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Il calciatore Antonio Cassano: dalla povertà alla serie A

2020-07-17 14:26:24

Le parole di Antonio Cassano, originario di Bari, fanno riflettere.

"Fino a 17 anni ho vissuto la fame. Mia madre non lavorava, era casalinga, e guadagnavamo 3-4mila lire al giorno: con quelle dovevamo mangiare. Giocavo per la strada, tra i vicoletti e naturalmente c'erano le persone più grandi che mi sceglievano, io guardavo a chi mi dava mille lire in più o in meno perché ero più forte di tutti. Non avevo soldi, mai visti nella mia vita: dicevo "scegli me, ti faccio vincere" e ogni giorno giocavo in strada, per guadagnare qualcosina. La mia grande occasione è sempre stata il calcio, all'epoca mi aveva portato a vivacchiare perché per me duemila lire in un più o in meno facevano la differenza per me“.

 

Tutto cambiò dopo quel famoso Bari-Inter: "Era la partita che ha cambiato tutta la mia vita. Anche se potevo dare molto di più al calcio. Sono il più grande talento degli ultimi anni buttato via, perché mi sono buttato via.

Una cosa è cambiare, un'altra è non volersi allenare e mandare a quel paese tutti e litigare dalla mattina alla sera. Genio e sregolatezza fino a un certo punto, ma senza esagerare.

Io ho oltrepassato troppe volte il limite.

I figli ti fanno cambiare, a 20 anni avrei insegnato ai miei figli a fare tutto al contrario mentre ora sono migliorato. Ma devo ringraziare soprattutto mia moglie, sono orgoglioso di averla al mio fianco".

 

Croce e delizia, prendere o lasciare.

Questo è stato ed è Antonio Cassano.