IL LIBRO ROSSO DI JUNG

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L’assassinio sacrificale...

2021-06-06 13:15:28

L’Io ha una visione orribile: in una valle oscura è assalito da spaventosi serpenti...

... Dopodiché, vede il cadavere insanguinato di una bambina assassinata, con la testa massacrata e il corpo
insanguinato. Accanto alla bambina c’è una donna col viso coperto da un velo, che gli chiede  di staccare il fegato dal  cadavere e mangiarne un pezzo.  L’Io è stravolto e nauseato, ma è costretto ad acconsentire
quando capisce che quella donna è l’anima della
bambina e che anche se, è un sacrificio che lo ripugna e umilia, lo deve compiere.
Fatto ciò, la donna si toglie il velo e mostra all’Io che in realtà è la sua anima.     Come interpretare la terribile visione di questo strano assassinio trasformato in sacrificio? 
L'Io è complice del Maligno ed in quanto tale, deve espiare compiendo quel sacrificio ripugnante. C'è però anche un significato simbolico in tutto questo: ingerire il fegato e il sangue della bimba, è come farla rivivere, incorporarne l'essenza divina che va al di là di quella umana. 
Ma questo sacrificio,  l’incorporazione del Dio, comporta dei rischi, poiché il
Dio vuole impossessarsi della vita di colui che offre il sacrificio, vuole la vita dell’uomo. Essere umano significa non essere divino, 
non cadere nella follia irrazionale, non perdere la qualità umana, non farsi assorbire dall’assoluto. 
L’Io si difende rinnegando il divino, che rifiuta la ricerca di senso, la razionalità umana. Nel brano che riporto, molto incisivo, si assiste alla ribellione dell'Io che da un verso vorrebbe salvarsi e sfuggire alla possessione divina che definisce un disturbo per la vita umana, "un morbo sacro, sconveniente e superfluo", ma dall'altro è animato da un anelito potente e inevitabile verso quel Dio, quel nuovo fuoco che arde irresistibile e che ti forza a trovare la via.

".... riconoscerai che il tuo Dio vive e che la tua anima ha incominciato a muoversi
muoversi su sentieri inevitabili. Senti che il fuoco del sole si è acceso in te. Qualcosa di nuovo ti si è aggiunto: un morbo sacro.
A volte non ti riconosci più. Vuoi dominarlo, ma è lui a dominare te. Vuoi mettergli dei limiti, ma è lui a tenerti ben stretto. Vuoi sfuggirgli, ma lui viene con te. Vuoi usarlo, ma sei tu il suo strumento; vuoi inventarlo,
ma i tuoi pensieri gli obbediscono. Alla fine vieni afferrato dalla paura
dell’ineluttabile, perché esso ti si accosta lento e irresistibile.
Non vi si può sfuggire. Da questo conoscerai che cosa sia un vero Dio.
(...)Il fuoco arde in te. La tua guida ti forza a trovare la via.
La via è però il mio Sé più personale, la mia propria vita fondata su di me. Il Dio vuole la mia vita.
Vuol venire con me, sedere a tavola insieme a me, lavorare con me. Vuol essere sempre e ovunque presente.
Io però mi vergogno del mio Dio. Non vorrei essere divino, ma ragionevole. Il divino mi
appare come  un’irragionevole illusione. Lo odio in quanto insensato disturbo della mia sensata
attività umana. Esso mi appare come un morbo sconveniente che si è insinuato nel flusso regolare
della mia vita. Sì, trovo che il divino sia del tutto superfluo."
Libro Rosso, LS.,Cap. XIII. L’assassinio sacrificale .

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