Giuseppe Andò

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La Leadership e il Domandone Ontologico

2019-04-30 11:38:26

Prima di affrontare un tema come la leadership, tanto delicato quanto inflazionato dalla letteratura, forse sarebbe bene porsi il "domandone ontologico": cos'è la leadership?

Se leader si nasce, tutta la letteratura esistente sulla materia è inutile e senza senso.

Prima di affrontare un tema come la leadership, tanto delicato quanto inflazionato dalla letteratura, forse sarebbe bene porsi il "domandone ontologico": cos'è la leadership? La domanda è rivolta a tutti coloro che vogliano andare oltre le solite idee, già macinate più volte e offerte con ogni tipo di “condimento” culturale, aziendalistico o pseudoscientifico. Probabilmente, si tratta "semplicemente" di mettere a fuoco e in ordine quelle conoscenze ed esperienze che già ci appartengono e che noi stessi cogliamo e registriamo distrattamente e inconsciamente nella nostra pratica quotidiana. Quindi, torniamo al domandone: cos'è la leadership? È un insieme di qualità che prese nel loro complesso sostanziano la parola o si tratta di un’astrazione inconsistente? Insomma, per definire la leadership è necessario portare l’esempio di un leader o si riescono ad isolare le caratteristiche ricorrenti che definiscono la leadership, a prescindere dalle singole incarnazioni? La domanda è fondamentale, perché se la leadership è solo una caratteristica personale e naturale e non si apprende né si trasmette, tutto il discorso crolla. Se leader si nasce, tutta la letteratura esistente sulla materia è inutile e senza senso. Per quanto mi riguarda, mi sono detto che no, la leadership, quando va oltre il puro e semplice carisma, è una vera e propria tecnica per guidare un gruppo di persone verso un traguardo. Ciò che ho in mente non è il solito personaggio che riesce ad influenzare la compagnia su quale film andare a vedere o su dove passare le vacanze, ma qualcuno che con metodologia e conoscenza è in grado di condurre persone con caratteristiche diverse verso una meta comune e condivisa. È qualcuno che sa gestire il consenso, che conosce i meccanismi della motivazione, che conosce le dinamiche della persuasione e che ha nella comunicazione uno strumento di avvicinamento e coinvolgimento.  

Le dinamiche sociali della leadership

Vorrei indebolire l’idea che la leadership sia come l’altezza o il colore degli occhi o dei capelli, cioè qualcosa che nasce con le persone, per rafforzare l’idea che sia un’attività acquisibile attraverso la conoscenza e l’esercizio. Per questo non mi accontento di riconoscere nella leadership solo la funzione carismatica di chi è naturalmente dotato di capacità persuasiva. Quel che propongo è una visione razionale e metodologica della leadership. È del tutto inutile elencare una serie di competenze e di abilità irrinunciabili per il leader, se non ci si prende la briga di spiegare come queste siano accessibili e con quali modalità apprenderle ed esercitarle. È solo con un approccio razionale e, quindi, valido e percorribile per tutti, che la leadership diviene una tecnica e smette di essere una qualità innata. Al di là dei proclami delle varie scuole di pensiero, l’approccio concreto alla leadership rimane elitario ed esclusivo. La realtà è che la leadership è la capacità di coordinare e rendere efficaci tutti i contributi che un gruppo di persone apporta in un certo contesto. Non è una qualità assoluta del leader, è l’espressione degli equilibri esistenti nel contesto nel quale la leadership si esprime. Rappresenta la scelta migliore possibile che il gruppo, più o meno inconsciamente, compie. Le dinamiche sociali della leadership sono segnate dal principio del bene comune, come espressione ancestrale dell’istinto di sopravvivenza. Certo, in ambito aziendale i leader sono spesso scelti a monte dei processi di selezione spontanea, ma, a maggior ragione, hanno bisogno di acquisire gli strumenti per esprimersi e per far esprimere i membri della loro squadra. Il leader che ho in mente possiede la metodologia per gestire le complessità che si nascondono tra le pieghe di un’organizzazione. Ma quali sono queste abilità? Eccole:

Democratizzazione del processo di accesso alla leadership

Le nove abilità elencate, che ovviamente non esauriscono le possibili competenze di un leader, sono tutte acquisibili attraverso un percorso di crescita personale. Anche la creatività, che sembrerebbe richiamare una caratteristica totalmente ascrivibile ad una dote innata, è il frutto di un esercizio di auto-valorizzazione. Credo che restituire alla razionalità il giusto peso nella configurazione di un modello di leadership, renda la stessa più realistica e, soprattutto, perseguibile da qualsiasi persona ragionevole. Si tratta di un’operazione di democratizzazione del processo di accesso alla leadership, senza ricorrere a sofisticazioni e immaginarie intelligenze multiple. Insomma, ritengo che se un manager dispone di un metodo razionale può iniziare, concretamente, a modificare i propri comportamenti sulla via della propria auto-realizzazione come leader. Questa, almeno dal mio punto di vista, è una delle possibili risposte al domandone ontologico.

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