IL MIO AMICO ALBERT

Founder President

Quell’anno, quella notte

2020-06-12 00:29:03

Nuovi pensieri, nuove parole , scritte dal mio amico Albert.

È deserta stasera la città. Sarà questa battente, incessante pioggia che come una magica gomma ha cancellato ogni persona attorno, oppure sarà questa aria fresca che pizzica ancora guance e naso.

Una situazione strana, calma, che amplifica i silenzi ed espande il ticchettio dell’acqua su ombrelloni ed asfalto.

Non mi dispiace e così mi siedo ad un tavolo di questo bar oramai chiuso.

 Sembro percepirlo, mentre sistemo la sedia, un filo di voce mia che esprime un grazie a chi non ha accatastato i tavoli.

Siamo soli stasera io, i miei pensieri e questa incessante pioggia che colpisce ogni cosa. Ho bisogno di silenzio, di quel silenzio che conosce il modo, di farti poi ascoltare e recepire, le più strane voci, quelle più care che sembrano oramai assopite e rese perse dagli anni.

È deserta stasera la città. Sarà questa battente, incessante pioggia che come una magica gomma ha cancellato ogni persona attorno, oppure sarà questa aria fresca che pizzica ancora guance e naso.

Una situazione strana, calma, che amplifica i silenzi ed espande il ticchettio dell’acqua su ombrelloni ed asfalto.

Non mi dispiace e così mi siedo ad un tavolo di questo bar oramai chiuso. Sembro percepirlo, mentre sistemo la sedia, un filo di voce mia che esprime un grazie a chi non ha accatastato i tavoli. 

Siamo soli stasera io, i miei pensieri e questa incessante pioggia che colpisce ogni cosa. 

Ho bisogno di silenzio, di quel silenzio che conosce il modo, di farti poi ascoltare e recepire, le più strane voci, quelle più care che sembrano oramai assopite e rese perse dagli anni.

Mi rialzo, non apro l’ombrello affinché l’acqua che cade dal cielo, confonda e disperda, quella che dai miei occhi sgorga. Albert.