DALLA PREISTORIA AD OGGI ABBIAMO SEMPRE TRATTEGGIATO SUL CORPO CIÒ CHE NON SI DICE
Dalla preistoria ad oggi abbiamo sempre tratteggiato sul corpo ciò che non si dice. Per adescare, corteggiare, comandare, spaventare e per venerare.
O anche solo per ricordare......
.... Non abbiamo la coda del pavone, dentro le grotte e sotto le capanne ci siamo fin da subito disegnati l’istintuale richiamo sessuale addosso, sulla pelle.
- Il nostro olfatto non è affinato né raffinato, territorio e supremazia li abbiamo marcati chiari a fior di epidermide.
- Non abbiamo occhi di gatto né vista da lince, abbiamo usato i colori di bacche ed erbaggi per strappare all’ombra della notte e alla nebbia della lontananza il profilo dei nostri corpi, vena su vena, muscolo a muscolo.
Si dice che noi umani non siamo nati per questa nostra terra madre, che siamo tutti, l’intera nostra razza, inadeguati a lei.
Che non abbiamo unghie per artigliare nella caccia, zanne per sbranare con lo strappo, che non abbiamo pelo per schermare il clima e le sue schegge, non la potenza di quattro arti a terra nella fuga e nell’inseguimento, che non abbiamo alcuna facoltà camaleontica, non ali pinne e code che ci sollevino spingano ed orientino.
Corpi nudi, sì, fragili, inadatti, in bilico perenne nell’elevazione, ma con un’anima dai mille e più colori ed una mente suo sapiente pennello.
E allora ce lo siamo scritto in corpo. Che siamo qui, a vivere ed osare, andare oltre, amare, riscattare, a ricordare e progredire.
Anche ad imprecare.
A pregare.
Simboli ed emblemi, parole e volti e immagini, corpi celesti astrali e familiari, abbiamo messo tutto allo scoperto, a fil di pelle, perché sia chiaro all’universo intero che, pur se non adatti, è qui che vogliamo essere.
Piedi nella terra a dialogar col cielo.Con le bacche, con l’henné e con l’inchiostro è da sempre l’eros che ci stampiamo in corpo.
Pulsione ad amare, pulsione a rischiare, pulsione a sperimentare, superare, scoprire, imparare, pulsione a sfidare. Il nostro istinto primordiale.....