Francesco Maccioni

Founder Junior

Sono in aumento gli ultra settantenni ma si contano meno problemi cognitivi

2021-01-16 15:24:19

rispetto ai loro coetanei di 30 anni fa, che avevano attraversato patimenti e mancanza di stimoli, gli scienziati avevano previsto ciò

Per ogni anno di lavoro in più si presenta un corrispettivo calo del 3,2 per cento per quanto riguarda il rischio di demenza, e ciò non  è poco: infatti tra chi va in pensione a 65 anni il rischio è minore del 15 per cento rispetto a chi si è messo a riposo a 60 anni. E' quanto ha stabilito una ricerca francese condotta su 500 mila persone e nel mondo si calcola che vi siano 35 milioni di persone affette da vari tipi di demenza, tra i quali  l’Alzheimer è il tipo preponderante

Due ricerche riguardano la bontà - nel fermarla o nel rimandarla nel tempo – degli scambi sociali vivaci riassumibili nell’affermazione che gli anziani attuali sono in migliore salute mentale di coloro che avevano la loro stessa età pochi decenni fa. Le previsioni dell' aumento della demenza, non foss’altro che per il generale allungarsi della vita, non si sono avverate, si è registrata invece, in due indagini, una britannica e una danese, una diminuzione, come certificato a suo tempo sulla nota rivista The Lancet.

 

Il bravo neurologo prof. Giovanni Frisoni, direttore scientifico del Centro Nazionale Alzheimer a Brescia e capo del Programma sui Disordini cognitivi presso la Clinica Universitaria di Ginevra sostiene «Io parlerei piuttosto di contenimento» e prosegue nella sua spiegazione : «Questo calo nell’aumento era atteso, lo sapevamo: per via della migliore scolarità diffusa. I settantenni di 30 anni fa avevano subito una prima guerra, poi la seconda, erano quindi passati per deprivazioni nutrizionali, cognitive e altro ancora. Invece i settantenni di oggi hanno intravisto una solo guerra o nemmeno quella.Ogni giorno sono in campo due fattori che si giocano contro: da un lato la vita dura di più, ci sono più persone di 70, 80 anni e oltre rispetto a cent’anni fa, dunque sono possibili più casi di demenza; dall’altro lato l’alta e diffusa scolarità, i migliori destini di vita, le maggiori cure per il diabete, la pressione e ogni altra malattia, il fatto che ci sia più cinema, la televisione, più interessi e più stimoli di ogni genere: tutti questi elementi disegnano stili di vita che proteggono il cervello, dunque impediscono o ritardano l’Alzheimer.

E ora, quando sarà trascorso il passaggio tra due epoche tanto diverse, che cosa si prevede per i futuri vecchi e anziani? «Ah, no, non ci sono previsioni possibili, questi dati sono troppo recenti per poterne derivare uno scenario futuro». Poi il bravo Professor Frisoni ridendo sostiene: «E’ meglio che non circoli l’idea che demenze e Alzheimer sono in regresso: i nostri politici non aspettano altro per tagliarci ancora di più i fondi!».

Nella provincia di Ferrara l’invecchiamento della popolazione è piuttosto alto: la popolazione ultra-65enne ammonta a 96.318 persone: il 27,7% della popolazione, contro il 23,8% riguardante il dato medio regionale.
I cittadini ferraresi ultra-75enni sono 50.999: il 14,6% dei residenti (il dato medio regionale è pari al 12,7%) e le persone con più di 85 anni, tra i principali destinatari dei servizi sanitari e sociali, sono 15.559 pari al 4,4% dei residenti (in regione il 4%). [Dati aggiornati al 01/01/2018]
Dal punto di vista epidemiologico, la forte presenza della popolazione nelle fasce di età più elevata si riflette in una maggiore incidenza delle patologie croniche come il diabete, le patologie del sistema circolatorio, dell'apparato respiratorio rispetto alla media regionale e da una aumentata prevalenza ed incidenza delle patologie cronico-degenerative nonchè delle forme di demenza.
La rete dei servizi territoriali e ospedalieri attivi sul territorio provinciale mira principalmente a rafforzare l’autonomia individuale ed a mantenere il più possibile gli anziani nel proprio contesto familiare, assicurando al momento del bisogno  qualificata assistenza in ospedale, in strutture residenziali, a domicilio mentre nei casi di maggior complessità viene assicurata una presa in carico personalizzata ed integrata sulla base della tipologia di bisogno del cittadino.

Fonte : Fondazione Umberto Veronesi      Web Page
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