Guido Zanchin

Founder Senior

Dimenticare….Un difetto o beneficio evolutivo?

2019-10-08 13:03:44

Vi capita mai di non ricordare cosa avete mangiato il giorno prima oppure in quale negozio avete visto quei fantastici jeans?

Vi siete mai chiesti perché questi dati, che per qualche motivo, avete cercato di tenere a mente, il giorno dopo (o una settimana dopo) non sono più fruibili dalla vostra memoria?

Avete solamente deciso che non servono più! Che lo vogliate o no, scordare è il miglior complice della nostra memoria!

I particolari di quello che ci succede non hanno tutti la stessa importanza e noi, nell’ammucchiare i nostri ricordi, tendiamo ad aggiustarli e modificarli, mettendo da parte i particolari che noi riteniamo non utili.

           E’ un bene o un male?

Questo è un bene: mantenere ricordi più globali e meno dettagliati renderebbe più semplice la loro rielaborazione.

La capacità di organizzare i ricordi, infatti, risulta fondamentale per dare continuità e coerenza alla nostra identità personale. Queste funzioni risultano indispensabili anche per poter “immaginare” il nostro futuro.

 Chi è affetto da amnesia, infatti, non solo perde la propria la memoria di sé, ma anche la capacità di ideare il proprio futuro.

Ad ogni ricordo della nostra vita, noi diamo un significato, una nostra interpretazione, anche in relazione ad episodi passati e ciò contribuisce a strutturare parte della nostra identità. Cos’è, infatti, la nostra identità se non un insieme di eventi, ricordi ed elaborazioni ad essi associati?

              Scordiamo passivamente?

Scordare è un processo estremamente attivo! La nostra mente fa continuamente un grande lavoro di “setaccio”e di rielaborazione secondo quelle che sono le nostre caratteristiche personali.

Qui sarebbe utile entrare in un discorso riguardante le esperienze traumatiche, per le quali, dimenticare avrebbe un grande vantaggio per la nostra salute psicologica, se fosse possibile….Ma, purtroppo non è così!

Magari lo faremo in un articolo dedicato, se qualcuno lo ritenesse utile per sé o non solo per sé.

Ricordi negativi ed angoscianti si ripetono talvolta nella nostra mente, senza che si possa evitare di essere travolti da quelli che vengono definiti flashback intrusiviNon sono stati registrati correttamente nella nostra memoria, quindi non siamo riusciti (per il momento) a rielaborarli. Una sorta di bolla separata dal resto degli episodi della nostra vita che li rende ancora più traumatici.

Se memoria ed emozioni potessero venire separate a piacimento, forse sarebbe più facile elaborare un ricordo traumatico, potrebbe essere più semplice integrarlo e renderlo conciliabile con il proprio sé.

        La memoria ci può dare degli avvisi?

Abbiamo perennemente la testa tra le nuvole”La nostra memoria, sia quella a lungo termine che quella a breve termine (detta anche memoria di lavoro) utilizza come carburante le nostre emozioni nonché le nostre motivazioni.

Per spiegarmi meglio, riusciremo a memorizzare qualcosa più dettagliatamente, quanto più questo avrà per noi un’importanza affettiva, emozionale o motivazionale.

Dimenticare può diventare anche una difesa psicologica, se non addirittura un avviso importante.

Vi sarà successo, in una fase di particolare stanchezza o stress, di caricarci in modo elevato sulla riuscita di un nostro impegno od esame e di mandare in tilt la nostra attenzione esattamente nel punto in cui avremmo dovuto dare il massimo. L’ inganno del perfezionismo…..

Ecco che la nostra memoria,  può dirci molto su noi stessi ma soprattutto sull’elevato carico emotivo che mettiamo nelle circostanze che ci mettono alla prova.

                    Per chiudere

Non tutte le amnesie sono uguali, non sempre sono buone, non sempre sono cattive, talvolta esprimono parte della propria identità, talvolta la salvaguardano. L’enorme processo di rielaborazione è sempre e comunque un grande dono di cui dobbiamo sempre tener conto ed accudire con la nostra costante crescita.