l'orco che non spaventava i bambini
e via e via
Sul volto dell’uomo comparve tutta la presunzione di quel maestro che sa di aver svolto bene la lezione, sentiva di aver vicino il figlio anche se a lui non aveva raccontato nulla della malattia, lo abbracciò e gli fece capire stringendolo quanto tutto in quel momento fosse straordinario. Non nascose la sua soddisfazione di padre, sapeva che il figlio non si sarebbe mai approfittato di quella debolezza, il suo viso infatti piangeva e non tutti i figli sanno riconoscere il vero pianto dei padri.
Il vecchio tornò a dormire nel portone, il ragazzo quella notte scese di nuovo a trovarlo e gli raccontò come era andata col padre. Il vecchio raccontò al bambino come era andata con la signora della bottega di ortofrutta, gli raccontò anche del suo amico giardiniere e del parco che darebbe diventato un centro commerciale, gli disse di avere con sé ormai solamente novantasette lumache.
Trascorsero più di due ore a parlare, il discorso era sempre lo stesso. Erano tutti e due compiaciuti del fatto che, sia il padre del ragazzo che la signora della bottega e anche il giardiniere, avevano accettato di buon grado le lumache, erano convinti entrambi che ciò fosse il primo passo giusto, si complimentarono e si strinsero la mano: “Ottimo lavoro”, dissero.
Prima di separarsi il vecchio ci tenne però ad incoraggiare ancora il ragazzo, conosceva la fragilità dei giovani e gli disse: “Vedrai, tuo padre guarirà, lui saprà osservare quello che tu gli hai donato con tanto amore, ne capirà i movimenti e li imiterà e il suo male, al cospetto di tanta armonia, sarà costretto ad indietreggiare”. Ed aggiunse: “Vedi ragazzo mio, la lumaca può insegnare agli esseri umani il comportamento e molte più cose ancora, i suoi movimenti stupiscono e possono persino far sognare i cuori, basta dedicare la giusta attenzione, la giusta considerazione e questo, figlio mio, non vale solo per la lumaca, vale per tutte le cose di questo mondo, vale anche per gli esseri umani. Ora è tardi però, anche se non rischiamo più di essere scoperti devi andare, vai figliolo e sentirai la tosse di tuo padre già meno forte”.
Il padre del ragazzo aveva raccontato tutto alla madre e ciò che apparentemente la lasciava esterrefatta riusciva sempre più a tranquillizzarla. La madre accettò tutto come un segno del destino e riconosceva la sua famiglia più unita che mai ogni giorno che passava, non ne fece parola con nessuno neanche con la sua migliore amica, seppe però riconoscere sul viso della fruttivendola la stessa espressione che aveva letto negli occhi del figlio un giorno andando a fare la spesa.
Erano passati diversi giorni, ormai il vecchio non si vedeva più in giro e la sua ombra nemmeno, il ragazzo uscendo dalla scuola non seppe resistere ed andò nella bottega della signora. Non aveva nessun presentimento, non era preoccupato, non aveva comunque smesso di scendere prima che arrivasse la notte, ad assicurarsi che il portone fosse aperto, non aveva pensato neanche per un minuto che l’uomo potesse essersi allontanato definitivamente dalla città. Comunque entrando nella bottega in qualche modo era come se fosse alla ricerca della conferma dei suoi pensieri. Notò sul banco, vicino alla cassa, una grande foglia di lattuga dietro la quale scorse la lumaca che il vecchio aveva regalato alla signora, notò il volto della signora ancora cupo e rattristato, entrambi sopportarono il peso di quell’interminabile manciata di secondi che li divise dal parlarsi, certi però che l’argomento del loro discorso sarebbe stato lo stesso, certi anche che alle domande ci sarebbero state sicuramente le giuste risposte, così intrecciarono una sorta di aiuto e conforto reciproco rassicurandosi vicendevolmente su ciò che non conoscevano o non sapevano, ma avvertivano nel cuore la certezza di non essere mai stati traditi. Il ragazzo prima di uscire disse: “Non abbia timore signora vedrà che il vecchio sarà qui al più presto, forse in questo momento c’è chi ha più bisogno di noi della sua presenza, non dubiti, presto tornerà”.