Marco Driussi

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Il corona virus e la paura dell'ignoto

2021-06-15 13:49:00

L'uomo e le incertezze del 2021

C'era una volta l'uomo occidentale del XXI secolo, sicuro di sé e del mondo che lo circondava. Un uomo concentrato sul successo, sulla realizzazione di se stesso e che cercava di trovare il proprio posto al sole per mostrare quanto personalmente valesse.



C'era una volta, dicevo. Perché poi le cose sono cambiate. Dal febbraio 2020 circa, almeno in Europa, siamo entrati in contatto con qualcosa che ha cambiato il nostro modo di vivere. Il coronavirus. Non entro nel merito dell'origine del virus, cerco solamente di leggerne le conseguenze per ognuno di noi.


Un virus, mille certezze in pezzi
Questo virus e la rivoluzione che ha portato nelle nostre vite, ci ha improvvisamente messo davanti agli occhi la nostra fragilità, le nostre paure, le nostre false certezze di poter controllare tutto e tutti a nostro esclusivo piacimento. Di questa illusione ne aveva già parlato il filosofo Friedrich Nietzsche: l'essere umano teme quello che non può conosceere e quindi cerca di costruirsi risposte per acquietare le proprie paure che sono spesso profonde come gli abissi.

Per la prima volta da qualche anno a questa parte ci siamo resi conto che la realtà non è la pagina di un social, per cui basta schiacciare un bottone per cancellare tutto. Non basta dire "la pandemia non esiste" affinché tutto possa tornare come prima. Non è un caso che ansie e depressioni siano qualcosa con cui si ha a che fare, come effetto collaterale di quanto stiamo vivendo, soprattutto tra i giovani.

Ci siamo improvvisamente riscoperti come parte della natura, sottoposti alle stesse regole della natura e non come una categoria a parte che il mondo può controllare a proprio piacimento. L'idea di controllare il mondo - tipica della rivoluzione scientifica del 1600 - è andata in frantumi.

La difficoltà di fare i conti con se stessi
E fare i conti con la realtà è complicato. Significa mettere da parte quello che abbiamo pensato, creduto, sostenuto per lungo tempo: un processo nella maggior parte dei casi doloroso. Eppure necessario. Perché necessario, dirà qualcuno? Perché, brutalmente detto, la vita se ne frega delle nostre convinzioni ingenue e irrompe nella nostra quotidianità, come sosteneva Pirandello. Costruiamo muri di certezze che la vita spazza via attraverso una pandemia o qualunque evento difficoltoso che può subentrare nella vita di ognuno.

Quindi, prima o poi, dobbiamo farci i conti. E se non abbiamo imparato la lezione oggi, in questo periodo epocale, rischiamo di non aver appreso niente.

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