IL MIO AMICO ALBERT

Founder President

DI QUEL DIO.........

2020-08-12 06:00:11

Complimenti Albert, come sempre un grande.

Di quel Dio…

E da sempre mi è stato caro, dolce agli occhi, una carezza all’anima il vederti arrivare. Ho sempre amato quel tuo portamento perfetto che sembra slanciarti verso il cielo per toccarlo, e tu… da sempre lo sai.

 Noi che forse già siamo nati per essere amici, io con i miei pantaloni e tu con la tua gonna. 

Ogni nostro ritrovarsi ha il gusto del bello e riesce a raccogliere attimi sempre piacevoli, non porta dubbi, non conosce fini nascosti e non riesce mai a farci chiedere cosa avrebbe potuto essere questo nostro rapporto.

 Un essere amici che slitta oltre quel domandarsi che tipo vita avremmo potuto avere assieme, perché già tanto, tanto tempo fa non veniva preso in considerazione questo aspetto, risultava senza senso per questa amicizia troppo, troppo forte. 

A volte rivedo quel mio prenderti in giro per il tuo portamento e tu che per risposta, ti mettevi a camminare con alcuni libri sul capo.

 A volte risento la tua voce, pregarmi di darti tempo, di ascoltarti, mentre lo chiedevi con un filo di voce rauca, scrutandomi con una serietà sembrava lontana dal tuo dolce volto.

Oggi arrivi in bicicletta, mentre ti osservo mi chiedo se rappresenti un insulto ai concetti della statica.

Arrivi ed i tuoi vestiti color panna si stagliano perfettamente rispetto al nero della bici.Mentre pedali, noto ancora Il tuo busto perfettamente eretto che amplia ancor più il tuo fascino.

Ora seduti su questa piazza ci si racconta di noi, i sorrisi non mancano, come qualche tuo accrucciamento degli occhi quando mi racconti di quei tuoi figli che se anche oramai adulti, in fondo sembrano non crescere mai.Chiedi di me, mi dici che le tracce lasciate dal tempo ed i fili d’argento nei miei capelli, hanno accentuato ed ingentilito ancor più ii miei lineamenti.Ti rispondo che il fascino da sempre lo hai rapito tu e che per me era poco quello rimasto.Finalmente esplode la tua risata, ne sono felice.

Mi chiedi se scrivo ancora. Non ti rispondo e ti accorgi che sono assorto per un attimo a guardare la cattedrale. Mi conosci bene e sai che qualche pensiero strano mi ha raggiunto. Un attimo e poi mi dici:” Hey stai pensando alla chiesa o a Dio? dai ora ancora un Campari ed un prosecco, poi un giorno me lo darai”Ci penso e poi aggiungo… “Aspetta, ti racconto a cosa penso”. Mentre dono un sorso al Campari e noto che ti intriga quanto dirò, inizio. ” Sai questa cattedrale è un simbolo, il segno di una religione, ma tu sai quante sono le religioni. Io pur essendo di questa fede, preferisco credere in un Dio che va oltre, credo in quel Dio che non risulta proprietario di una parte o dell’altra.Quel Dio grande che raccoglie tutti senza esprimere giudizi”. I tuoi occhioni chiari esprimono interesse e sembri meravigliata mentre mi dici con un filo di voce: “Dai continua Conte”
“Vedi il senso di Dio, di un disegno divino progettato con cura, di tutto questo che ci circonda, lo puoi scorgere in ogni cosa, in ogni traccia del cielo, in ogni essere vivente. Come si può dire che non vi è in disegno divino, il progetto di un Dio superiore e dalla infinita conoscenza. Pensa ai milioni di reazioni chimiche in ogni essere vivente che avvengono in ogni secondo, pensa alle stagioni, alla loro logica, ai fiumi, ai mari, ad ogni albero presente e progettato per dare ombra in estate e calore in inverno. Pensa al senso di progettare il cielo è ogni galassia. Pensa all’aver dato una logica alle formiche affinché sappiano costruirsi un formicaio per la stagione fredda. Pensa al lavoro intenso, insostituibile delle api.Pensa anche al nostro invecchiare, come invecchia ogni cosa, alfine di dare una continuità a tutto quanto è parte o rappresenta la vita, e poi… e poi pensa alla perfezione dei petali delle margherite in un campo… al candido bianco che hanno.Ma soprattutto pensa al senso di una emozione, al nascere di una lacrima”.

Sei stupita, hai divorato le patatine ed arriva nuovamente il cameriere. Ti dico: “È l’ultimo poi si rientra” Con aria attenta mi rispondi: “Si dai è davvero il bicchiere della staffa e aggiungi:” Da sempre riesci a dare un senso alle cose e con una semplicità immensa ora, riesci persino a farmi porre domande su Dio, a farmi ricredere su alcuni pensieri” Così aggiungo… “Sai sono solo piccoli esempi, ma di sicuro, oltre esiste qualche cosa. Il progetto di questo stupendo universo è di una complessità folle e nessuno avrebbe potuto creare dal nulla tutta questa perfezione, se non un essere superiore dalla conoscenza infinita e io lo posso solo chiamare Dio.”Sembri pensierosa ora, ma nel contempo felice, di aver come sempre, trovato una risposta. Per un poco ancora stiamo assieme, poi un saluto caro davvero, mentre con un contemporaneo “A presto” ci salutiamo. Sali sulla bici, ti allontani e sei sempre uno spettacolo.
Albert.

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