IL LIBRO ROSSO DI JUNG

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La sfinge...l'enigma...

2021-06-06 13:18:15

A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile....

...Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (cit. pag.308).
C.G. Jung, da Il Liber Novus

La Sfinge, in quanto tale, è Sfinge. Ovvero, ontologicamente rappresenta l'enigma. La bellissima immagine allegata è la più nota tra le superbe, criptiche donne col corpo maculato e ferino che amava dipingere Knoppf, tutte col volto peraltro di sua sorella, il che rappresenta forse un segreto ulteriore da svelare, un mistero nel mistero. Però qui non si intende parlare di Knoppf, nè di sua sorella, ma del soggetto.
la Sfinge è intanto un mostro. Ha testa, volto e busto femminili, innestate su un corpo di leonessa o pantera. E' dunque un mostro nel senso più etimologico della parola: in latino monstruum è "cio che merita di essere mostrato, che desta meraviglia, stupore", quindi non necessariamente orribile, ma semplicemente anomalo, sorprendente. La nostra amica a chiazze armoniche ed eleganti è indubbiamente tale: a suo modo bellissima.
Questo discorso ci porta a riflettere quindi sul senso estetico ed i valori standardizzati: un mostro può essere bellissimo, dunque cos'è la bellezza? Non possiamo più rinchiuderla in canoni prestabiliti, attribuirle valori banalmente conformisti. La Sfinge ci libera dalla tirannia della moda convenzionale. E' una grande provocatrice: ha un corpo animale, ma invece di celarlo vergognandosene lo mostra con tutta la sua fiera sicurezza di dare all'estetica dimensioni più ampie e originali.
Però la caratteristica principale della Sfinge era  un'altra, che val la pena di considerare: l'enigma. 

Si sa la sua abitudine, abbastanza discutibile a dire il vero, di mettersi in agguato sulla strada che menava al regno di Laio, proporre indovinelli ai viandanti e divorarli se questi non sapevano risolverli. Ora, considerata la semplicità di quello dato ad Edipo, che infatti lo risolse subito, c'è da pensare che la gente di allora fosse singolarmente poco perspicace, oppure che la Sfinge barasse al gioco.
Sta di fatto che comunque amava gli enigmi.
Questo ci induce a ritenere il suo singolare aspetto, a sua volta estremamente misterioso, enigmatico, una sorta di riproduzione fisica del mistero stesso, una metafora vivente. Edipo, battendola al suo gioco, la costringe a uccidersi buttandosi giù dalla sua rupe. Quindi che ha fatto il disgraziato, che poi infatti pagherà assai caro? Ha distrutto il senso del mistero. è inevitabile, a questo punto, che anche quello della sua vita e identità verrà infranto- i misteri non esistono più. una perdita imperdonabile.

Oggi, infatti, abbiamo rivelato ogni cosa: del mondo, dell'universo, degli abissi marini e dentro la nostra mente. O, perlomeno, ci illudiamo di averlo fatto. Non ci sono più misteri da rivelare.
Perdendo il Numinoso, l'uomo moderno ha perso però anche la meraviglia, il rapimento estatico, la poesia nascosta nelle cose; si è in buona parte ridotto a lente di microscopio, catalogo, freddo osservatore che non ha più l'intimo contatto empatico che aveva prima con l'universo misterioso e sorprendente. Non ha più nulla da scoprire. Non ha più niente da immaginare. Perfino i sogni sono diventati materia di razionalissima interpretazione sul lettino dello psicanalista.
Non avendo più alcun enigma da risolvere, l'uomo si annoia terribilmente. Non fa neanche più vaticinii, non scrive più versi ispirati, non crede più agli dei.
E' rimasto solo nel suo gelido, asettico laboratorio, con la settimana enigmistica in mano già tutta compilata.
Non gli rimane che cercare un'altra Sfinge o buttarsi a sua volta giù da una rupe insieme a lei.
Forse è quello che sta accadendo.

nota
Nel Libro Rosso non si parla specificamente di Sfingi, ma di enigmi sì. In realtà tutto il testo di Jung è enigmatico, va inteso, capito, e poi digerito.
Perchè nominiamo gli enigmi, di cui la Sfinge è nume tutelare archetipico per eccellenza? Perchè, come fa il narratore del Libro Rosso, per raggiungere la propria Anima bisogna entrare nel buio, nel mistero, che racchiude dentro di noi le risposte occulte, indecifrabili a volte come gli indovinelli del nostro mostro. E' anche il percorso di ogni analisi del profondo: risolvere gli enigmi del nostro inconscio, fsre chiarezza dentro di noi.

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