Chiarire il ruolo delle antocianine nella prevenzione cardiovascolare indagando l’interazione tra struttura genetica e consumo di queste molecole in relazione ai livelli di colesterolo è l'obiettivo del progetto di ricerca.
Mentre la nutrigenetica si presenta come l’altra faccia della medaglia studiando il modo in cui ognuno di noi, che ha un DNA diverso dagli altri, reagisce alle molecole presenti nei cibi.
Nutrigenomica e nutrigenetica rappresentano le frontiere delle scienze dell’alimentazione e scienze di nuova generazione essendosi sviluppate negli ultimi 15 anni.
La brava Genetista Professoressa Katia Petroni che insegna nutrigenomica e biotecnologie vegetali all'Università di Milano. Alla ci spiega come la malnutrizione può influire sul Dna, con ripercussioni anche sulle generazioni future in una intervestita rilasciata durante la partecipazione alla conferenza mondiale The Future of Science 2014
Nutrigenomica e nutrigenetica | Fondazione Umberto Veronesi (fondazioneveronesi.it)
Il nostro DNA, è composto da oltre 30.000 geni, essi una sorta di “istruzioni per l’uso” per il nostro organismo, tanto che il genoma viene considerati " il libro della vita " Per ognuno di noi queste istruzioni sono uniche ed irripetibili essendo il profilo genetico esclusivo e caratteristico di ciascuno, non esistono due profili DNA identici al mondo, tranne che per i gemelli monozigoti, pertanto il profilo genetico ci rende unici.La genetica influisce su più fattori : sul nostro mebolismo, sulle nostre caratteristiche fisiche come tutti sappiamo, sulle prestazioni sportive e perfino da un 41 % al 60% sull'espressività della pelle.
La NUTRIGENETICA, scienza di recente nonchè ultima generazione, concentra lo sguardo proprio sul singolo individuo e sulle sue peculiari caratteristiche genetiche relazionandole alla sua alimentazione, al proprio metabolismo, alle predisposizioni individuali e all’ambiente in cui vive; fattori che influenzano il nostro genoma. Nello specifico questa scienza si occupa di individuare quelle piccole variazioni genetiche caratteristiche di ognuno (SNPs) che possono tradursi in risposte “errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di determinati alimenti o sostanze.
Sebbene l’assetto genetico individuale sia immodificabile, l’ambiente circostante, l’astensione o l’assunzione di alcune sostanze (nutrienti, integratori alimentari, farmaci ect.) chiamati prodotti epigenetici introdotti quotidianamente con la dieta, possono, una volta decifrato il codice, influenzare l’espressione genica intervenendo sulla predisposizione a determinate patologie, prevenendone cosi' il manifestarsi, curando, o semplicemente mantenendoci in buona salute.
Un esempio, può essere costituito da una persona dalla pelle chiara (genetica) che si scotterà al sole (ambiente) solo se si esporrà senza la necessaria cautela. Lo stesso avviene per l'influenza dell’ambiente che ci influenza maggiormente sull'espressione dei geni e sul quale possiamo, per fortuna, esercitare con l'assunzione dei prodotti epigenetici e con quello che introduciamo nel nostro organismo con l’alimentazione un maggior controllo; dato che conoscendo meglio l’ effetto che i nutrienti hanno sulla nostra particolare costituzione genetica, su quello che viene chiamato il "nostro passaporto genetico" possiamo e riusciamo ad esercitare un controllo più effettivo sulla qualità e le nostre aspettative di vita.
Oggi questa scienza ottiene supporto della sua validità da molta letteratura scientifica, in particolare cito uno studio, al quale ne sono seguiti molti di conferma, del prestigioso Nutrition Journal (Arkadianos I et al. “Improved weight management using genetic information to personalize a calorie controlled diet” Nutrition Journal 2007, 6: 29): sono stati studiati 93 pazienti di una clinica di Atene,persone che avevano cercato ripetutamente di perdere peso senza riuscirci: 43 di essi furono seguiti per diversi mesi da nutrizionisti che prescrivevano diete con il metodo classico, mentre ai rimanenti 50 furono prescritte indicazioni in base alle loro analisi genetiche . I geni presi in esame dal test durante lo studio relativi ad enzimi del metabolismo per i quali erano note associazioni tra specifiche mutazioni geniche e alcuni stili alimentari ottenendo dal suddetto test informazioni che hanno permesso di elaborare diete personalizzate, diete cosi' "ritagliate su misura della persona" previo studio del caso che diedero ottimi risultati.
