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Business & Finanza

L'economia e l'incubo deflazione

2020-11-14 11:04:43

Un livello dei prezzi al consumo che rimane lontano dal target può trasformarsi in deflazione, ma soprattutto può indicare che le banche centrali non hanno la situazione sotto controllo anche con tassi ai minimi. La stagnazione dei consumi, inoltre, è un pericolo anche per gli investimenti

Un livello dei prezzi al consumo che rimane lontano dal target può trasformarsi in deflazione, ma soprattutto può indicare che le banche centrali non hanno la situazione sotto controllo anche con tassi ai minimi.
Lo sottolinea Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors Sa, ed ex Direttore della Cooperazione monetaria internazionale alla Banca Nazionale Svizzera. I tassi d’interesse nominali seguono un trend al ribasso da 30 anni e, in molti paesi, hanno raggiunto un livello inferiore a zero. Questo decremento spiega Siviero, può essere spiegato in parte dal contesto di bassa inflazione, ma riflette anche un calo del tasso d’interesse reale. Quest’ultimo può indicare se la politica monetaria in atto è troppo restrittiva o troppo accomodante e se, come tale, rappresenta un benchmark per il tasso di interesse di riferimento in equilibrio.

MENO MARGINI DI INTERVENTO

Infatti, prosegue l’analisi di Siviero, abbassando i tassi di riferimento sotto o sopra il ‘tasso naturale’, le banche centrali possono stimolare l’economia o rallentarla. Attualmente le stime mostrano un calo del tasso d’interesse reale negli Stati Uniti dal 3,5% circa nel 1985 allo 0% nel 2020. Il calo del tasso reale rappresenta una sfida particolare per le banche centrali e ha importanti implicazioni per la politica monetaria. Da un lato infatti, continua a spiegare Siviero, potrebbe diventare più difficile gestire il ciclo economico e fissare il tasso di interesse nominale più adeguato.

UN TREND CHE DURERÀ A LUNGO

In caso di shock negativi, inoltre, le banche centrali avrebbero meno possibilità di sostenere l’economia riducendo i tassi di interesse, il che a sua volta richiederebbe il ricorso a misure non convenzionali di politica monetaria come il Quantitative Easing. Un contesto di tassi d’interesse permanentemente bassi potrebbe poi incoraggiare la ricerca di rendimenti più elevati, portando alla possibile formazione di bolle dei prezzi degli asset, e creando difficoltà per le banche centrali in termini di stabilità finanziaria. Siviero conclude la sua analisi formulando la previsione che questo contesto di bassi tassi d’interesse durerà relativamente a lungo

(Fonte:Financial Lounge)

La deflazione, però, oltre ad essere una minaccia per i consumi – e quindi, in sostanza, per la domanda interna ed il prodotto interno lordo di una nazione (dell’intera eurozona come abbiamo visto) – lo è per gli investimenti. Con i tassi negativi, infatti, oggi è praticamente scomparsa un’ampia serie di prodotti di investimento che fino a 10/15 anni fa erano sicuri e moderatamente redditizi: parliamo dei titoli di Stato, delle obbligazioni private, dei libretti di risparmio postale, dei depositi bancari vincolati ecc. nei quali oggi NON CONVIENE ASSOLUTAMENTE INVESTIRE, PERCHE’ COI TASSI NEGATIVI SI VERIFICA IL CONTROSENSO DI  PAGARE a fronte dell’immobilizzazione del capitale !!!

Conclusioni: in periodi di bassa inflazione – e a maggior ragione di deflazione (tassi negativi) e stagnazione economica (PIL negativo) – è praticamente impossibile (perché non conveniente) investire in qualsiasi prodotto vincolato (obbligazioni, titoli di stato, libretti di rispamio, bot, cct, btp, depositi bancari ecc.)

Se si vuole ottenere un profitto bisogna ripiegare su strumenti più rischiosi ma anche, decisamente, più redditizi: azioni, criptovalute, materie prime.

Tuttavia, è un suicidio finanziario INVESTIRE NEI SUDDETTI STRUMENTI DELEGANDO CIECAMENTE AL PROMOTORE FINANZIARIO/DIRETTORE DI BANCA/IMPIEGATO POSTALE DI FIDUCIA – tali soggetti ne sanno quasi sempre meno di voi e a volte sono in mala fede, come abbiamo dimostrato nel libro “Dove gatto metto i soldi ?” - o al contrario, affidarsi al fai da te, improvvisandosi investitori e/o traders senza la minima conoscenza dei mercati.

Per investire senza perdere il capitale ma, al contrario, avendo indietro un reddito dall’investimento stesso, bisogna è necessario conoscere i fondamentali degli investimenti e della finanza – cosa che potete fare acquistando l’ebook al link https://www.cam.tv/cryptotrading/blog/dove-gatto-metto-i-soldi/PID20A7B0 -  e al tempo stesso restare aggiornati, cambiando rapidamente strategia qualora le condizioni economiche e finanziarie lo richiedano.

La newsletter del gatto investitore, pur essendo fortemente orientata ai mercati azionari ed in generale, all’analisi degli strumenti di investimento tradizionali (azioni, materie prime ecc.) ed innovativi (es. criptovalute), resta pur sempre, saldamente, ancorata alle fondamenta ed alla struttura del libro: ossia il fulcro resta l’investitore, con le sue caratteristiche (personali e patrimoniali) ed i suoi obiettivi di breve, medio e lungo periodo.

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