Francesco Maccioni

Founder Junior

Cordone ombelicale : si rivela molto utile ed in Italia tante volte finisce tra

2021-01-14 15:32:19

La donazione dopo il parto potrebbe salvare vite umane: nel mondo entro il 2016 sono stati superati i 30.000 trapianti di staminali cordonali, utili per curare più di 80 malattie

Il cordone ombelicale collega il feto alla placenta, serve a nutrire il bambino quando si trova nella pancia della mamma. Subito dopo il parto il cordone ombelicale viene tagliato di circa 8-10 centimetri, viene chiuso con un elastico o con una molletta di plastica ed avvolto con una garza sterile asciutta.
Il cordone ombelicale è ampiamente vascolarizzato e rappresenta una fonte ricchissima di cellule staminali, le cellule base destinate a formare tutti gli organi, omopoietiche, le quali costituiscono una cura efficace contro numerose malattie del sangue come la leucemia, i  linfomi, le talassemie, le immunodeficienze ed i difetti metabolici. 
Il cordone ombelicale negli ultimi decenni si è dunque rivelato un prezioso sostituto al midollo osseo, in quanto presenta un grado di “staminalità” maggiore rispetto ad esso.Questa caratteristica si rivela fondamentale dato che il trapianto di cellule staminali serve a ripristinare la produzione di globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine.
Per trapianto di cellule staminali emopoietiche ci si riferisce ad un intervento terapeutico che prevede la sostituzione di cellule, tessuti o organi danneggiati o malfunzionanti, con altri funzionanti, che provengono da un soggetto diverso,  donatore.  Il trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta pertanto una terapia salvavita consolidata e di grande successo per la cura di numerose e gravi malattie del sangue, anche se negli ultimi anni le indicazioni terapeutiche sono state notevolmente ampliate. Dai primi trapianti di midollo osseo effettuati da Thomas ed i suoi  collaboratori nel 1957 è stato calcolato che sono stati trattati un numero sempre crescente di pazienti.Per tale fine sono state realizzate delle vere e proprie “banche”, dove vengono conservate le unità di sangue cordonale raccolte, il numero delle banche di sangue cordonale è aumentato molto rapidamente in questi ultimi anni. 
L’unità di sangue cordonale, dopo la raccolta in sala parto, viene inviata alla banca, dove viene sottoposta ad una serie di controlli specifici per verificarne l’idoneità̀ alla conservazione e definire le caratteristiche immunologiche finalizzate all’analisi della compatibilità fra donatore e ricevente. I dati vengono inseguito trasmessi al Registro Internazionale dei Donatori di Midollo Osseo. In Italia le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche, svolgono la loro attività in base a standard di qualità e sicurezza definiti a livello nazionale ed internazionale.
In queste strutture vengono conservate le unità di sangue cordonale donate a scopo allogenico, ossia a disposizione della collettività, e per uso “dedicato”, ovvero per il neonato o per un suo familiare.

Mentre nel mondo si festeggia il traguardo dei 30.000 trapianti di staminali da cordone ombelicale, utili a curare più di 80 malattie anche negli adulti, in Italia entro il 2016 più del 95% dei cordoni finisce nella spazzatura. Il bravo Professor Francesco Zinno, docente di Immunoematologia dell’Università Tor Vergata di Roma definisce tale situazione paradossale " «In Italia oltre il 95% dei cordoni viene gettato come un rifiuto speciale, sprecando letteralmente un preziosissimo materiale biologico dalle enormi potenzialità terapeutiche», afferma Zinno. «È come gettare nel contenitore dei rifiuti ospedalieri un qualunque organo potenzialmente utilizzabile per un trapianto. Solo nel nostro Paese, ogni anno, si ammalano di leucemia circa 5 bambini ogni 100.000 abitanti e i linfomi rappresentano il 15% di tutti i tumori nei bambini di età compresa tra 0 e 14 anni: questi piccoli pazienti potrebbero guarire grazie alla lungimiranza dei propri genitori o alla generosità di altri» mentre il trapianto di sangue cordonale ha alle spalle più di 25 anni di consolidata esperienza sul campo dimostrandosi una valida fonte alternativa di cellule staminali, non solo l’approvvigionamento di queste cellule è relativamente facile e non comporta rischi nè per la madrenè per il  neonato, inoltre, grazie alla loro immaturità, si prestano ad avere alti profili di compatibilità. I risultati in termini di sopravvivenza dei pazienti sono completamente sovrapponibili ai trapianti con staminali prelevate da altre fonti.
Nel mondo è stata superata la soglia di ben 30.000 trapianti di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale, come conferma  la brava ematologa la Professoressa Eliane Gluckman dell’Ospedale Saint-Louis di Parigi, tra i massimi esperti mondiali di trapianto cordonale «Il trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale dei nascituri è ormai una realtà consolidata e ha mostrato tassi di successo sovrapponibili al più invasivo espianto di midollo osseo da donatore vivente», ricorda Zinno. «I campi di applicazione – aggiunge – aumentano di giorno in giorno: uno studio statunitense, condotto presso la Duke University, ha dimostrato come il trapianto autologo di cellule staminali cordonali abbia reso possibile la ripresa di bambini affetti da paralisi cerebrale infantile che, altrimenti, sarebbero stati destinati all’invalidità; lo scorso luglio una bambina italiana di 20 mesi, affetta da paralisi cerebrale infantile, ha ricevuto due infusioni di cellule staminali del proprio cordone ombelicale (precedentemente raccolto e conservato) che hanno già portato significativi miglioramenti. Oggi è addirittura possibile curare bambini affetti da patologie genetiche come l’ADA-scid (il sistema immunitario è praticamente inesistente e i piccoli malati sono costretti al perenne isolamento) e la Sindrome di Wiskott-Aldrich (malattia che provoca emorragie, infezioni gravi e tumori)»
Un aspetto estremamente importante ma al tempo stesso poco noto è rappresentato dal fatto che al momento il 57% dei campioni è stato utilizzato per curare pazienti adulti e il 43% casi pediatrici, in quanto la versatilità delle staminali cordonali permette anche di usare più di un campione ed avere pertanto la quantità di cellule necessarie per curare pazienti adulti.
Osservando i dati dei Registri Internazionali troviamo : nel 59% dei casi le cellule staminali del cordone sono state usate per curare leucemie acute, nel 20% hanno trattato sindromi mielodisplastiche e mieloproliferative,condizioni neoplastiche in cui le staminali del midollo osseo non producono correttamente le cellule sanguigne, nel 14% sono state impiegate nei linfomi, i rimanenti casi comprendono tumori solidi, patologie del midollo osseo, disordini autoimmuni e malattie rare.
 Sono attualmente ben 80 le malattie che possono beneficiare del trapianto di staminali cordonali.
il bravo Professor Francesco Zinno conclude affermando «Queste cellule rappresentano una sorta di “officina” dell’organismo che sostituisce o rimpiazza le cellule mancanti nel corso dell’intera vita. Ogni anno in Italia e nel mondo milioni di persone ricevono diagnosi di malattie che sarebbero trattabili con un trapianto di staminali cordonali»

Fonti : NURSE TIMES     Web Page
            OK SALUTE E BENESSERE     Web Page

Immagine tratta da(by) NURSE TIMES     Web Page



Francesco Maccioni     Filantropo - Ricercatore Indipendente