Tra i tanti geni testati ve ne erano ad esempio alcuni associati al metabolismo dell’acido folico, vitamina che interviene in un processo fondamentale dell’organismo, cioè la conversione dell’amminoacido omocisteina in una molecola innocua: quando l’omocisteina non viene adeguatamente smaltita, infatti essa può accumularsi in maniera eccessiva nel sangue provocando serie patologie cardiovascolari. L’enzima codificato dal gene MTHFR è deputato a svolgere questa conversione; cosicchè chi possiede la variante meno efficiente del gene necessita di una semplice integrazione di vitamine, in particolare di Acido Folico, per scongiurare l’accumulo di omocisteina nel sangue e probabili conseguenti danni cardiovascolari.
Si sono rivelate altre molecole utili invece a chi possiede le varianti del gene GSTM, gene che interviene nei processi di detossificazione dell’organismo, in questa casistica sono i glucosinolati, contenuti soprattutto nelle crucifere (quindi cavolfiori, broccoli, cavoli). Gli stessi discorsi valgono per tutti gli altri geni che rientravano nel test.
Il gene SOD2 combatte i radicali liberi, ma in presenza di un polimorfismo particolare può diventare meno efficace nella sua attività anti-ossidante, pertanto per questa tipologia di pazienti servono dosi extra di antiossidanti e di vitamine. Gli Omega 3 contenuti nell’olio di pesce sono invece consigliati per chi ha una certa variante di geni coinvolti nei processi infiammatori, come il gene dell’interleuchina IL6.
Queste e altre informazioni derivanti dal test genetico sono state utilizzate per prescrivere diete ad hoc ai pazienti selezionati, i quali hanno così potuto alimentarsi nel modo più congeniale al proprio profilo genetico. Inizialmente questo non ha portato nessun apparente vantaggio particolare, entrambi i gruppi oggetto dello studio infatti dimagrivano più o meno alla stessa maniera, ma mentre dopo un anno di cura il 73% dei pazienti del gruppo nutrigenetico conservava la perdita di peso, la maggior parte di quelli che avevano seguito una dieta classica ingrassava nuovamente. La caratteristica però più interessante del test è che questo non era stato sviluppato specificatamente per influire sul peso dei pazienti, ma semplicemente per offrire consigli personalizzati su come nutrirsi in modo più sano.attraverso un percorso dietetico"personalizzato" si riesce a dimagrire del 50% in più rispetto ad un classico percorso dietetico ed in un 1/3 del tempo.Tutto ciò dimostra che un fisico sano è anche più armonioso esteticamente e mai in sovrappeso.
Questo lavoro di studio ha comprovato che l’utilizzo delle informazioni genetiche può aiutare chi è sovrappeso a raggiungere e a mantenere più a lungo il proprio peso forma, inoltre permette di conseguire uno stato di benessere maggiore, in quanto una dieta personalizzata in base alla propria costituzione genetica interviene direttamente anche sulla prevenzione di diverse malattie. Sempre durante questo studio infatti è stato osservato che oltre a conservare più a lungo un peso ottimale, i pazienti del gruppo nutri genetica a rischio diabete avevano drasticamente diminuito il livello di glucosio nel sangue.
Quindi l'’obiettivo finale che la nutrigenetica si prefigge è creare un intervento dietetico mirato per ogni singolo individuo, che egli possa ripristinare la salute o prevenire l’insorgenza di patologie partendo dal genotipo individuale.
I concetti di base di questa nuova branca di ricerca genetica possono essere riassunti nei seguenti 5 canoni di Nutrigenetica :
1) In alcune circostanze e per alcuni individui, la dieta può essere un serio fattore di rischio per uno svariato numero di patologie
2) Generalmente i composti chimici della dieta posso influenzare, direttamente o indirettamente l'espressione o la struttura dei geni
3) Il grado con il quale la dieta influenza l’equilibrio tra salute e malattie può dipendere dal proprio assetto genetico
4) Alcuni geni ( e le loro relative mutazioni) implicati nei processi metabolici e relativi alla nutrizione giocano un ruolo nell'insorgenza, l’incidenza, l’evoluzione e, o la severità delle patologie croniche
5) L’intervento dietetico basato sulle conoscenze delle richieste nutrizionali, sullo stato nutrizionale e sul proprio genotipo (nutrizione personalizzata) può essere usata per prevenire, mitigare o curare le patologie croniche.
Fonti : G&Life S.p.A. brand Generame www.generame.com
Fondazione Umberto Veronesi Web Page
Nutrigenetica.it - Molecular Genetics Laboratories Group
Immagine tratta da(by) G&Life S.p.A. brand Generame www.generame.com
Francesco Maccioni Consulente G&Life S.p.A. brand Generame - Ricercatore Indipendente
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