Francesco Maccioni

Founder Junior

La Pasqua

2021-04-03 14:39:27

Cari amici e membri della community concordo con il Luogotenente di Sovrano dell'Ordine di Malta Fra' Marco Luzzago nel ritenere che la Pasqua

" rappresenta la speranza. La resurrezione di Gesù ci ricorda che anche nei momenti più bui non dobbiamo mai perdere la fede. Essa ci accompagna sempre, anche quando ci sentiamo persi. La mano di Cristo è sempre tesa verso di noi e il suo messaggio è oggi più vivo che mai. Questa certezza ci deve donare forza, energia e coraggio per continuare ad aiutare chi è meno fortunato.
Una Pasqua che per la seconda volta viene vissuta nel contesto della pandemia di Coronavirus con le celebrazioni che subiscono forti restrizioni ed in un clima di sofferenza e di apprensione. "
Mi associo al pensiero di Fra' Marco Luzzago, Luogotenente di Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, che va a chi ha perso un familiare o una persona a lui cara, a chi ha sofferto in prima persona gli effetti della malattia, alle numerose persone che hanno subito le conseguenze di una crisi che ha gravi ripercussioni sul mondo del lavoro,  ai giovani privati della possibilità di vivere una fase della loro vita naturalmente tesa verso la conoscenza e la scoperta del Mondo.Un pensiero agli anziani isolati e privati degli affetti.Un mio personale pensiero va anche a coloro che soffrono di solitudine, al personale medico e paramedico ed ai tanti volontari che generosamente si adoperano per alleviare le sofferenze, a tutti coloro che " mettono al centro " la persona umana.
Cari amici in occasione della Pasqua desidero omaggiarvi della " Preghiera a Dio " di Voltaire tratta dal "Trattato sulla Tolleranza" pubblicata in Francia nel 1763 che costituisce testo fondamentale della riflessione sulla libertà di credo, sul rispetto delle opinioni e di molte di quelle caratteristiche con cui oggi identifichiamo una società come civile, pubblicata in una Francia  dove nella metà del Settecento erano ancora presenti forti contrasti ideologico-religiosi


"Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:
se è lecito che delle deboli creature, perse nell’immensità e impercettibili al resto dell’universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato,
a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.
Fa’ sì che questi errori non generino la nostra sventura.
Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l’un l’altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda;
fa’ che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera. Fa’ sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi,
tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,
tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,
tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te,
insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati “uomini” non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.
Fa’ in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;
che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera;
che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
Fa’ che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo,
e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano “grandezza” e “ricchezza”,
e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c’è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!
Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime,
come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell’attività pacifica!
Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace,
ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse,
dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante."


Fonte : Sovrano Ordine di Malta     Web Page
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Immagine(cartolina di Buona Pasqua ) tratta da(by) La Voce dello Jonio     Web Page