Francesco Florio

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Depressione post partum

2019-08-17 09:22:14

La depressione post partum

una mamma ha allattato in ospedale e poi si è lanciata nel vuoto...e qualcuno ha scritto queste parole, in suo onore. Le incollo quì, poiché meritano di essere pubblicate, lette e condivise!

"La chiamano depressione post partum, 

il malessere già latente in qualche angolo della testa 

che prende la rincorsa dopo l'avvenimento più importante della vita.

Sono donne fragili,

ripete il telegiornale all'ennesima notizia.

Qualche esperto che prende parte alle interviste di salotti sbigottiti,

lascia intendere sia pazzia.

Follia la chiamiamo noi, mamme scampate a questo malessere che distrugge vite in sequenza.


Eppure ci dev'essere qualcosa di più a fondo.

La donna che si è lanciata dal balcone di un ospedale non pensava fosse folle, forse per un attimo le è sembrata la cosa più giusta.

Forse è stata più coraggiosa di quelle che uccidono i figli,

forse è stata l'inadeguatezza di sentirsi madre a spingerla con entrambe le mani giù.


Qualsiasi donna, ha sperimentato quel briciolo di panico amalgamato alla gioia di stringere tra le braccia la propria creatura.

Ha sperimentato le notti insonni in cui le lancette dell'orologio sembravano non andare avanti mai:

sole in un miscuglio di lacrime tra coliche ed impotenza.

Sole, con il letto da rifare, 

uno straccio sulla spalla, 

i capelli in aria e il desiderio di urlare nel silenzio di qualcuno che non si accorge quanto siamo stanche.

Ci sono lacrime ingoiate in ognuna di noi,

ci sono pensieri che abbiamo sotterrato vergognandoci.

Ci sono i macigni di non essere in grado di far fronte a tutto e la leggera rabbia di essere insostituibili, che diventa orgoglio non appena torniamo lucide.

Tutte abbiamo provato tutto.


La differenza la fa chi ti circonda, chi ti chiede costantemente se stai bene.

La differenza la fa la forza che conserviamo giorno per giorno arrivando esauste la sera.

La fanno le cicatrici che hai curato prima di dover curare con dedizione quelle di chi hai messo al mondo.


Per tutto questo ed altro ancora, 

non me la sento di prendere parte di quelle che giudicano,

di quelle che sentenziano il mai.


Siamo solo più fortunate, 

forse un pò più forti, 

più innamorate

ma non invincibili, non diverse.


Oggi c'è un bambino senza madre,

un padre senza moglie,

una famiglia senza figlia.

Cali allora il silenzio su un male che possiamo comprendere pur non condividendolo.


Vi chiedo solo di pretendere aiuto se vi sentite morire,

di urlare la stanchezza,

di uscire di casa sbattendo la porta e prendervi cinque minuti, dieci, una giornata.

Di tornare lucide e di ritrovare il bene.

Di lasciare la casa in disordine,

di uscire con vostra madre,

di chiamare un'amica.

Buttate fuori tutto come fiumi in piena e riempitevi d'amore nuovo.

Di fiducia, di consapevolezza.

Non tenete tutto dentro lasciandolo esplodere in un botto che spacca tutto intorno.

Vi chiameranno esaurite senza sapere che le esaurite non hanno neanche la forza di urlare.

Rispondete che è solo salvaguardia dell'anima.


Non preoccupatevi di essere forti, preoccupatevi di essere serene.

Il resto può attendere, 

ci sono errori che uccidono più persone di quante pensiate di farlo uccidendo voi stesse.


Forza donne,

aiuto uomini. 

Fatevi avanti nonne,

alzate quel telefono amiche.

Ma voi mamme, alzate sempre la voce per farvi sentire se state sprofondando in un vortice senza luce.


Auguri ad ognuna di voi e a questo regalo immenso della vita:

ne vale la pena, ve lo giuro."