Founder President
Tempi duri 3 – Si intravede un po’ di luce…
Da qualche giorno sono tornata a camminare, anche allontanandomi da casa (in solitudine) e pure a fare qualche giretto in bici…Comunque vorrei tributare ancora un omaggio a quel giardino che in questi lunghi giorni mi ha tenuto tanta compagnia.
Per me il giardinaggio è un hobby gratificante, occuparmi di piante e fiori rilassa, creare un ambiente ricco di profumi e colori diversi in ogni stagione mi dà grandi soddisfazioni.
Lavorando non mi annoio e …imparo ad essere paziente.
Questo capitolo lo riservo ai fiori più importanti e vistosi che nella precedente puntata avevo trascurato, a favore dei loro fratellini più timidi e umili. Direi che il posto d’onore spetta di diritto al glicine (Wisteria sinensis), che nei giorni scorsi è letteralmente esploso, mettendo in mostra tutta la sua prorompente cascata di colori e profumi.
Il glicine ha una vitalità tremenda, cresce dappertutto a una velocità incredibile, si avvinghia come un boa su qualunque struttura, si infila anche dove non lo vorresti e non riesci più ad eliminarlo. Però è talmente bello in questa prima fioritura (ne farà una seconda in estate, più modesta) ed il suo profumo così inebriante che gli perdoni tutto. Comunque prima di piantarlo pensateci bene, perché sarà una lotta perpetua per tenerlo a bada…
Altra fioritura di tutto rispetto è quella della Mahonia (Mahonia aquifolium), robusto arbusto sempreverde, semplice e soprattutto non bisognoso di cure.
Adatto per una siepe, si può collocare indifferentemente in pieno sole o in mezza ombra.
In primavera si copre di fiori a pannocchia di un giallo intenso, molto amati dalle api, evidentemente attratte dal profumo e dal nettare abbondante.
Le foglie spinose d’estate sono verde scuro, lucide e in inverno assumono tonalità rosso-purpuree.
I frutti sono belle bacche nero-blu molto decorative.
Le Peonie (genere Paeonia) le avete già viste in apertura, sono tra le mie piante preferite.
Costeggiano la recinzione che separa il prato da un ruscello.
Si possono suddividere in due specie principali, le arbustive e le erbacee perenni. Le arbustive sono più precoci nella fioritura e maestose, possono raggiungere altezze fino ad un paio di metri. Le mie sono rosse, rosa e bianche.
Le erbacee perenni fioriscono più tardi, sono caratterizzate da colori diversi e vistosi.
I fiori sono molto belli, ma delicati e spesso la pioggia li danneggia.
Queste piante sono originarie di Cina e Tibet, ma si sono adattate perfettamente ai nostri climi. Preferiscono posizioni in mezza ombra e richiedono abbondati annaffiature. Dopo la fioritura i fiori vecchi vanno asportati; nelle specie erbacee, all’inizio dell’inverno, le foglie vanno tagliate raso al suolo.
Le calle sono fiori di una grande delicatezza e bellezza, con la loro forma a imbuto, che abbelliscono un angolo del mio giardino. Si tratta di piante perenni.
Io le coltivo in piena terra, in semiombra e in un luogo umido. Devono essere riparate in inverno; dopo averle rase al suolo, ricopro con uno strato di foglie secche e con il velo da sposa, per ripararle dal freddo che potrebbe gelare i tuberi. In primavera, puntuali, rinascono.
Molto appariscenti sono gli arbusti di azalee (genere Azalea, ricchissimo di varietà) che in primavera regalano una fioritura particolarmente vivace e brillante. Sono resistenti sia alle alte che alle basse temperature, semplici da curare. Hanno bisogno di un terreno acido, arricchito con torba. Devono essere annaffiate frequentemente, mantenendo il terreno umido, e in zone molto calde meglio evitare posizioni in pieno sole.
I fiori più longevi che possiedo sono le rose, che mi accompagnano alla porta di casa.
Le aveva scelte e collocate in quell’aiuola mia suocera, erano infatti i suoi fiori preferiti.
Lei aveva dato origine a questo giardino; ora molto è cambiato, ma le sue rose sono rimaste le stesse e nello stesso luogo.
Vellutate, profumate, delicate sono garanzia di bellezza, fioriscono dalla primavera all’autunno.
Purtroppo la pioggia di questi giorni le ha danneggiate, ma torneranno presto ad abbellire quell’angolo dedicato loro.
Questo non è un fiore, ma per la sua imponenza e i suoi colori merita sicuramente un posto su questa pagina. E’ un faggio tricolore (Fagus sylvatica tricolor), così chiamato perché le sue foglie, specie quando sono giovani come in questa stagione, hanno delle screziature che le fanno sembrare petali di un immenso fiore. Questa pianta ha cinquant’anni e comincia a trovarsi un po’ stretta nello spazio che le fu assegnato, nonostante siano stati abbattuti vari altri alberi per farle posto…
Lavorare in giardino mi permette di godere della bellezza e di ringraziare il creatore di tante meraviglie, perché la bellezza della natura mi parla della grandezza di Dio:
“Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore”
dal libro della Sapienza (13,5).