Moda & Bellezza
Pane e Libertà, il ricordo di due comparse: “l’emozione del set e il carisma di Favino”
Girata in Puglia, soprattutto a Gravina e Cerignola, la fiction “Pane e Libertà” sulla vita di Giuseppe Di Vittorio è stata trasmessa per la prima volta in tv nel 2009. Circa un anno prima, alle riprese della pellicola, hanno partecipato alcune comparse “locali”.
Abbiamo voluto ricordare questa esperienza insieme a due dei cerignolani che, nell’ottobre 2008, sono stati selezionati per interpretare il ruolo di comparse: e lo facciamo proprio oggi che Rai Uno trasmette in prima serata il film sul grande sindacalista e padre costituente Di Vittorio.
Massimo Traversi è un infermiere con la passione per il teatro e il cabaret. Ha infatti partecipato ad altre commedie locali e anche ad alcuni programmi televisivi. Ci racconta l’esperienza sul set di “Pane e Libertà” con molto piacere.
“Pane e Libertà” è l’istantanea perfetta di un uomo coraggioso, fiero della sua terra e dei suoi simili. Sono orgoglioso, come tanti altri miei concittadini, di aver preso parte alle riprese di una fiction di successo, che a distanza di anni è ancora attuale, come lo è la figura del sindacalista Giuseppe Di Vittorio. Di quei giorni trascorsi sul set resta un ricordo indelebile nella mia mente”, esordisce Massimo, che da sempre ha la passione della recitazione.
R: Cosa ricordi in particolare dell’esperienza come comparsa nel film dedicato interamente alla vita di Giuseppe Di Vittorio?
MT: Ricordo, nello specifico, un Pierfrancesco Favino agli inizi della sua carriera, serio, professionale, talentuoso. Durante la scena di un comizio che Di Vittorio teneva nelle campagne cerignolane (scena particolarmente toccante per l’intensità del testo), Favino fermò improvvisamente le riprese infervorandosi giustamente contro due comparse che scherzavano tra loro e creavano scompiglio. Favino sottolineò con una frase intensa e lapidaria l’essenza di quel momento che non poteva essere rovinata.
R: C’è qualche episodio divertente o esilarante che ti fa piacere ricordare?
MT: Sì. C’è una parola che tutt’oggi, se la sento, mi fa ancora sbellicare dalle risate. Si tratta di “scaccia corvi”, e veniva pronunciata dall’attore che interpretava il caporale di Giuseppe Di Vittorio ragazzino. L’attore, che non era pugliese e quindi aveva un’inflessione forzata, la pronunciava in un modo buffo, che faceva ridere tutti. Io poi lo imitavo e tutti si divertivano.
R: Cos’altro hai vissuto in quei giorni di lavoro sul set a Cerignola?
MT: C’è anche un episodio poco piacevole che ricordo tuttora. L’amministrazione comunale dell’epoca aveva deciso di tramettere in anteprima presso il Teatro Mercadante la fiction “Pane e libertà”, invitando però solo i “soliti amici”, l’elite di sempre, lasciando fuori il popolo di Cerignola, gli anziani che avevano avuto l’onore di conoscere di persone Di Vittorio e soprattutto, noi comparse (quasi tutti giovani). Questa ingiustizia mi diede il coraggio di intervenire durante la conferenza stampa tenutasi nell’aula consiliare, alla presenza, tra gli altri, di Baldina Di Vttorio e Pierfrancesco Favino. Con veemenza sottolineai che lasciare fuori i cerignolani dall’anteprima era stata un’ingiustizia e il mio intervento fu seguito da un grosso applauso finale. Mi sono sentito, nel mio piccolo, un po’ il Giuseppe Di Vittorio della situazione.
R: C’era aria diversa in città nei giorni delle riprese? Come ha reagito Cerignola alla novità di un set cinematografico in pieno centro storico?
MT: Ricordo che in quel periodo capitava di incontrare facilmente per strada qualcuno con un taglio di capelli stile ‘900, perché ad alcuni di noi tagliarono in fretta e furia i capelli. C’era una Cerignola diversa in quei giorni, piena di speranza, e soprattutto fiera di mostrare il meglio di sé e di aver dato i natali ad un uomo che, partendo dalla terra, ha realmente cambiato la storia della nostra nazione. Bei ricordi, davvero.”
Emanuele Università, altro giovane cerignolano che ha interpretato una comparsa sul set di “Pane e libertà”, aggiunge: “E’ stata un’esperienza ricca e positiva anche per me. Sono stato parecchio colpito nell’osservare l’allestimento di un set cinematografico. E poi non scorderò mai Pierfrancesco Favino, il suo carisma e la professionalità. Insomma, un attore con la “A” maiuscola".