Founder President
Dietro le nuvole c’è sempre il sole
Quando cerco la speranza mi immergo nella natura, dove trovo silenzio e pace. In questi tempi difficili serve trovare speranza, ognuno nei modi che più gli si addicono.
Per circa due mesi ho rispettato l’isolamento con molto senso di responsabilità, ma oggi finalmente ho ricevuto il premio: prima biciclettata nella campagna di Revello, grazioso paesino all’imbocco della Valle Po.
Ho sempre amato i miei giri in bici, ma oggi sembravo una bambina piena di meraviglia per l’armonia di profumi, colori, suoni…
Guardavo tutto come se non l’avessi mai visto prima.
Primo incontro: un campo di papaveri che mi ricorda un quadro di Monet. Ma guardiamoli da vicino, che ne vale la pena, anche perché quelli rosa non si vedono tutti i giorni…
Poi il profumo intenso delle acacie…
quello delicato della camomilla… lo sciacquio rilassante dei ruscelli dove le trote risalgono a deporre le uova…
Attraverso distese di frutteti, dove le piante iniziano a mostrare i primi frutti: alcuni già avanti nel loro sviluppo, come i mirtilli e le ciliegie…
Altri che raccoglieremo in estate, come pesche e mele…
O questo grano che già mostra le sue spighe belle cariche. Altri ancora invece li coglieremo solo in autunno avanzato, come i kiwi…
Respiro profondamente, ne avevo bisogno da giorni. Attraverso il Po, il grande fiume, che qui è ancora piccino, fa quasi tenerezza, a pochi chilometri dalle sorgenti, proprio ai piedi del Monviso.
Sul mio percorso incontro piloni e cappelle, dispersi tra i frutteti, testimonianza del passato artistico, religioso e culturale, di una fede semplice e di tradizioni popolari che ancora oggi ci accompagnano.
Una chiesetta in particolare merita qualche parola in più: si tratta della cappella di San Ponzio, nascosta tra i filari dalle parti di Castellar (il paesino dove l’anno scorso vi ho raccontato gli spaventapasseri). Questa modesta chiesa di campagna risale al XIII secolo, inizialmente dedicata a San Sebastiano, fu successivamente intitolata a San Ponzio, martire della legione Tebea.
Ebbene, questa semplicissima cappella, costruita con i materiali più umili, al suo interno è pronta a stupirci con degli affreschi perfettamente conservati, attribuiti a Pietro da Saluzzo, pittore attivo a metà del XV secolo.
Imbocco la strada del ritorno e ancora mi fermo ad ammirare alcune piante che non sarebbe esagerato definire monumentali, come la quercia solitaria o la coppia di platani che segnano l'ingresso della cascina nella tenuta della Morra.
Ai piedi di questi maestosi platani è inevitabile chiedersi quante generazioni saranno passate accanto e li avranno visti e quante ancora potranno godere di tali meraviglie della natura. Gli alberi secolari sono gli esseri più longevi del creato.
Dobbiamo rispettarli, sono un patrimonio da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future, perchè rimediano ai danni che noi uomini continuiamo a causare.
Questa natura così splendente e rigogliosa mi richiama le parole di Gesù:
"Osservate come crescono i gigli nel campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro"
(Mt. 6, 28-29)