Giuliano Mauro

Founder Junior

Se qualcosa e profondamente sbagliato

2020-05-11 16:44:26

Disobbedienza civile


Se qualcosa è profondamente sbagliato, rappresenta un' ingiustizia o semplicemente non è in linea con i nostri valori, NON SIAMO OBBLIGATI A FARLO, nemmeno se è la legge ad imporlo. 

Ogni cittadino è libero di agire come meglio crede, almeno fintanto che non limita la libertà altrui.

Questo modo di agire viene comunemente definito disobbedienza civile, ovvero la possibilità che tutti abbiamo di andare contro le regole, pagandone ovviamente le conseguenze  laddove sia necessario. 

Come si interfaccia questo pensiero con la semplicità volontaria?


ATTUARE LA DISOBBEDIENZA CIVILE


Pensiamo  a quel terribile momento storico in cui gli ebrei venivano mandati a morire nei campi di sterminio; ERA PERFETTAMENTE LEGALE, mentre era illegale aiutare e liberarli.

Chi si opponeva alla follia delle uccisioni di massa stava certamente facendo la cosa Giusta, nessuno può  dire il contrario, ma andava contro la legge, facendo di fatto un' azione di disobbedienza civile.

Anche la lotta per i diritti dei neri degli Stati Uniti è  stato un esempio lampante di questa forma di opposizione ai soprusi legalizzati dal potere.

Come avrete certamente  compreso  non si tratta di eludere la legge compiendo azioni deplorevoli, ma di SCEGLIERE DI SEGUIRE UNA BUONA MORALE  LADDOVE LA LEGGE È  INGIUSTA.

Ed è inevitabile che anche oggi esistano casi in cui la legge, così rigida e vincolata dalla necessità di non creare pericolosi precedenti, talvolta dia vita ad ingiustizie.

Esistono pertanto situazioni dove la disobbedienza civile ha perfettamente senso ed è qualcosa di ETICAMENE E MORALMENTE GIUSTA.

In certi casi invece si cammina su una linea sottile, dove taluni riterranno giusto disobbedire  e altri no.

Va ricordato che ci sono situazioni dove agire contro le regole imposte dal sistema può comportare PESANTI CONSEGUENZE PENALI, pertanto è meglio conoscere bene la legge prima di infrangerla con troppa leggerezza.

Un esempio che ci aiuta a comprendere l' ambiguità di fronte alla quale ci possiamo trovare è l' eventuale richiesta, da parte  di una persona non autosufficiente e gravemente malata, di aiutarla a TOGLIESI LA VITA. In Italia, farlo, è illegale, ma mettetevi nei panni di un genitore implorato dal figlio la cui fine è comunque segnata, di porre anzitempo fine ad un' agonia che dura da mesi.

Per alcuni si tratta di una pratica sbagliata a prescindere, per altri semplicemente l' applicazione della libertà di scelta del singolo.

La SEMPLICITÀ VOLONTARIA, così come l' abbiamo codificata all' interno del NOSTRO MANIFESTO, non prevede alcun forma specifica di  disobbedienza civile, ma questo non significa che gli appartenenti al movimento non siano liberi di applicarla laddove lo ritengano moralmente corretto.

Liberarsi del lavoro e non contribuire ( con le proprie tasse ) all' esistenza del sistema è una scelta forte, ma non lavorare non è reato e pertanto questa decisione, per quanto radicale e pericolosa per il sistema, non rappresentano  propriamente un atto di disobbedienza civile.

Un punto fondamentale che ci tengo a sottolineare in conclusione di questa chiacchierata su un tema che mi andava di affrontare, è  L' IMPORTANZA DI ASSUMERSI SEMPRE PIENA RESPONSABILITÀ DI CIÒ  CHE SI FA.

La disobbedienza civile non è elusione delle regole in modo coatto e furbesco, é  un atto che si compie pubblicamente e a viso scoperto, spesso autodenunciandosi, perché  la volontà  di base è propio quella di mettere il sistema di fronte alle proprie INCONGRUENZE, in modo che l' esempio dato ne contribuisca al cambiamento.


Francesco Narmenni