Gennaro Buonerba

Ipertensione e bici: pedalare è terapeutico

2019-07-30 09:49:21

Pedalare fa bene alla salute .

Che la bici possa essere considerata uno strumento per la lotta alle cosiddette “malattie croniche non trasmissibili” come diabete, ischemia e ipertensione è ormai un’evidenza scientifica consolidata

’. Poco invece è ancora noto sull’efficacia della dose-risposta del ciclismo, ovvero della relazione tra la quantità (tecnicamente detta volume) di attività fisica in bici e gli effetti sulla salute. 

Prodotti consigliati : https://shop.foreverliving.it/shop-online-390521019620.html

A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno studio inglese, supportato dal British Cycling (l’equivalente della nostra FCI), che ha monitorato per un anno 6949 ciclisti tra i 18 e gli 88 anni, valutandone il volume di utilizzo della bici, il BMI (indice di massa corporea) e la pressione arteriosa. L’ipertensione  infatti è una delle patologie più diffuse nel Regno Unito e una delle cause di morte più comuni tra i sudditi di Sua Maestà, tanto che il Ministero della Salute inglese afferma che solo il trattamento di tale patologia ha un costo di 8 milioni di sterline annue che gravano sulle casse statali. 

Ciò che è emerso dallo studio è molto interessante poiché è stata notata una relazione inversa e lineare tra il volume di utilizzo della bici e la pressione arteriosa. Maggiore il monte ore passato in bici e minore il rischio di sviluppare ipertensione. I ricercatori che hanno eseguito lo studio affermano dunque che la bici possa essere considerata un vero e proprio trattamento per l’ipertensione e le malattie cardiovascolari in generale, con un effetto dose-risposta ben quantificabile. Inoltre dallo studio è emerso che anche tra volume in bici e BMI vi è una relazione dose-risposta correlata e che quindi la bici possa diventare uno strumento attivo per la lotta all’obesità, alle sindromi dismetaboliche, all’ipercolestorolomia e al diabete.

Un’ulteriore punto da sottolineare è che nessuno dei 6949 partecipanti allo studio si è rivolto a un medico nell’arco dell’intero monitoraggio per problemi fisici, se si escludono le visite mediche sportive obbligatorie e i controlli di routine. Ciò significa che chi pratica regolarmente ciclismo ha una minore necessità di supporto medico e ciò ha degli effetti benefici anche sulla spesa sanitaria indiretta, poiché tutto questo si può tradurre in meno code agli sportelli degli ospedali, medici meno oberati di lavoro e una gestione più semplice da parte del sistema sanitario.

Tutti questi dati, emersi dallo studio “Dose–response associations between cycling activity and risk of hypertension in regular cyclists: The UK Cycling for Health Study“, sono incoraggiante per chi, come Bikeitalia, da sempre sostiene che la bici avrà un ruolo importante nel migliorare la salute dei cittadini. Ciò che rileviamo è che lo studio fa parte di una serie di azioni ben precise messe in atto dal British Cycling dal 2003 per favorire la diffusione del ciclismo nel tessuto sociale inglese, affinché una popolazione più votata al ciclismo possa fornire le basi per lo sviluppo dei professionisti del futuro. I risultati che i team inglesi, sia a livello di squadra nazionale che di singoli atleti, stanno ottenendo negli ultimi anni non fanno che dare ragione alla politica lungimirante dei manager della British Cycling.


1