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Significato storico e medico del simbolo del Caduceo
Il Caduceo, o bastone alato del dio greco Hermes (Mercurio per i romani), è uno dei simboli più antichi della storia dell'umanità, comune a civiltà diverse. (Nella figura sopra, una foto scattata dal sottoscritto di un affresco in Austria).
La parola - Caduceo, deriva dal Greco “Kerukeion” e significa: l’Insegna o il Bastone dell’araldo, o Messaggero degli Dei. I latini chiamavano - Caduceo - (da cadecus - caduco - ramo staccato da un albero) la verga di ulivo che contraddistingueva gli araldi nell’ esercizio delle loro funzioni.
Il Caduceo è costituito da un bastone centrale dotato nella parte superiore di due ali, simboleggianti il primato dell’intelligenza che si pone al di sopra della materia per poterla dominare.
Oltre il bastone centrale, è costituito ancora da due rettili, simbolo della polarità del bene e del male, tenuta questa in equilibrio dal Dio che ne controlla la forza.
I due rettili attorcigliati in senso inverso fino alla sommità sono posti l’uno di fronte all’ altro con le rispettive teste, formano nell’ intreccio tre anse.
In questo intreccio i serpenti si accoppiano ed il maschio di ascendenza solare, è posto a destra mentre quello femminile, di ascendenza lunare, è posto a sinistra.
Prima che al Mercurio dei romani, il Caduceo venne attribuito come emblema ad Ermete Trismegisto (trismegisto significa "tre volte saggio"), mitico progenitore dell'arte magica tradizionale, intesa come nobile sintesi del sapere universale in ogni sua applicazione: medicina, legge morale, religione, filosofia, matematica, scienze naturali etc.
Dal nome di Ermete Trismegisto scaturisce il termine ermetismo per indicare la conoscenza iniziatica, il cui apprendimento richiede studio profondo e dedizione.
Il mito di Ermete risale alla civiltà egizia più remota.
Fu ripreso dalla mitologia greca che ne trasse il dio Hermes, poi divenuto il Mercurio dei romani.
Presso questi ultimi il Caduceo ebbe anche una valenza morale oltre che medica, poiché rappresentava la condotta onesta e al tempo stesso la salute fisica della persona.
Ne fa fede l'elmo scintillante del dio decorato anch'esso con un paio d'ali, che ha la duplice funzione di proteggere il capo - sede di memoria, intelletto e spirito - e accrescerne la dignità con il suo splendore.
In conclusione, il Caduceo simboleggia in senso lato l'enigma della complessità umana e delle sue infinite possibilità di sviluppo.
In senso specifico è universalmente riconosciuto come emblema della medicina, in base alle stesse motivazioni etico-biologiche che determinano un'evoluzione del mito in tal senso, ponendo l'originaria bacchetta di Hermes nelle mani di Asclepio, inventore e futuro dio della scienza medica.
Con Asclepio l'antica verga diventa scettro di dominio sulla natura, consentendo all'operatore di utilizzare i veleni per guarire i malati e resuscitare i morti.
Ciò che vi era di negativo nelle cose terrene diventa positivo grazie al Caduceo e alla lotta dei due serpenti che in esso si fronteggiano: sostanze originariamente benefiche diventano salvifiche, tramutandosi in rimedio grazie alla sapienza del medico-dio.
È il trionfo della "coppa salutare", nella quale si compie il recupero della forza vitale pervertita risanata e armonizzata grazie alla "giusta misura" di cui solo il redentore del Caduceo conosce il segreto.
Una curiosità etimologica: il termine "farmaco" deriva dal greco "pharmakon", che significa sia MEDICINA sia VELENO. I due serpenti, secondo alcune versioni, rappresenterebbero questa duplice natura del farmaco che, ancora adesso, è attualissima: a oggi, infatti, non esiste alcuna rigorosa "linea di confine" fra una sostanza definibile come "medicinale" e una definibile come "veleno", se non i dosaggi cui può essere impiegata, e il farmacista è colui che sa dosare e distinguere tra il dosaggio velenoso e quello terapeutico.
Non a caso tutt'oggi il caduceo è il simbolo dell'ordine dei farmacisti ed è rappresentato dalla spilla dorata appuntata sul camice degli stessi.