Football e Dintorni

Finchè sei zero a zero puoi vincere

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30 GIUGNO 1990,IL RIGORE DI FARUK COMPIE 30 ANNI

2020-06-30 14:10:58

UNA SQUADRA PIENA DI TALENTO CHE NON GIOCAVA SOLO PER VINCERE IL MONDIALE MA ANCHE PER SALVARE UNA NAZIONE.A FIRENZE,SUL DISCHETTO DEL RIGORE TUTTO PERO' SVANISCE.E'L'INIZIO DELLA FINE...

Cosi come oggi, il pomeriggio di quel 30 Giugno di 30 anni fa’ a Firenze si respirava un’aria soffocante e la temperatura torrida non lasciava tregua.

La speranza che la sera porti un po’ di brezza a rinfrescare le menti di ognuno di noi e’oggi viva, mentre quel pomeriggio di 30 anni fa’le speranze di un popolo intero svanivano poco prima dell’ora di cena. Nel capoluogo toscano si era appena consumata una delle “tragedie” sportive piu’ impattanti simbolicamente nella storia europea di fine secolo.

Era l’anno di Italia 90,delle “Notti Magiche” di Schillaci,delle imprese memorabili del Camerun di Roger Milla. La nostra penisola era in piena euforia da Mondiali di calcio ma a poche centinaia di chilometri di distanza, al di la’del Mar Adriatico la situazione era tutt’altro che serena.

Il grande castello sotto cui Tito aveva costruito le fondamenta per tenere insieme popoli, razze e religioni differenti stava per implodere su se stesso, gli spiriti nazionalistici premevano e Belgrado non godeva piu’della sua autorita’.


Ma durante quel mondiale, un  filo che sorreggeva il fragile equilibrio in mezzo ai Balcani, ancora c’era e lo tenevano teso 11 uomini,quelli  guidati un condottiero che rispondeva al nome Ivica Osim.

Erano stati ribattezzati il Brasile d’Europa.I “Plavi” avevano uno squadrone dotato di un tasso tecnico smisurato e quel mondiale credevano di vincerlo davvero.

Bastano 3 nomi in mezzo al campo per spiegare cos’era quella squadra.Safet Susic,Robert Prosinecki e Dragan Stoijkovic.

Dopo aver superato il girone eliminatorio che comprendeva anche la Germania Ovest, gli slavi agli ottavi al bentegodi di Verona eliminano la Spagna di Emilio Butragueno.Decisivo in quel match una doppietta di “Piksi”Stoijkovic.

Si arriva cosi ai quarti,a Firenze,il 30 Giugno del 1990,nel pomeriggio soffocante per il caldo e non solo, gli uomini di Osim affrontano l’Argentina di Diego Armando Maradona,campioni iridati in carica.

La partita e’ una delle piu equilibrate del mondiale,nonostante la Jugoslavia ne abbia giocata per tre quarti in inferiorita’ numerica, per una severa espulsione di Sabanazdovic per due cartellini gialli nei primi 30 minuti di gara.Se si fosse stati nella boxe, nonostante l’inferiorita numerica, ai punti avrebbero vinto sicuramente gli uomini di Osim,ma si gioca al”football”,per fortuna e dopo 120 minuti e oltre, di un’estenuante tensione si va ai calci di rigore.



Qui entra in scena uno dei protagonisti assoluti di quel pomeriggio,non uno dalle caratteristiche tipiche del giocatore slavo,stracolmo di genio calcistico e frequenti  pause di inconsistenza assoluta ,ma uno con testa e cuore,tanto cuore ,soprattutto per la sua Sarajevo,il capitano di quella nazionale,Faruk Hadzibegic.

La lotteria dei rigori di quel quarto di finale ha visto sbagliare incredibilmente sia Stoijkovic che Maradona.Non puo’ essere una sfida  come le altre.Faruk e’ il capitano e non puo’ non battere quel rigore,anche se forse non se la sente fino in fondo,ha una specie di  presentimento,la fine di tutto e’ vicina…

Hadzibegic si fara’parare il rigore da Goycoechea e l’avventura della Jugoslavia verso il titolo iridato si ferma sotto il cocente sole di Firenze.L’ultima lieve bolla di sapone esplode, cosi come di li a poco, i Balcani iniziano la loro discesa verso un inferno senza ritorno.

Ma Faruk che, come detto e non a caso,  e’un musulmano di Sarajevo,proprio la citta’ che passera’1425 giorni sotto assedio,  quell’errore non riesce tutt’oggi a buttarlo giu’.

Cosa sarebbe successo se avesse segnato e la “Jugo” fosse andata in semifinale e avesse vinto quel mondiale?Forse si sarebbe potuto evitare un tale scempio nella terra al di la’dell’Adriatico?

Uno “Sliding Doors”calcistico che il giornalista Gigi Riva ha superbamente raccontato nel suo libro “L’ultimo rigore di Faruk”,uno dei capolavori letterari piu’ riusciti, coniugando storia e pallone,due mondi apparentemente cosi’ distanti ma fascinosamente intrinsecati come a noi ci piace raccontare.

L’allenatore di quella nazionale Ivica Osim,alla fine della competizione dira’:”Se i dirigenti riescono a tenere insieme questa selezione di campioni,loro vinceranno a mani basse i prossimi campionati Europei,ma so’ gia’ che non sara’ cosi’”.Infatti non sara’ cosi’ e la nazionale Jugoslava verra’ disciolta proprio alla vigilia di quell’Europeo a causa del conflitto ormai incontrollabile.

Faruk Hadzibegic, che dopo il mondiale di Italia 90 e’ rimasto a vivere in Francia per molti anni, prima come giocatore e dopo da allenatore,ogni qualvolta che ha sconfinato in una delle repubbliche che costituivano la JuGoslavia si sente sempre ripetere glacialmente:”Se tu avessi segnato quel rigore….”


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