IL FATTO DEL GIORNO

Storia & Antichità

29 Agosto

2019-08-29 05:55:06

1966 – I Beatles si esibiscono in concerto per l'ultima volta al Candlestick Park di San Francisco.

"Alla fine di quello strano tour, tutto cominciò a diventare meno piacevole. 

C'erano tutte quelle altre cose con cui fare i conti, e in più le urla del pubblico che non stava a guardare gli accordi o l'abilità che mettevi in mostra. Cominciammo a perdere la voglia di esibirci dal vivo e tutti noi eravamo di cattivo umore.

 Io tenevo duro, pensando no, no, no. Non puoi farlo, capisci? Dovresti farlo e cercare di sopportare. Ma alla fine c'è stato un orribile concerto a St.Louis, il 21 agosto 1966: pioveva e avevamo un paio di pezzi di metallo ondulato sopra di noi. 

C'era il pericolo che il palco saltasse con l'acqua che entrava negli amplificatori e allora pensammo:"Oddio, ma chi ce lo fa fare?".
Facemmo lo spettacolo e ci ammucchiammo nel retro di uno di quei camion con il cassone cromato; erano sempre vuoti, e ci ammucchiammo in quello spazio terribilmente vuoto, in questo tour che era diventato spiritualmente vuoto, e in cui suonavamo come svuotati, e in quell'occasione dissi: "Okay" e sbuffai, bestemmiai un pò e dissi:"Oh, bè sono d'accordo con voi. Anch'io ne ho fin qui!".

E i ragazzi dissero:" Bè, te lo stiamo dicendo da settimane amico!". Ma alla fine ebbero anche il mio voto."
"Ne avevamo discusso al Candlestick Park, sembrava che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta, ma non ne sono stato sicuro al cento per cento finché non siamo tornati a Londra. John voleva smettere più degli altri. Disse che ne aveva avuto abbastanza."
, disse Ringo.

A parlare è Ringo Starr, l'argomento in questione è quel famoso 29 agosto del 1966 in cui i Beatles suonarono per l'ultima volta dal vivo al "Candlestick Park" di San Francisco, cantarono 11 canzoni, poco più di mezz'ora di concerto.

Dopo circa 1400 date, i Beatles erano esausti. Stufi di sentire i loro riff di chitarra coperti dalle urla delle fan, penalizzati da un'amplificazione modesta e spesso gracchiante, stanchi di essere costantemente scortati dalla polizia, ma - soprattutto - di non poter trasferire on stage le incredibili soluzioni strumentali che iniziavano a sperimentare a Abbey Road.
Paul, John, George e Ringo dissero basta ai concerti. Non è un caso che, dopo aver suonato l'ultimo brano previsto in scaletta ("Long Tall Sally" di Little Richard), prima di abbandonare il palco, John Lennon accennò l'arpeggio iniziale di "In My Life": splendida canzone scritta prevalentemente da McCartney che però conteneva un incredibile assolo (registrato da George Martin) di piano velocizzato in studio, tanto da far sembrare lo strumento un clavicembalo. Dal vivo, sarebbe stato impossibile suonarlo e la band non aveva nessuna intenzione di accettare arrangiamenti più banali per sottostare a chi ancora vedeva in loro solo un complesso beat più in gamba degli altri.

Tornati in patria, ognuno prese strade diverse.