Founder Senior
Fare impresa nell’era 4.0: essere resilienti, tra insistere per esistere
La resilienza riporta l’immagine di una persona che salta su una barca capovolta alla ricerca della salvezza dimostrando le proprie abilità e agilità nel rimanere in equilibrio.
Nella nave si è aperta una falla,
ma il mare, in religioso silenzio, aspetta
che i marinai la riparino,
perché possa riprendere a navigare sulle onde della felicità.
Giacomo Rizzi, architetto
Incontro spesso imprenditori che hanno fatto la storia delle loro imprese e giovani promesse che hanno creato, o stanno creando, la loro fortuna personale, e professionale, con impegno, volontà e determinazione, ma soprattutto con tanto entusiasmo, coinvolgendo anche le famiglie nei loro progetti. Lo scopo è realizzare il proprio sogno: creare qualcosa con le proprie mani che rimanga nel tempo e consenta ad altri di condividere il successo. Per fare questo dicono «occorre essere resilienti».
Negli ultimi anni, la parola resilienza ha trovato il modo per costruirsi una propria identità in molti ambiti della nostra vita quotidiana. Spesso la sentiamo enunciata all’interno di un dialogo tra persone e, in altre occasioni, è proferita nel contesto professionale. Viverla nella pienezza della propria etimologia attraverso il racconto di vita vissuta, da parte di giovani imprenditori ha il sapore dell’antico, che avvolge i ricordi di quanti sudavano e lavoravano duro per costruirsi un futuro migliore.
Per quanto mi riguarda, «le nuove generazioni non sono diverse. Agiscono in tempi diversi e con strumenti moderni, ma conservano dentro di sé il DNA di chi li ha preceduti e dai quali hanno ereditato il valore del lavoro e del fare impresa».
La resilienza nasce in ambito scientifico per descrivere il comportamento di un materiale di re-sistere ad un urto e di rilasciare l’energia assorbita in tempi variabili.
Questa frase può essere similmente riferita al comportamento di un imprenditore che deve contrastare gli urti provocati dagli attori presenti nel mercato di riferimento e trovare il modo per rilasciare l’energia positiva con la quale assolvere in pieno al proprio ruolo di riferimento, impegnato a garantire prosperità alla propria azienda.
La resilienza interviene nel fornire il carburante necessario per affrontare con coraggio le avversità. Facile a dirsi, più difficile da realizzare quando l’imprenditore decide di in-sistere nel proprio sogno nonostante segnali poco incoraggianti lo invitino ad ancorarsi ad un ormeggio tranquillo.
«Scegliere di abbandonare i privilegi lavorativi offerti da una splendida realtà aziendale per virare oltre confine e decidere di intraprendere la strada dell’imprenditore non è facile» è quello che sento ripetere dai giovani quando decidono di allontanarsi dal mito casa e bottega, che aveva contraddistinto le generazioni precedenti, per mettersi alla prova e sperimentare, sulla propria pelle, il valore della loro intraprendenza, decisi ad approdare nel mondo imprenditoriale per fare impresa.
De-cidere è re-cidere, è come essere sul crinale ghiacciato di una montagna e d’un tratto sprofondare senza accorgersi del perché. «Ritrovarsi dalla sera alla mattina in una angusta realtà aziendale dove partire da zero per apprendere l’arte dell’operare, fa la differenza, non solo al tempo presente, in riferimento alla perdita di benefit, ma anche in proiezione futura, del doman non v’è certezza».