Moda & Bellezza
Buva, il cantautore pugliese tra i finalisti di “Targhe Tenco 2020”: l’album “Quarantena” convince la giuria
Il mondo della musica ha bisogno di interpreti veri, appassionati, che riescano ad esprimere emozioni e vibrazioni attraverso la voce e le parole. C’è una nuova generazione di cantautori emergenti che sta suscitando interesse perché dimostra talento, abilità musicale ma anche tanta passione.
Tra i finalisti del prestigioso premio per musica d’autore intitolato all’indimenticabile Luigi Tenco c’è un cantautore di Cerignola (Fg), Valerio Buchicchio, in arte “Buva”, che con il suo album intitolato “Quarantena” ha conquistato la giuria.
Noi de lamia-puglia.com lo avevamo intervistato tempo fa, ma ora il nostro incontro ha un sapore diverso, all’indomani di questo importante e meritato riconoscimento in campo musicale.
R: Ciao Valerio. Davvero un bel riconoscimento, quello che ti vede tra i finalisti del prestigioso Premio “Targhe Tenco 2020” per la musica d’autore. Il tuo album di esordio si intitola “Quarantena”. Ci ha colpito molto che artisti e cantautori abbiano composto opere artistiche e musicali proprio in uno dei periodi più bui della nostra storia. Tu come hai vissuto la quarantena e cosa ti ha lasciato questo momento così particolare della tua vita?
B: Ciao! Innanzitutto grazie. Sono davvero felice e orgoglioso di questo traguardo e comunque vada la finale del Tenco, per me è già una vittoria vedere il mio album inserito nella cinquina delle migliori opere prime dell’anno. Il mio disco si intitola ‘’Quarantena’’, ma per quanto possa sembrare un titolo associabile al periodo di isolamento che purtroppo abbiamo affrontato nei mesi scorsi a seguito dell’emergenza sanitaria, non è così. E’ un titolo innanzitutto scelto durante la produzione stessa del disco, quindi durante il biennio 2018 - 2019, e poi la quarantena a cui faccio riferimento è in un certo senso metaforica e si riferisce alle ‘’influenze musicali’’ di cui ho risentito nel dare vita a questo progetto discografico.
Fatta questa dovuta precisazione, devo dire che stare in casa per quasi 90 giorni è stata un’esperienza particolarmente difficile. Mi è sembrato di vivere in un limbo surreale in cui tutto appariva sospeso. Indubbiamente qualcosa che ricorderemo tutti e racconteremo alle generazioni successive. Un’altalena di umori differenti caratterizzava le mie interminabili giornate. Avendo pubblicato un disco appena prima del lockdown, non nego che ho avuto la sensazione che tutto il lavoro svolto fosse andato perduto, vista l’impossibilità di fare concerti e di promuoverlo. Però, nonostante tutto questo, ho avuto anche la piacevole opportunità di rallentare i soliti ritmi frenetici della quotidianità e di ritrovare i miei spazi, dedicandomi a tutto tondo a ciò che amo di più, la musica.
Nonostante possa sembrare abbastanza scontato che un cantautore in ‘’isolamento forzato’’ faccia del vuoto e del silenzio condizioni ottimali per la creatività, devo dire che per me non è stato propriamente così. Credo che la creatività funzioni un pò come la dinamo di una bici. Più pedali e ti muovi più ti si accende la luce. Comunque a fronte di questa inattività, sono riuscito a comporre almeno un paio di canzoni nuove che probabilmente saranno un punto di partenza per i prossimi lavori in studio.
R: Hai pubblicato un album indipendente dopo l’esperienza di autore all’interno di una casa discografica. Come mai questa scelta? Pensi di proseguire su questa strada? Essere un artista indipendente può essere più impegnativo ma più gratificante? Cosa ne pensi al riguardo?
B: Credo che oggi come oggi in Italia la quota di mercato relativa alla musica indipendente rappresenti indubbiamente la fetta più grossa. Le major discografiche sono sempre più intenzionate ad investire (e neanche tanto) su prodotti musicali usa e getta, abbandonando la loro storica missione di scouting che ha dato in passato, a molti giovani artisti, l’opportunità di farsi conoscere e di iniziare una carriera importante nel settore. Per cui per me in particolare, realizzare un album facendo leva solo ed esclusivamente sulle mie forze e sulle mie idee, ha coniugato una certa libertà artistica, difficilmente concessa nei soliti meccanismi discografici delle grandi etichette, con una tempistica di realizzazione priva di fretta ansiogena e consequenziale approssimazione. Infatti il risultato che ne è scaturito mi ha soddisfatto pienamente. Certo tutto questo ha richiesto un notevole sforzo sia in termini economici che di impegno fisico e mentale, però l’autoproduzione indipendente era la condizione ottimale e necessaria per lavorare ad un primo album.
R: Attualmente sei uno dei cantautori italiani più promettenti. Hai voglia di raccontarci qualche aneddoto legato ai tuoi esordi musicali?
B: Grazie per il bellissimo complimento! Ricordo come fosse ieri il mio primo live come Buva. Era un contest musicale universitario a Bari e io vi partecipai con una canzone finita poi dentro il mio primo Ep. L’esibizione prevedeva delle sequenze riprodotte e alcuni strumenti dal vivo. Ad un certo punto il computer da cui partivano le sequenze si spegne d’improvviso…e io, nonostante il panico, continuai imperterrito nell’esecuzione del brano. Beh..quel coraggio e quella incoscienza arricchirono la mia esibizione di verità e sincerità, permettendomi di vincere il mio primo premio musicale.