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ROMANZO/ SHERAZADE dalla PARTE di LEYLAN di Chiara Luna Rey — molto di più di un racconto erotico...

2019-09-24 08:37:43

Ho iniziato a scrivere questo romanzo una decina d'anni fa, affascinata dalle storie raccontate ne "Le mille e una notte", una celebre raccolta di novelle orientali (di origine egiziana, mesopotamica, indiana e persiana), composta da differenti autori e di varia ambientazione storico-geografica...

(OSSIA "LE MILLE E UNA NOTTE" RACCONTATE DALLA FUGGITIVA LEYLAN)

Nota tratta dal Cap. 4 - LA PORTA ROSSA

In Arabo "Alf layla wa layla", ossia "Le mille e una notte", quelle che Leylan avrebbe trascorso da fuggitiva con Roh. Ormai il sultano era solo un ricordo. E lo sapeva. Una nuova giovane principessa stava già prendendo il suo posto nel cuore del più potente sovrano di tutto l'Oriente. Le avevano detto si chiamasse Sherazade e che era molto bella. Ma lei, Leylan, non rimpiangeva nulla, non era fatta per stare nell'Harem, anche se ne era la favorita...

Cap. 1 — IL RITORNO di ROH

1 - Il ritorno di ROH


Improvvisamente la porta rossa alle sue spalle si aprì, come il rumore di un soffio leggero. Entrò lui silenziosamente, con una musica lontana negli occhi, ricordo indelebile, tra l'allegria del gesto e il sensuale. Con un manufatto prezioso tramandato, un tappeto antico annodato a mano e calici d'argento d'Assan e medaglie d'oro: lui era tornato. Avvolto in garze leggere trapuntate di fili color del sole, insieme al suo turbante rosso. Non era più un fantasma. 

Lui era tornato, portando con sé il suo profumo. Di uomo fatto di mille spezie e di salmastro d'isola. Da quel mare Mediterraneo che l'aveva restituito sano e salvo. Sembravano passati interi anni. Invece erano solo lunghi mesi col cuore in mano.

Ma lui era lì ora, col viso abbronzato e il naso diritto, il corpo statuario, le mani lungo i fianchi, senza dire una parola. Leylan lo vide e non credette ai suoi occhi. Si alzò piano dal grande cuscino dai riflessi dorati, scostando i veli, con la bocca semiaperta che non riusciva a fiorire nulla e poi... Corse verso di lui. 

E si abbracciarono con forza inaudita, quasi a mescolarsi le carni, a riempire vuoti millenari. La bocca di lui a cercare le labbra morbide di lei, il gusto dei suoi denti che sapevano di pesca appena colta, e la lingua voluttuosa, da rubare. Intrecciando insieme colli, mani, braccia e gambe che si facevano di cera. Era vertigine nella testa di Leylan. E lui, Roh, si sentì salire il sangue dal basso fino alle tempie, scoppiando di desiderio, sentendo i seni di lei turgidi contro il suo petto. I loro respiri frammentati si unirono sempre più affannosi, finchè lui non le slacciò la leggera sopraveste turchese e s'insinuò in lei, scostando le sete morbide e lisce sottostanti, sfogando la passione soffocata in tutti quei giorni di lontananza. La trascinò di peso sotto la luce della calda lampada arancione, e proprio sopra a quel bellissimo tappeto portato fin lì dalla lontana Persia, tra cuscini e sciarpe lucentissime di shantung, la penetrò prima con violenza, tappandole la bocca con la mano e poi con la sua stessa bocca... Sciogliendosi infine in una lenta, agoniosa dolcezza.

E così, gemendo come una femmina in calore e infine inarcando in un atto d'estrema offerta la sua bianca schiena incorniciata dai lunghi e neri capelli, finalmente Leylan offrì al suo amante il suo primo e più profondo orgasmo...


(to be continued)


Nel prossimo capitolo: 2 - LEYLAN e il PROFUMO DEL GIGLIO