrificante di gran lunga peggiore persino delle pene eterne dell'averno: lo condannò alla prelazione forzata, cioè ad essere prete fino alla fine dei tempi.
Oggi Don "Lucignolo" pare trascorrere gran parte delle sue giornate tra cappelle, chiese, curie e canoniche, ma c'è chi giura d'averlo veduto persino in Vaticano. Comunque stiano i fatti, noi Plebei sappiamo benissimo che, allorquando glie ne capita l'occasione, Don "Lucignolo Beòni" appare durante i nostri concerti nell'unico momento in cui "Luccifugo" è obbligato a presentarsi, e lo fa solo per il gusto di ferirlo con l'unica arma che attualmente possiede: il crocefisso!
Questo è quanto amici della Plebe. Adesso ne sapete un po' di più, ma continuate a seguirci affinché possiate godere tutti delle prossime novità che ancora hanno da venire.