Guido Zaccarelli

Founder Senior

In viaggio nelle aziende del futuro, tra eccellenza e perfezione,

2019-05-12 07:45:43

Editoriale di Domenica 12 Maggio 2019. In viaggio nelle aziende del futuro, tra eccellenza e perfezione, dove l'apprendimento diventa l'abitudine del fare ordinato. L'eccellenza significa rendere visibile al mondo l'invisibile,

In viaggio nelle aziende del futuro, tra eccellenza e perfezione, dove l'apprendimento diventa l'abitudine del fare ordinato.


Eccellenza e perfezione sono due delle principali parole che vengono impiegate per declinare una azienda in rapporto ad un'altra, nell'esaltarne l'identità imprenditoriale, connessa alla produzione dei beni e dei servizi o allo stile che adotta in relazione ai propri collaboratori, per raggiungere gli obiettivi definiti in sede di pianificazione strategica.


Eccellenza è un termine che osservato nella sua radice latina (ex – cèllere) porta il lettore a proiettare il proprio sguardo, e la propria immaginazione, verso qualcosa che sta fuori rispetto a ciò che sta dentro alla realtà osservata. L'eccellenza, significa, fare emergere ciò che le persone hanno dentro di sé per portarlo alla conoscenza altrui, come nel caso della Pietà vaticana realizzata da Michelangelo nel 1498 che innanzi alla bellezza dell'opera affermò: «ho solo tolto il marmo in eccesso».


Il marmo che Michelangelo ordinò alle cave di Carrara nel 1497, conteneva già dentro di sé quella che sarebbe poi diventata "la più bella opera di marmo che sia hoge in Roma".


L'eccellenza significa rendere visibile al mondo l'invisibile. Aristotele parla dell'eccellenza, come un'azione ripetuta nel tempo che si raggiunge solo avendo conoscenza e competenza dell'agire e del fare ordinato. 


Tutto questo inizia in un momento importante della vita delle persone che si concretizza con l'apprendimento inteso "come coscienza delle realtà, secondo la totalità dei suoi fattori, e la totalità dei fattori dell'uomo,continuamente messi al vaglio altrui, per una crescita declinata verso l'eccellenza". 


Apprendere è un processo di costante affinamento che porta a fissare la conoscenza appresa nel tempo per fissarla in modo permanente al muro del sapere.


L'apprendimento è un fare circolare e ricorrente senza fine che porta, per istanti successivi, all'eccellenza, quale espressione autentica della raffinatezza, che si ottiene nel tempo attraverso l'imitazione del fare condiviso. 


Tutto questo diventa arte, essenziale per nutrire l'anima dell'uomo e spingerlo ogni giorno a migliorare la propria eccellenza, grazie alla forza dell'attività umana capace di unificare tutti i fili che intrecciano il reticolo dell'essere umano, che si dispone all'unità, per favorire la compenetrazione tra immagine poetica e vita ordinaria, tra la quotidiana esperienza di vita, e la stessa, impiegata per trasformare le azioni ripetute in un linguaggio creativo periodico e infinito. 


L'eccellenza assume in questo caso una dimensione aurea che si stacca dalla realtà per aspirare al mondo delle idee, e dei sentimenti, con i quali l'uomo dialoga in silenzio alla ricerca di una nuova identità da impiegare per affinare la relazione con se stesso e gli altri.



Se l'eccellenza eleva l'uomo verso nuovi mondi, cos'è quindi la perfezione?: significa portare a termine qualcosa che una volta completato non abbisogna di nulla. Infatti i greci si riferivano ad un flauto, ad una commedia, quindi a qualcosa di concreto, ad un oggetto ad una cosa visibile che l'uomo poteva toccare con mano per vedere in ogni istante se doveva togliere o aggiungere qualche cosa, perché non fosse privo di nulla. 


Aristotele riporta a noi le tre dimensioni della perfezione, ciò che è completo, che contiene tutte le parti necessarie, ciò che è buono, e che niente potrebbe essere migliore, e ciò che ha raggiunto lo scopo.


Eccellenza e perfezione agiscono in forma dinamica sul piano dell'espressione e sul piano del contenuto per concludere la loro azione nella qualità, la dimensione immateriale che vede intrise le due dimensioni forgiate dall'abilità dell'uomo che tende ogni giorno a colmare la distanza che lo separa dall'infinito. 


La qualità diventa l'elemento di sintesi che identifica l'eccellenza e la perfezione in grado di riportare l'abitudine del fare ordinato, declinato sul valore etico dell'impresa. 


L'abitudine ci porta ad assumere le consuetudini dei luoghi di vita dell'eccellenza e della perfezione che definisce l'identità, il modo di essere e il fare di una azienda.


https://www.gazzettadellemilia.it/cultura/item/23387-in-viaggio-nelle-aziende-del-futuro.html


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