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Connessi ma sempre più sconnessi - Parte II
"Al posto di tormentarsi con un mondo assurdo, basterebbe toccare il corpo di una donna, rispondere a uno sguardo. E scrivere d'#amore, scrivere d'amore anche se si fa ridere..." Le parole di Roberto Vecchioni per continuare la mia riflessione sui #rapporti #umani attraverso un po' di #psicologia
Piuttosto che il mondo, viviamo nel nostro pensiero
Spero tu abbia ascoltato questa canzone di Roberto Vecchioni, una di quelle capaci di far vibrare l'anima come poche. Un testo che parla dello scrittore Fernando Pessoa e dei mondi che si è costruito nella sua vita, per sfuggire alle dinamiche umane che ai suoi occhi apparivano troppo banali e ridicole. Talmente banali che scrivere una lettera d'amore era per lui fin troppo ridicola come attività. Finché, ad un certo punto, si è reso conto di quanto tempo aveva perso e di quanto poco gliene era rimasto da vivere.
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I perfetti sconosciuti
È proprio il tempo che noi impieghiamo, l'unica cosa di cui disponiamo. E spesso, come scritto nel mio post precedente, lo spendiamo scansando il più possibile ciò che ci urta di noi stessi e degli altri. E così non conosciamo né noi stessi né gli altri, sperando di evitare quella cosa che a tutti dà fastidio, il dolore. E così accade come nel film I perfetti sconosciuti in cui le coppie che si ritrovano a cena scoprono di non sapere nulla della persona che hanno di fronte. Un film che è una vera e propria bomba, talmente bello che non mi stanco mai di guardarlo. Tornando al nostro tema, se ci pensi bene, quante volte ognuno di noi è capace di accettare che non sempre ciò che facciamo va bene e che quanto tu ed io e tutti gli esseri umani hanno vissuto, in realtà non può essere cancellato. È così che molto spesso tutti noi esseri umani cerchiamo di tirare un colpo di spugna sul nostro vissuto. Cosa che possiamo fare, certamente, ma che ci impedisce di adoperare uno strumento preziosissimo: la comprensione di noi stessi e degli altri.
Ascolto me stesso e ascolto l'altro
Se io so che ho avuto delle difficoltà, allora potrò fare il possibile per evitare che ciò accada anche all'altro. Se l'altro si comporta in una maniera che ci turba, potremo avere un po' di pazienza, sapendo che anche noi non siamo perfetti. Insomma, potremmo capire che siamo tutti sulla medesima barca e che dovremmo imparare ad andare d'accordo. Ascoltare noi stessi e gli altri ci permette quindi di fare veramente esperienze di vita profonde che sono di per sé quello di cui abbiamo bisogno.
Siamo fatti per stare con gli altri
L'essere umano è un animale sociale ricordava il filosofo Aristotele. Siamo fatti per stare con gli altri. Certo, possiamo anche non farlo, per evitare di stare male, per evitare che per l'ennesima volta qualcuno si prenda gioco di noi e se ne approfitti come sempre è accaduto e come sempre, pensiamo noi, accadrà. Ma così rinunciamo a un piccolo dettaglio: vivere. Siamo capaci a rischiare? Siamo capaci a prenderci cura di noi stessi e degli altri? Siamo capaci di dire il nostro sì alla vita, come diceva Nietzsche? Cerchiamo di ricordarci che il tempo che abbiamo e le emozioni di cui disponiamo possono rendere la nostra vita e quella degli altri qualcosa di splendido.