Io ce l'ho fatta

Moda & Bellezza

“Emergency Exit” dalla Puglia al mondo: il film di Brunella Filì sulla fuga dei cervelli all’estero

2020-06-17 12:52:55

Abbiamo conosciuto e intervistato Brunella Filì un po’ di tempo fa, durante il tour di promozione del suo film “Alla Salute”. Di questa giovane regista pugliese ci ha colpito la personalità prorompente, il carattere propositivo, la capacità di presentare la realtà filmica con passione ed entusiasmo.

E oggi che il suo primo film, “Emergency Exit” è approdato su Amazon Prime Video abbiamo voluto ricontattarla per conoscere meglio questo progetto filmico che merita di essere raccontato.


R: Ciao, Brunella. Che piacere ritrovarti per parlare di questo tuo film. Quando hai girato “Emergency Exit” e come nasce l’idea? 


BF: Emergency Exit è il mio primo film, a cui sono molto legata. Ed è anche stato il primo a raccontare le storie dei ragazzi della mia generazione che hanno deciso di emigrare, il primo a dar loro voce senza intermediari. Un documentario di viaggio nato dalla voglia di comprendere un fenomeno sociale dai numeri sconvolgenti, quello della fuga di capitale umano dal nostro Paese. L’idea è nata da un’urgenza che percepivo osservando partire la maggior parte dei miei amici e colleghi, alcuni dei quali spinti NON dalla fisiologica curiosità e voglia di fare una esperienza all’estero, quanto piuttosto dall’esigenza economica e dalla mancanza di alternative per uscire dal precariato e realizzare le proprie ambizioni. Le migrazioni esistono da sempre, ma qui parliamo di una vera e propria “diaspora” con conseguente perdita per il nostro Paese, in termini economici e di capitale umano. È il racconto della ‘ferita aperta’ di un’intera generazione che chiede l’opportunità di essere felice e rivendica il diritto a cercare di realizzare propri sogni, senza rassegnarsi.


R: Dove è stato girato e dove hai trovato le storie che vengono riportate nella pellicola?


BF: Sono partita nel 2011 telecamera in spalla, girando le prime interviste in Austria (Vienna) e Francia (Parigi), per poi continuare attraverso Norvegia (Bergen), Spagna (Tenerife), Regno Unito (Londra) e USA (NYC), in un agrodolce viaggio on the road che raccoglie le voci di dieci giovani, fra cui molti pugliesi.

Alcuni erano già miei cari amici, altri lo sono diventati, scrivendomi e chiedendomi di partecipare, di mettersi a nudo. Ho scelto le più forti e diverse, dal ricercatore universitario all’imprenditore, al pescivendolo fumettista, all’archeologa, al musicista, alla veterinaria. Tutti collegati da un animo profondamente  diviso fra la necessità di realizzare i propri sogni in un ambiente meritocratico e fertile e, allo stesso tempo, la voglia di tornare e dare un contributo al proprio Paese: non è affatto facile come spesso, erroneamente, si pensa. Il film può aiutare a capire quali sono le sfumature psicologiche dietro a questa scelta, spesso obbligata.


R: Ci sono storie e aneddoti accaduti durante le riprese che ti hanno colpito particolarmente?


BF: Ne avrei molti, per ognuno dei protagonisti. Però credo che il più interessante sia quello che riguarda il modo in cui questo film, nato in modo indipendente e senza finanziamenti sia arrivato a essere proiettato al Parlamento Europeo, a essere presentato sulla BBC e sul Guardian e infine a essere distribuito su Netflix, Amazon e iTunes, grazie alla forza delle storie raccontate e all’urgenza di farle ascoltare, con la potenza del Cinema. Una storia incredibile: dopo essere riusciti a completare il film grazie a una produttrice americana, Beth Di Santo, che ha amato il progetto più di altri qui in Italia, sono arrivati numerosi premi in Festival internazionali, tra cui alcuni molto prestigiosi come il premio per il miglior documentario straniero al Madrid International Film Festival, miglior documentario al Foggia Film Festival di Sergio Rubini, al Valle d’Itria Film Festival e al Social World Film Festival, e tanti altri. Emergency Exit è stato uno dei pochi film italiani a essere distribuiti su Netflix (fino a Marzo 2018). Oggi, è ancora possibile vederlo su Amazon Prime, iTunes e Google Play. Ne sono molto orgogliosa ed è una storia che racconto spesso ai miei studenti di cinema, per motivarli a portare avanti i progetti anche quando sembra di non vedere la meta, anche tentando strade alternative.


Ancora oggi, quando rivediamo il film, sento nel pubblico una grande partecipazione emotiva: è ‘un colpo al cuore’. 


Cristiana Lenoci per lamia-puglia.com

2