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Dermatite estiva dei cavalli
Per chi ha un cavallo e non sa come curare la dermatite estiva sui cavalli. Buona domenica
LA DERMATITE ESTIVA RECIDIVANTE.
La dermatite estiva recidivante o DER e’ conosciuta come una patologia da molti anni in tutto il mondo, con nomi molto diversi. La malattia viene definita recidivante in quanto i sintomi si ripetono ogni anno, sugli stessi soggetti , solitamente in forma aggravata.
Fin dal lontano 1953 apparve chiaro che la causa della DER stava nella reazione di ipersensibilità alla puntura di particolari insetti del genere Culicoides.
Furono fatti diversi esperimenti e la riprova scientifica avvenne mettendo al riparo i soggetti nelle ore serali, in locali chiusi. Si evitò così la comparsa della patologia.
Perché i Culicoides effettuano il pasto di sangue nelle ore serali.
La fase di attività dei Culicoides è massima al crepuscolo, con una concentrazione elevata tra le diciannove e le ventidue , anche se sono state identificate alcune specie che possono pungere al mattino ed alla sera. Altre specie sembra addirittura che siano notturne . I Culicoides sono ditteri nematoceri , di piccole dimensioni (1-3 mm circa), con il corpo allungato ed un aspetto che ricorda i moscerini. La durata del loro ciclo biologico varia notevolmente da una specie all’altra a seconda delle regioni, del clima e delle stagioni. In Italia iniziano a comparire a marzo mentre le ultime catture si effettuano alla fine di settembre, con massimo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate . Nella maggior parte delle specie, l’attività degli adulti si sviluppa in un raggio di 500 metri dai luoghi di sfarfallamento. La loro attività è in stretta relazione alla presenza del vento: con vento forte , diventano inattivi.
La loro puntura e devastante rispetto a quella della zanzara , che colpisce un solo vaso capillare, a causa della notevoli dimensioni della proboscide creano una piccola emorragia, dalla quale viene assorbito il sangue (procedimento definito telmofago ). Sono le femmine le uniche a nutrirsi del sangue e effettuano moltissime punture in spazi molto ristretti della cute. La puntura è molto fastidiosa, gli animali ricercano spontaneamente un riparo.
Durante il periodo estivo, gli animali colpiti da DER si presentano più nervosi, ansiosi, spesso “ immontabili ”. Per lo stress causato dal prurito mangiano meno e possono perdere dal 10 al 15% del loro peso corporeo.
I sistemi di lotta alla malattia oggi utilizzati sono molteplici ma nessuno appare soddisfacente e le guarigioni spontanee sono molto difficili.
Oggi possiamo affermare che la DER è una manifestazione di ipersensibilità che deriva dall’interazione di allergeni con anticorpi equini. Tali anticorpi, responsabili dell’ipersensibilità, appartengono alla classe delle immunoglobuline E (IgE)
Le zone del corpo in cui i Culicoides pungono l‘animale variano a seconda della specie:
1) la criniera (49,4 %, dominanza di C. pulicaris)
2) la linea alba (24,6%)
3) le estremità (22,7%, C. chiopterus)
4) la groppa (12,8%, C.nubeculosus)
A queste regioni più colpite seguono il collo (5,5%, C.pulicaris) e il garrese.
In seguito alla puntura si sviluppa una risposta infiammatoria localizzata, che permette l’eliminazione dell’antigene. Il prurito è sempre presente e molto forte .
A causa del forte prurito , l’ animale si gratta con insistenza. Il pelo si spezza, e cade. iniziano a comparire escoriazione, croste, scaglie, erosioni, ipopigmentazione e iperpigmentazione, ipercheratosi e lichenificazione della cute.
Nei soggetti colpiti l’ aspetto della coda e della criniera: con crini appaiono spezzati, infeltriti o mancanti e la cute sottostante appare fortemente ispessita. il pelo ricresce con molta difficoltà , la pelle rimane ispessita, corrugata e di colore grigiastro. Il più moderno concetto di prevenzione della patologia si basa nell' " IMPEDIRE " od almeno ridurre la quantità di punture sulla cute, si otterrà così una diminuzione dell’ infiam-mazione e del prurito.
A QUESTO PUNTO ENTRA IN GIOCO UNA TECNOLOGIA CHE PRENDE IL NOME DI “IPOSENSIBILIZZAZIONE”
L’ iposensibilizzazione ha le sue basi nelle osservazioni fatte su soggetti colpiti , che adeguatamente trattati , per via alimentare , sono progressivamente guariti. Inoltre , su soggetti che erano stati colpiti nella stagione precedente , trattati all'inizio della primavera successiva , non hanno manifestato alcun sintomo , oppure sintomi molto moderati della malattia. Questo risultato significa che è possibile non considerare più questa patologia come recidivante , ma che esiste la possibilità di fare un'idonea prevenzione , agendo correttamente sulle risposte immunitarie del cavallo.