Gemma Giletta

Founder President

Tempi duri 2 – Elogio del giardino

2020-04-25 13:47:17

Continua la scoperta delle meraviglie di casa propria in questi periodi di confinamento. La primavera, fregandosene del virus, avanza imperterrita.

In questo tempo di quarantena, dall’11 marzo sono relegata in casa. Mi ritengo privilegiata perché ho un giardino dove posso svariarmi e godere del contatto diretto con la natura, che per me è sempre stato un potente antidepressivo.

Tutti desideriamo essere felici, quando lavoro  o passeggio in giardino ritrovo quell’armonia che perdo spesso, per il mio carattere ansioso.

Inoltre dedicarmi alla natura mi insegna una vita essenziale; prendermi cura di piantine semplici mi ricorda il messaggio de ”Il Piccolo Principe”:

Disse il Principe: “La mia rosa è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato…Perché è la mia rosa.”

Rispose la volpe: “E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”

(Antoine de Saint-Exupery)

Non potendo passeggiare nei boschi, che era il mio passatempo preferito, mi godo il giardino primaverile, con i suoi colori e profumi. Proseguendo quindi nell’esame delle fioriture che continuano a  sbocciare, è arrivato il turno dei narcisi.

I narcisi sono piante bulbose, resistenti e di varia tipologia (più di 60 specie da cui sono originate innumerevoli cultivar). Da noi ne spuntano diverse, di cui due rappresentate in foto. Quella di sinistra è la classica narcissus poeticus, la più diffusa, che in questo caso spicca solitaria in un aiuola di giovani iris. L’altra sinceramente non saprei classificarla, ma la trovo interessante per la corolla frastagliata che assomiglia ad un garofano. I narcisi non richiedono cure particolari e nemmeno l’estrazione dei bulbi; potete dimenticarveli e loro, puntualmente, torneranno a salutarvi la primavera seguente.

Più o meno contemporanee ai narcisi sono le viole, fiori semplici che non amano mettersi in mostra, ma preferiscono un ruolo di secondo piano, occupando spazi in penombra, spesso ai piedi di piante più importanti. Le viole più comuni, quelle caratteristiche del sottobosco, sono già sfiorite; qualcuna è rimasta, in compagnia dei mughetti, altri fiorellini timidi che amano la penombra e l’umidità del sottobosco. Da me si trovano bene sul lato nord e si moltiplicano ogni anno, nonostante Decimo (il nostro cane, come ben sanno quelli che già seguono il mio blog) non risparmi loro affronti di ogni genere. Le altre che vedete, con pennellate di bianco e giallo, sono molto simili alle viole di montagna, che tra circa un mese, assieme alle genziane e tanti altri fiori coloratissimi, inonderanno le praterie in altura.

Sempre a proposito di fiorellini semplici troviamo i myosotis, più conosciuti come non ti scordar di me e le pratoline. A cominciare da marzo questi simpatici fiorellini invadono allegramente il prato, formando chiazze di colore nel verde dell’erba. Sono spontanei, quindi spuntano e spariscono secondo i capricci della stagione, però seppur in tempi mai prevedibili non mancano all’appuntamento.

Il mio è un prato variopinto, perché io non uso diserbanti e veleni in genere.

Anche l’acetosella fa parte di questi fiorellini modesti che non hanno pretese di protagonismo, salvo poi esibirsi in qualche exploit sopra le righe, come questa tripla margheritina che evidentemente si è un po’ montata la testa…

Discorso a parte meritano poi i fiori che, dopo aver allietato la vista con la loro graziosa comparsa, concludono il loro passaggio lasciandoci anche un frutto gustoso da mettere in tavola. Per precisa scelta, non abbiamo molte piante da frutto in quanto, nonostante sia diventato di moda il biologico, senza energici trattamenti non siamo mai riusciti a produrre albicocche o ciliegie decenti. Per cui abbiamo deciso di eliminare queste specie più bisognose di cure, accontentandoci di fragoline selvatiche e susine, che anche senza troppe attenzioni ci regalano sempre un generoso raccolto.

La prossima puntata la dedicherò alle piante più grandi e vistose che finora ho lasciato in disparte.

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