Filippo Scicchitano

Parole Sante

2019-09-15 09:08:13

Assisi, solo il nome richiama alla contemplazione e al dialogo interreligioso, la terra umbra di San Francesco il giullare di Dio è il punto di partenza e ritorno per questo articolo sui valori della pace e del dialogo.

“Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”... 

(San Francesco d'Assisi, 1182–1226) 

La vittoria scivola via, come sabbia tra le mani, la quinta crociata:

Egitto correva l'anno MCCXIX (1219), la quinta crociata sembra promettere bene, la città portuale di Damietta è stata conquistata e il sultano Al-Malik al- Kamil è in gravi difficoltà, arroccato nella fortezza di Mansura invia svariati dispacci con offerte di pace, che i soldati di Cristo puntualmente ignorano, specialmente il fanatico e disastroso Pelagio Galvani, il legato pontificio non ascolta le offerte e non tollera minimamente soluzioni pacifiche: DIO LO VUOLE e MORTE AGLI INFEDELI probabilmente solo queste parole riecheggiano nella mente del Cardinale portoghese. 

La sacra armata, l'élite:

Giovanni di Brienne Re di Gerusalemme, Ugo di Cipro, Andrea II d'Ungheria e Leopoldo d'Asburgo sono "costretti" a seguire la follia del fanatico benedettino, a loro servizio inoltre ci sono i migliori combattenti europei dell'epoca:

Templari, Ospitalieri, Teutonici, più gli eserciti del Regni di Francia, Inghilterra, Ungheria, Cipro e i valorosi combattenti alemanni del Sacro Romano Impero Germanico, come se non bastasse alla spedizione si sono uniti anche contingenti mussulmani del Sultanato di Rum.

Fratelli contro fratelli:

Sappiamo bene che pure essendo sproporzionatamente superiori i crociati escono clamorosamente sconfitti a causa delle lotte intestine tra i diversi contingenti cristiani, ragione ancora più evidente per la sconfitta è la pessima gestione nel comando da parte di Pelagio, inoltre giungono rinforzi al comando di due fratelli del Sultano. Così nel 1221 il legato pontificio è costretto alla resa, sconfitto per terra e per mare, non può fare altro che riconsegnare la città di Damietta al sultano Kamil.

L'incontro tra Francesco e Malik, Il dialogo che ha fatto Storia:

Torniamo al 1219 come dicevo Damietta è stata conquistata proprio in quel periodo sbarca in Egitto San Francesco con 11 confratelli, il Padre dell'ordine francescano ha una missione speciale: vuole dialogare con il Sultano... 

COLPO DI SCENA, io capisco che il giullare di Dio ha scelto il momento più difficile per parlare con il nobile mussulmano, eppure non solo ottiene udienza ma viene riconosciuto come uomo santo dal Sultano, che dopo un lungo dialogo lo congeda con rispetto, offrendogli doni e fraternità. San Francesco non riesce a convertire il nipote di Saladino ma apre una via fondamentale per il dialogo e la pace. Ritengo doveroso sottolineare che: durante il pellegrinaggio in Egitto i francescani hanno avventure rocambolesche e pericolose con predoni del deserto, animali selvatici e prostitute.

La vie della pace e del dialogo:

Pochi anni dopo, circa nel 1228 durante la sesta crociata (l'unica risolta con trattati di pace) l'Imperatore Federico II di Svevia e  Al-Malik al- Kamil presero accordi storici, per la convivenza tra cristiani e mussulmani.

Mondi di Mondi, andata e ritorno:

Assisi è ancora oggi centro del dialogo interreligioso Mondiale per volontà di Papa Giovanni Paolo II, è meraviglioso pensare che tutto sia partito da San Francesco e il suo desiderio di pace universale, sta a noi imparare la lezione e portare avanti l'ottimo esempio che abbiamo ricevuto in dono.

!!!BUONA DOMENICA!!!