Ilaria Giovanetti

Founder Starter

HO DAVVERO BISOGNO DI CIBO PER VIVERE?

2019-11-01 20:41:14

Questa è la domanda a cui, dopo un breve digiuno di tre giorni abbondanti, non ho ancora trovato risposta.

Certo, tre giorni sono pochi rispetto al grande obiettivo che mi ero prefissata, ma da brava Coach mi sono accorta di non avere abbastanza risorse per proseguire, così ho revisionato tutto l’obiettivo!


Fallimento? No, anzi… stupenda esperienza da 1001 feedback! 


Potevo concentrarmi sul fatto che volevo farne ventuno e ne ho fatti appena tre, oppure sul fatto che fino a pochi anni fa soffrivo di abbuffate e che, fino a sei mesi fa credevo impossibile fare anche solo mezza giornata di digiuno.

È sempre una questione di punti di vista.

Cosa mi prendo di utile? I progressi, ovviamente!


È stato un grandissimo traguardo che a brevissimo festeggerò!



FAME O DIPENDENZA?

Riconoscimenti e meriti a parte, una cosa importante che ho capito, è che quel vuoto allo stomaco che si manifesta dopo x ore senza mangiare, la maggior parte delle volte non è fame… è semplicemente spazio. 

Ho parlato varie volte al mio stomaco quando iniziava a brontolare. Con comprensione e Amore gli ho detto che non stava succedendo niente di grave e che ci sarebbe stato un periodo di ferie dal normale lavoro… e lui smetteva di lamentarsi, naturalmente. 

Non mi abituerò mai all’intelligenza infinita di quest’involucro che ci contiene.


La mattina del quarto giorno mi sono alzata dal letto e ancora non avvertivo bisogno di cibo… al che mi sono chiesta: ma quand’è che davvero il corpo umano ne ha bisogno


La verità (la mia, ovviamente) è che ne siamo talmente dipendenti ed assuefatti da non riuscire più a distinguere la necessità dall’abitudine. 


Spesso mangiamo perchè “è ora”, per condividere momenti con amici e parenti, per raggiungere i macronutrienti stabiliti dalla dieta, per noia, per sfogo, per colmare vuoti e mancanza di Amore. Non di certo per reale bisogno. Un grande insegnamento che farà la differenza da questo momento in poi. 




IL POTERE DELLA MENTE

La cosa che mi da più gusto ultimamente, è riuscire a fare tutto ciò che ritengo impossibile! Sono già diversi mesi che ci pensavo e m’informavo qua e la, ma non avevo ancora creato i giusti input per passare all’azione.

Chi mi conosce sa quanto amo mangiare, quante difficoltà ho avuto col cibo e quanti limiti mi portavo dietro, fino a qualche giorno fa!

Le scelte erano due: rimanere in ciò che già sapevo e conoscevo, oppure esplorare nuovi territori, scoprire nuove potenzialità, disegnare da zero una nuova e diversa versione di me!

La domanda interna che ha determinato la scelta è stata: cos’altro posso essere? Non vedevo l’ora di scoprirlo. 


Ad essere sincera, la trasformazione dei limiti è stata abbastanza inconscia e semplice. Più o meno è passata per queste fasi/consapevolezze:

  1. Quando decido di raggiungere un obiettivo che ha forti e valide motivazioni, lo ottengo. Niente m’impediva di farlo anche stavolta;
  2. Ne avevo in parte già fatto esperienza diretta mesi fa, e avevo testato che era possibile per me;
  3. Avevo accanto esempi che si erano già messi alla prova e, con ottimi risultati, erano ancora vivi! 
Di cos'altro avevo bisogno?



REGISTRAZIONE VS CREAZIONE


Come dico sempre, la mente è un computer che proietta nella materia le esperienze, in base programmi che le inseriamo.

Di base registra e attribuisce un significato a tutto ciò che ci accade, andando a formare il nostro set personale di convinzioni e valori.


La questione è che oltre le funzioni automatiche di sopravvivenza, c’è molto di più: la magia della creazione consapevole. 


Scegliere un programma piuttosto che un altro, determina la qualità della vita che crei!

A questo punto potevo scegliere di nutrire i miei pensieri prevalenti ricordando le difficoltà del passato generate da tutte le convinzioni limitanti assorbite… oppure creare un nuovo e funzionale kit di convinzioni pronte all’uso, che avrebbe accompagnato e sfamato la mia mente in questa fantastica ed eccitante avventura! 





LA FASI DELLA CREAZIONE


Ancora una volta l’atteggiamento ha fatto la differenza! Le giuste convinzioni accompagnate dalle azioni hanno determinato il risultato che, a sua volta ha contribuito a rinforzare le convinzioni. È un ciclo.

Non esiste risultato senza azione e non esiste azione senza convinzione.

La creazione si compone essenzialmente di due fasi che vanno nutrite contemporaneamente: conoscenza e azione. 

Hanno bisogno l’una dell’altra per manifestare un risultato utile. 



OLTRE LA MATERIA

Naturalmente quest’esperienza ha forgiato la mia mente, ha in parte ripulito il mio Tempio, ma soprattutto ha rappresentato un ponte di rinascita. 

È stata una sorte di fase di passaggio tra la vecchia e la nuova me.

Una maggiore connessione spirituale ha permesso a vecchi e pesanti cicli di chiudersi; a nuove e preziose consapevolezze di fiorire tra le macerie di convinzioni finalmente destrutturate; a nuovi spazi di crearsi per essere riempiti di cose meravigliose.

Sono grata e attendo di creare le condizioni giuste per ripercorrere un periodo sacro ancora più lungo ed estatico di quello trascorso.