Gli scienziati statunitensi hanno analizzato i dati relativi alle nascite avvenute nell’anno 2012 in oltre 190 nazioni. L’analisi, effettuata su un campione stimato di quasi 23 milioni di parti, ha tenuto conto sia della mortalità materna, avvenuta in un periodo compreso tra il parto e 42 giorni successivi sia di quella infantile dalla nascita al 28esimo giorno ed è emerso che la percentuale ottimale di tagli cesarei nel caso di mortalità materna si attesta nella fascia tra il 7 e il 22%. Per quanto riguarda invece quella neonatale tra il 13% e 24%. Unendo quindi i dati gli scienziati della Stanford University hanno concluso che per il beneficio di mamma e piccolo la percentuale ottimale si attesta intorno a 19 tagli cesarei su 100 nascite, un numero che rimane decisamente superiore rispetto a quanto consigliato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma in quali casi è davvero necessario il taglio cesareo?
Nell’attesa che venga fatta chiarezza sulla percentuale ottimale le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono chiare. Come spiega la professoressa Marleen Temmerman, direttrice del dipartimento di ricerca e salute riproduttiva presso il prestigioso ente " il cesareo andrebbe utilizzato solo in presenza di un parto eccessivamente prolungato, in quei momenti in cui si verificano condizioni in cui ci sia stress fetale o in caso di posizione anomala del bambino". Il cesareo in determinate condizioni può salvare la vita di mamma e piccolo ma attenzione a dove viene effettuato, infatti perchè sia efficace deve esso essere svolto in strutture che abbiano le competenze per affrontare possibili complicanze poiché il cesareo, trattandosi di un vero e proprio intervento chirurgico non è privo di rischi.Rischi che nel nostro Bel Paese non sembrano più di tanto essere calcolati dato che l’Italia infatti è una delle nazioni dove si fa maggiormente ricorso al bisturi, soprattutto nel caso di cesarei programmati; In media il 36,7% dei parti avviene attraverso questa modalità ma con notevoli differenze regionali.In alcune regioni come la Campania oltre la metà delle nascite avviene con il parto cesareo. Rispetto al luogo del parto si è registrata una forte propensione all’uso del taglio nelle case di cura accreditate dove si registra questa procedura in circa il 56,9% dei parti contro il 33,9% negli ospedali pubblici. rimangono questi dei dati ben al di fuori dei consigli degli esperti che ogni anno, alla divulgazione, vengono prontamente commentati negativamente dal Ministero della Salute.
Purtroppo nonostante l’allarme venga lanciato nel corso degli anni il trend non sembra migliorare. !
Fonte : Fondazione Umberto Veronesi Web Page
Fotografia di Natalie McCain la quale ci ricorda che non tutti i parti cesarei sono chiusi nello stesso modo e guariscono nello stesso modo tratta da(by) UniversoMamma.it Web Page
Francesco Maccioni Filantropo - Ricercatore Indipendente