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Come tenere la disciplina in classe?
Alcuni insegnanti hanno questo problema, dovuto anche da sistemi di autodifesa da parte degli alunni. Quello della “disciplina” è l’argomento che riceve maggiore attenzione e preoccupa non solo gli insegnanti ma anche gli educatori e i genitori. Di seguito alcuni consigli utili.
La gestione della classe non è solo saper gestire una classe ma è anche un’attività di incentivazione dell’interesse, del coinvolgimento e della partecipazione all’apprendimento. In più, un bravo insegnante è anche in grado di portare avanti la lezione. Fare tutto ciò, però, non è facile e lo sanno tutti gli insegnanti.
Tutti gli insegnanti sanno anche che gli studenti hanno bisogno di un clima di classe positivo, nel quale potersi esprimere pienamente, dove sia stimolata la voglia di apprendimento e dove i comportamenti inappropriati siano modificati attraverso un’azione formativa intenzionale dell’educatore.
I comportamenti adeguati non possono scaturire da una pura e semplice “costrizione” che permetta di controllare forme di nervosismo e pulsioni… la positività dovrebbe nascere anche dal confronto con nuovi progetti formativi e da ambienti stimolanti e positivi.
Come fare che si realizzi tutti ciò? Come conviene muoversi?
E’ molto importante possedere una schematica strategia di azione:
- mettere in atto comportamenti calmi e, allo stesso tempo, decisi. L’insegnante deve intervenire tempestivamente per riportare l’ordine, in modo pacato e tranquillo, evidenziando la sua presenza in modo deciso;
- mettere in atto sempre azioni disciplinari correttive e non solo repressive. L’insegnante deve intervenire sul comportamento inadeguato dell’allievo, senza “colpire e sminuire” la persona. Deve evidenziare il proprio dispiacere per quello che sta per fare, dovrà farlo, riprovando il comportamento e non il soggetto (discente);
- evitare la collera. Lo studente di fronte all’ira dell’insegnante il più delle volte percepisce solo la violenza dell’atto, chiudendosi e difendendosi anche attraverso comportamenti aggressivi, innescando un pericoloso “sequestro emotivo”;
- sostenere l’allievo ad apprendere dai suoi errori. L’insegnante deve ricordare che lo studente si sta formando e che anche da un errore si può imparare a crescere come soggetti di una dimensione sociale;
- evitare di umiliare l’alunno. L’umiliazione e la mortificazione non fanno mai parte di una azione disciplinare realmente educativa. La vergogna porterà l’allievo al risentimento e alla cattiveria, reagirà aggredendo;
- mettere in atto sanzioni disciplinari adeguate e coerenti rispetto a un comportamento non opportuno dello studente. Altrimenti si potrebbe manifestare una “chiusura” del ciclo della Comunicazione, con gravi danni per il clima complessivo della classe.
Queste regole sono difficili da applicare ma non impossibili: vi assicuro che con costanza ed esercizio otterrete i risultati sperati.