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Business & Finanza

Il sistema delle pensioni sta collassando..tu hai un piano alternativo ?

2021-10-11 09:04:01

Quando Enrico Gei ed io, già nel lontano 2018 (sembra passata una vita ormai...), scrivevamo sui rispettivi blog che l'educazione finanziaria era indispesabile per costruirsi una rendita alternativa per gli inverni della vita, nel migliore dei casi non venivamo presi sul serio, nel peggiore derisi...Siamo andati avanti e le nostre ipotesi sono confluite nel libro "Dove gatto metto i soldi ?" (link all'acquisto nel corpo dell'articolo)...adesso, finalmente, anche il main stream dell'informazione appecoronato al "Va tutto bene madama la marchesa" del Sig. Draghi si accorge che c'è più di uno scricchiolo nel sistema previdenziale italiano...Forse è troppo tardi per rimediare, forse no...INIZIATE A STUDIARE, IMPARATE L'EDUCAZIONE FINANZIARIA, INVESTITE CON INTELLIGENZA, GLI STRUMENTI (GRATIS E A PAGAMENTO) ORMAI VE LI HO FORNITI TUTTI ! BUONA LETTURA

PS SECONDO ME IL SISTEMA FALLIRA' PRIMA: 2025/2027 AL MASSIMO

Nel 2030 il sistema pensionistico italiano potrebbe implodere. È uno scenario realistico, secondo le proiezioni che La Stampa ha analizzato assieme a diversi esperti, incrociando previsioni demografiche e studi sulla spesa previdenziale. Il 2030 non è una data a caso: è l’anno in cui andranno in pensione i figli del baby boom, cioè i nati nel meraviglioso biennio 1964-65, quando l’Italia nel pieno miracolo economico partorì oltre un milione di bambini. Quei bambini, al compimento dei 66-67 anni, busseranno alla porta dell’Inps. Un picco di richieste che si tradurrà in uno choc, soprattutto se la crescita economica rimarrà modesta. Il periodo più critico arriva fino al 2035. Poi, se le casse dell’Inps reggeranno, anno dopo anno la situazione dovrebbe migliorare per stabilizzarsi tra il 2048 e il 2060.
IL GIALLO DEI NUMERI
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, fa professione di ottimismo e
snocciola diagrammi che non vedono schizzare all’insù la spesa
pensionistica in rapporto al Pil. Una risalita ci sarà, dopo anni di
curva verso il basso, esattamente attorno al 2030. All’Inps, infatti,
ammettono che «qualche problema potrebbe esserci fino al 2032, quando il sistema sarà tutto contributivo».
Una fotografia che alimenta l’ansia se si pensa che è tra pochi anni e
che stiamo ragionando in un sistema che è stato già stravolto dalla tanto detestata legge Fornero del 2011. Adesso che di pensioni si è tornato a parlare quotidianamente, con varie ipotesi di modifica per alleggerire la Fornero, c’è chi alza gli scudi e anzi dice che quella legge potrebbe non bastare.
Raffaele
Marmo, collaboratore di Maurizio Sacconi e della stessa Fornero al
ministero del Welfare, poi inventore della start up Miowelfare.it,
racconta l’urgenza in cui maturò quella riforma e avverte: «Con la
disoccupazione che abbiamo e la mancata crescita economica, in un’Italia
sempre più anziana, l’Inps rischia di saltare entro 15 anni».
Marmo è poco convinto anche delle previsioni di Boeri che sono alla
base della Busta arancione, il prospetto che consente ai lavoratori di
calcolare la pensione futura: «L’Inps presuppone il canonico 1,5% di crescita del Pil, ma chi l’ha detto che sarà così?». Nel 2015 l’Italia è rimasta
inchiodata allo 0,8%, le recenti stime sul 2016 sono all’1,2% e il 2030, in un certo senso, è dopodomani. Servirebbe un nuovo miracolo.
CONTINUA LA LETTURA SU: https://www.lastampa.it/cronaca/2016/04/17/news/l-anno-zero-delle-pensioni-e-il-2030-quando-gli-assegni-saranno-a-rischio-1.36597342

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