Giovanni Bonomo

​Internet: da infrastruttura anarchica a istituzione regolata

2018-11-14 15:18:20

Sembra ormai divenuta inevitabile e ragionevole una regolamentazione di Internet, nata come infrastruttura anarchica ma ora divenuta strumento universale di accesso alle informazioni. Nel serrato dibattito tra fautori della neutralità e libertà senza regole e quelli della regolamentazione istituzionale, tra apocalittici e integrati, tra catastrofisti e ottimisti, credo che si debba seguire la più ragionevole linea di pensiero sulla necessaria evoluzione della Rete da infrastruttura neutrale e anarchica a istituzione di mercato regolamentata e dotata di autonomia economica.Il fenomeno mondiale di Internet, essendo storia recente, resta ancora in larga misura inesplorato. [segue]

Il Web non sarà mai sede di vere libertà finché non avrà una regolamentazione economica e giuridica, non solo per gli indiscutibili aspetti di interesse pubblico come la fruizione di servizi sociali quali sanità, previdenza, istruzione, etc., ma anche per il pieno e sicuro esercizio dei diritti individuali di manifestazione del pensiero e di iniziativa economica. Si parla di "cittadinanza digitale" a proposito di come l'individuo si relaziona con i pubblici poteri ed esercita i suoi diritti di cittadinanza, oltre che di "identità digitale", che si esprime nei social networks con il fenomeno della moltiplicazione delle identità virtuali e dell'appartenenza a "gruppi" di condivisione di interessi comuni.

Ma resta il fatto che, così come è oggi, la Rete funziona in modo asimmetrico e distorsivo, polarizzando il valore economico a Ovest, verso gli Usa, e a Est, verso la Cina, lasciando alla nostra Europa solo le briciole, e all'Italia le briciole dell'Europa. Questo veniva già evidenziato 8 anni fa al convegno "La libertà su Internet", organizzato dalla Fondazione Piero Calamandrei a Roma il 13 ottobre 2010, dal prof. Carlo Alberto Carnevale Maffè, della Scuola di Direzione Aziendale – Università Bocconi e le sue parole sono purtroppo ancora attuali a distanza di cinque anni.

Sotto il profilo economico Internet, per la sue caratteristiche di ubiquità, permanenza e assenza di costi, è divenuta una piattaforma di scambi multilaterali, produttiva di esternalità informative sia positive, come i servizi a valore aggiunto e l'interoperabilità delle reti di comunicazione elettronica, che negative, come quelle dell'affollamento di traffico e dei contenuti spazzatura. In questa situazione ogni ideologia di network neutrality sulla neutralità della Rete non paga, come spiegato dal relatore: Internet deve diventare una nuova istituzione, un sistema operativo sociale.

Come sono stati da ultimo riconosciuti, prima la radio e poi la televisione, servizi di media radiofonici e audiovisivi, così anche Internet dovrà essere riconosciuta e regolamentata tra i media come quello istituzionale universale, di accesso tendenzialmente wireless, con una qualità di servizio garantita a tutti e tramite le risorse frequenziali più efficienti. E la priorità non deve essere tanto la velocità o la "banda larga", quanto la permanenza, la pervasività e la sicurezza. La Rete si aggiunge ai – dunque non elimina i – luoghi di incontro e di aggregazione tradizionali, dalla piazza alla spiaggia, dal cinema al concerto. Grazie ad essa i singoli sono meno isolati e le differenze economiche, sociali e culturali pesano assai meno che in passato. [Fonte: https://www.studilegali.com/articoli/internet-da-infrastruttura-anarchica-a-istituzione-regolata]

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