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Finchè sei zero a zero puoi vincere

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MANTOVA, STORIA DEL "PICCOLO BRASILE" IN RIVA AL MINCIO

2019-11-25 14:35:05

Origine e cammino della squadra di provincia che nell’immediato dopoguerra fece parlare di se e della sua impresa e chi sono i suoi eroi che in seguito diverranno protagonisti del calcio italiano.

Si parte con un pallone..


Il calcio nella città Virgiliana mette le proprie radici agli inizi del secolo quando un certo Ardiccio Modena,bresciano che era andato a cercar fortune come cameriere oltremanica torna in Italia e insieme ad un suo amico Guglielmo Reggiani,che di professione vendeva formaggi,fonda il Mantua F.C.Partirono dall’acquisto di un pallone che allora pagarono 12 lire.Gli inizi non furono semplici e dopo varie difficoltà e momenti in cui le strade dei due sembravano dividersi nel 1911 nasce ufficialmente l’A.C.Mantova,quella autentica.

Nei primi decenni della sua storia la squadra ottiene risultati incoraggianti  navigando nelle serie maggiori del calcio italiano di allora,fino all’interruzione dei campionati per la  seconda guerra mondiale.

Nel periodo post bellico Mantova come tutto il paese deve fronteggiare una grande crisi economica ed anche il calcio Ne subisce le conseguenze e la squadra Virgiliana finisce addirittura in quarta serie.

Intanto nel 1947 venne definitivamente edificato lo stadio nell’impianto polifunzionale vicino a Palazzo Te dove si era giocato fino ad allora.Lo stadio viene in seguito intitolato a Danilo Martelli,denominazione attuale,mantovano che scompare nell’ambito tragedia di Superga insieme al Grande Torino.

La rinascita...


Dopo gli anni bui ai riparte dunque dai giovani.Nella stagione 54/55 viene acquistata praticamente in blocco la compagine cittadina del Sant’Egidio per 110.000 lire totali.In quel gruzzolo di giovanotti ci sono Dante Micheli e Russo,genio e sregolatezza,che nel suo primo anno segnerà 18 reti.In panchina arriva l’ex Milan Todeschini e la squadra conclude un ottima annata al terzo posto che però non vale la promozione.

Sarà nella stagione successiva che arriveranno gli uomini faranno cambiare marcia a quella squadra.Dal Governolo arrivano Furini,Beduschi e Willian Negri,il portiere detto “Carburo”per il suo impiego in una pompa di benzina.Negri meno di dieci anni dopo il suo approdo in riva al Mincio sarà assoluto protagonista in maglia azzurra al Prater di Vienna in un successo sull’Austria.Ma l’uomo “nuovo”arriva in panchina.Da Castelbolognese,figlio di una povera famiglia di contadini,cocciuto ed egocentrico ma anche molto ambizioso,ex giocatore di Inter e Sampdoria,si siede sulla panchina Virgiliana “Mondino”Fabbri.Le novità quell’anno non sono finite e non si limitano al campo,infatti la Ozo,azienda petrolifera della provincia divenne sponsor principale garantendo un notevole introito economico.Nasce così la Ozo Mantova.Cambiano anche i colori sociali,il bianco azzurro lascia spazio al biancorosso che tutt’oggi veste la squadra mantovana.

Inizia la scalata..


Dopo il primo anno di assestamento nella stagione 56/57 prende il via l’amore scalata dei biancorossi he con ben nove vittorie esterne ed i secondo posto in classifica vengono promossi nella quarta serie di Eccellenza.Protagonista quell’anno Dante Micheli detto “Pampurio”con 16 reti.

La stagione successiva un altro grande arrivò in società che è quello di Italo Allodi il quale mette a segno I’ll suo primo colpo da dirigente portando in maglia biancorossa un eccelso numero 10 che diventerà una delle bandiere di quella squadra,Gustavo Giagnoni.Arriva dal Fabbrico anche Fantini che sarà decisivo nei suoi 2 anni in maglia biancorossa.La squadra guidata magistralmente da Fabbri in quel campionato perde solamente due volte e centra la seconda promozione consecutiva.La Ozo Mantova è promossa in serie C.

Arriviamo così alla stagione 58/59,quella in cui si scriverà la storia.

La serie C di allora è un campionato pieno zeppo di squadre e società di spessore e il Mantova,rimasto praticamente immutato rispetto all’anno stagione precedente compie un percorso spettacolare.In un paese dove impera il difensivismo la squadra comandata da Mondino Fabbri vince e diverte affrontando a viso aperto qualsiasi avversario.E’ l’8-2 inflitto al Legnano il risultato che inizia a far parlare di se quella squadra e che sarà parte in causa della leggenda.Infatti la Domenica successiva i virgiliani sono impegnati in trasferta al Porta Elisa per affrontare la Lucchese e “Il rossonero”periodico dell’amore cittadina toscana titola alla vigilia del match”Arriva un piccolo Brasile?”paragonando il Mantova a in verdeoro che proprio quella stagione avevano stravinto il loro primo mondiale.L’appellativo da allora rimarrà per sempre su quella squadra e nel ricordarla ancor oggi.

Ma le emozioni quell’anno non sono ancora finite.

Lo spareggio e la serie B


Al termine di quella stagione il Mantova arriva appaiato in classifica al Siena e per decidere la promozione è necessario uno spareggio che si giocherà il 28 giugno 1959 a Marassi.

Per tutto l’anno il Mantovano è seguito in massa dai suoi tifosi,il calcio in quegli anni di ripresa economica è un fenomeno che ha conquistato il cuore di ogni cittadino italiano e quella squadra sta per compiere un impresa che rimarrà negli annali.

L’esodo dei tifosi per l’occasione spareggio ha una portata che persino al giorno d’oggi farebbe parlare di se’.Furono organizzati 2 treni speciali al prezzo di 800 lire più diversi pullman dalla provincia.In totale si presentarono a Marassi oltre 6000 sostenitori Mantovani.

Ma se il contorno fu’affascinante la partita lo è ancora di più.La squadra di Fabbri dopo 10 minuti rimane in 10 per l’infortunio di Cade’(allora non esistevano i cambi),ma combatte strenuamente fino a quando a dieci minuti dal ermine Fantini segnerà la rete che deciderà il match.Il Mantova e’in serie B.

I protagonisti di quell’impresa saranno celebrati al ritorno in città come degli idoli e rimarranno nella storia.Il “Piccolo Brasile” al termine della stagione verrà man mano smantellato per le numerose richieste avute per i suoi giocatori.Il Mantova continuerà ugualmente a stupire e in un paio di anni arriverà,sempre sotto la guida di Fabbri perfino in serie A dove ci resterà sette stagioni,prima di far ritorno nelle serie inferiori.

Fabbri andrà ad allenare la nazionale,anche se non con molta fortuna;mentre Allodi prenderà l’amore strada di San Siro dove costruirà l’amore grande Inter degli anni ‘70 e diversi giocatori come Cade’,Giagnoni,Recagni e Gigi Simoni,arrivato in B a Mantova,diventeranno in seguito ottimi allenatori.

Ma nelle menti di tutti loro e degli sportivi rimarrà l’amore favola del piccolo Brasile che sulle rive del Mincio aveva stupito tutti...


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