Marco Driussi

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Io, me e me stesso

2019-06-27 11:34:39

Ti è mai capitato di pensare di essere giusto e di vivere in un mondo che è sbagliato? Oppure ti è successo di pensare che il mondo è giusto e tu di essere completamente in errore e non all'altezza? Partiamo da un quadro di Magritte per spendere due parole su questo tema. Leggi tutto!

Da che parte stare?

In un libro che ho letto tanto tempo fa, e di cui a memoria non mi ricordo il titolo, lo psichiatra Vittorino Andreoli esprimeva più o meno questo concetto: "spesso sentiamo una frattura che esiste tra noi e il mondo che ci circonda. Di solito le soluzioni a questa frattura sono due: pensare che il mondo è tutto sbagliato o pensare che noi non andiamo bene per il mondo". Ebbene questo è un passo che facciamo quotidianamente. O pensiamo che noi siamo nel giusto e che quindi gli altri non capiscono assolutamente nulla di noi, oppure pensiamo di non essere all'altezza. Quindi se i rapporti con le persone non funzionano è perché siamo degli emeriti incapaci che non meritano nulla di buono dalla vita.


Chiamati a stare con gli altri

Come sottolineato in un articolo precedente, l'essere umano è un animale sociale e quindi fatto per stare in mezzo agli altri. Certo, mi potrai obiettare che possiamo stare anche soli, ma allora dovremmo preparare uno zaino e andare in un posto sperduto a fare gli eremiti in maniera tale da non avere effettivamente più contatti con gli altri. Saremmo disposti a metterci a raccogliere frutti selvatici oppure a cacciare per essere completamente indipendenti dagli altri? Credo che pochi di noi ne sarebbero capaci.

Noi viviamo immersi in una rete sociale che esisteva prima di noi e che esiste anche senza di noi. Quindi, che lo vogliamo o no, siamo chiamati a condividere gli spazi con gli altri.


Né io né te

Alcuni anni or sono mi ricordo di un concetto che mi era stato spiegato in un corso di formazione:

- Ci sono cose che noi sappiamo di noi stessi che gli altri non vedoni

- Ci sono cose di noi che non sappiamo ma che gli altri riescono a vedere


Certo, qualcuno potrebbe obiettare: chi meglio di me può conoscere me stesso? Diamine!? Eppure il contesto è più complicato. Adoperiamo la metafora dello specchio. Come facciamo a vedere il nostro volto? Di solito abbiamo bisogno di una superficie riflettente che ci permetta di vedere il nostro volto. Allo stesso modo, spesso riusciamo a capire aspetti di noi, quando entriamo in contatto con gli altri. Ciò non significa che tutto quello che gli altri dicono di noi, effettivamente sia vero. Se però due o più persone che non si conoscono tra di loro, fanno un'affermazione simile su di noi, o si tratta di una casualità, oppure forse qualcosa di vero effettivamente c'è. Se due o più persone affermano che sono allegro, probabilmente quanto espresso sarà vero.


Che fare quindi?

Di solito possiamo fare un'operazione semplice. Prendere le osservazioni che ci sembrano sensate e poterne fare tesoro. Possiamo anche rifiutare completamente le osservazioni che ci vengono mosse, ma ciò significherebbe che tutte le volte in cui qualcosa non va, penseremo che il mondo è cattivo. Ma è veramente così? Io direi piuttosto che il mondo è complicato, ma ciò non significa che tutto è da buttare. Se la pensiamo così - e la tentazione è forte - allora perdiamo l'occasione di incontrare belle persone che magari sono vicino a noi.

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