Ilaria Ciotti

Donazioni e Trapianti

2019-08-04 13:58:10

Voi donereste mai un organo per salvare la vita di qualcun altro che ne ha più bisogno? IO SI!


Nel nostro paese la cultura della donazione degli organi stenta, tutt’ora, a penetrare nella coscienza collettiva dei cittadini per problemi che nascono da una falsa morale e, forse, anche da una cultura clericale fortemente radicata in tutti gli strati sociali; la donazione come atto di straordinaria umanità e solidarietà non è pratica consueta in Italia, tanto da rendere quasi ogni episodio del genere un fatto di cronaca straordinaria. esiste, da  circa vent’anni, un’associazione, l’AIDO, che ha cercato di avviare un processo di sensibilizzazione in materia, riscuotendo successi consensi e riuscendo, con opere quotidiane capillare, a salvare numerose vite. È in atto un processo serio e finalmente realizzabile del trapianto degli organi anche se gli ostacoli sono molteplici e la differenza delle masse rende il progetto in qualche modo impopolare. Grazie, comunque, ai continui progressi della scienza medica e chirurgica il trapianto degli organi si sta liberando dall’aura di eccezionalità.

Si va affermando che il prelievo di organi non sia violazione ma valorizzazione di un corpo praticamente privo di vita e non che il culto del cadavere è segno di civiltà, bensì quello defunto, per cui la possibilità di sopravvivenza di un altra persona costituisce un omaggio alla memoria di chi è morto. E, quando si procede all’espianto degli organi, la morte è certa: la legge tutela e garantisce attraverso regole rigidissime dalla possibilità di errori o espianti troppo frettolosi.

Purtroppo, però, a fronte di un buon numero di strutture abilitate ai trapianti, quasi tutte esclusivamente nel Nord Italia, esiste il problema gravissimo della disponibilità degli organi da trapiantare. Le persone disponibili a donare organi non sono molte; l’Italia, infatti, è il Paese con il più basso numero di donatori e registra un continuo aumento di rifiuti immotivati. Sta anche cessando “l’effetto Green” che, come tutti i fenomeni gonfiati dall’emotività, è destinato ad esaurirsi. Oggi, infatti, chi sta tornando verso livelli di donazione molto ristretti. Per procedere alle donazioni occorre il consenso dei familiari i quali, molto spesso, si oppongono senza spiegazioni razionali e senza valutare che, da questa opposizione, loro congiunto non trarrà alcun vantaggio, mentre una vita che si sarebbe potuta salvare si spegnerà prima che si verifichi la possibilità di una nuova donazione. Responsabilità non meno gravi hanno anche i mass media, che insistono con la politica dello scoop e del sensazionalismo riportando notizie su risvegli para-miracolose, poi regolarmente smentite, ma che lasciano, per i toni con cui vengono evidenziati, segni indelebili sul modo di sentire della gente. Queste prese di posizione, aggiunte alla disinformazione, le ingenuità e, talvolta, la malafede di danno facilmente fiato ai luoghi comuni, alle superstizioni, alla sfiducia rendendo sempre più difficile per gli addetti ai lavori portare avanti una politica che consenta a chi soffre di continuare a sperare.

L’obiettivo cui tendere è che il prelievo di organi post essere visto da tutti come atto dovuto ogni volta che se ne verifichino le condizioni. Esiste già un disegno di legge che prevede il silenzio-assenso in materia: cioè la possibilità di espiantare organi per tutti cittadini che non abbiano dichiarato, a priori, il proprio dissenso. Il nostro paese, per crescere, a bisogno di chiarezza e solidarietà anche nel campo della donazione degli organi. Bisogna citare, una volta per tutte, ineluttabilità della morte e smettere di rimuoverla dall’Io razionale ogni qual volta ci colpisce da vicino, sperando nell’impossibile o nel miracolo; sono queste, spesso, le emozioni che fanno rifiutare il prelievo negando la possibilità di vita ad un altro essere che soffre. La scienza oggi consente il trapianto di numerosi organi: la cornea, il rene, fegato, il pancreas, il cuore, i polmoni, e anche il midollo osseo; sono tutti organi fondamentali per la vita di una persona ed oggi i livelli di rigetto sono molto bassi. Bisogna, quindi, fare di più sul fronte dell’informazione della pubblicizzazione del trapianto degli organi, intervenendo con i giovani, nelle scuole, in modo da far interiorizzare fin dalla più giovane età, la validità della donazione, il suo profondo significato umano e civile, contribuendo così al superamento di quelle irrazionali paure con cui l’uomo vincola se stesso. DIAMO IL MEGLIO DI NOI!💪🏼❤