Filippo Scicchitano

Il Cinema che fa Storia, breve vita e lunga fama: il Gran diavolo, Ludovico di Giovanni de' Medici

2019-09-30 10:36:42

Ermanno Olmi sceglie per l'introduzione del suo film: Il mestiere delle armi una delle più profonde riflessioni di Albio Tibullo (54 a. C. – 19 a. C.) ascoltate... Come preludio all'articolo!

Cavaliere di professione:

Tra i diversi grandi capitani di ventura italiani del XVI Secolo uno in particolare troneggia: il “Gran diavolo”, Ludovico di Giovanni de' Medici, noto anche come Giovanni delle bande nere (1498 – 1526). 

Le sue gesta sono narrate nel capolavoro di Ermanno Olmi, il mestiere delle armi.

Questo film è una straordinario racconto di Storia “viva”

Il lavoro di chi combatte, non è per niente semplice da descrivere, la professione del soldato rischia di cadere nel limbo di esagerate amplificazioni leggendarie, oppure affondare nelle critiche pseudo moraliste, Ermanno Olmi invece ha scelto di raccontare questo lavoro trasportandoci con un viaggio nel tempo, lasciando agli spettatori la facoltà di farsi una propria idea su cosa potesse significare 500 anni fa essere un cavaliere di professione.

Il novello “Achille”:

Questo valoroso e irrüènto condottiero si distingue per qualità ineguagliabili nell'arte della guerra. Si può serenamente affermare che per molti aspetti assomiglia all'eroe dell'Iliade Achille, coraggioso e sanguigno destinato a una vita breve ma intensa. Indubbiamente “Giovannino” non è uno "stinco di santo", infatti i suoi momenti d'ozio sono degni del dio Bacco, non disdegna abbandonarsi ai piaceri della carne con nobili dame, cortigiane, serve e prostitute, beve vino in gran quantità, adora partecipare a tornei e giòstre, dove spesso ne esce vincitore e da buon attaccabrighe gradisce fare duelli, partecipare alle risse e cimentarsi nelle più funamboliche scaramucce.

In verità però, questi brevi momenti tra un combattimento e l'altro servono solo per rinvigorire le forze del guerriero mediceo.

Genio militare, stratega innovatore:

Sul campo militare il Gran diavolo porta una novità strategica molto significativa, la cavalleria pesante a suo avviso non è più adatta per i combattimenti del 1500, la rapidità è il segreto per cambiare i combattimenti, per questo Giovanni sceglie dei cavalli di piccola stazza perfettamente adatti ai suoi attacchi fulminei, inoltre fa brunire le armature dei suoi soldati, per avere il vantaggio della sorpresa nelle imboscate e negli attacchi notturni, i cavalleggeri sono accompagnati da archibugieri a cavallo, questa novità bellica si dimostra tremendamente efficace, infatti tutti gli eserciti rinascimentali inseriscono nelle loro schiere questa nuova unità.

miles bruniti:

Le famose “bande nere il terrore di tutti gli eserciti dell'epoca, questi soldati non sono i soliti uomini d'arme, i combattenti al servizio del Gran diavolo sono disciplinati, allenati, obbedienti e fedeli al loro Signore, Una rarità del Rinascimento, caratterizzato da soldati mercenari indisciplinati e legati solo al miglior offerente, senza la minima affidabilità

Personaggi illustri e gente comune:

il Film presenta dialoghi e citazioni con personaggi rinascimentali che spaziano da Pietro Aretino, Nicolò MachiavelliFederico GonzagaFrancesco Maria della RovereMaria Salviati, Matteo Cusastro, Alfonso I d'Este

Ogni personaggio che entra in scena o viene citato durante il film porta con se la sua "storia nella Storia".

Ermanno Olmi da grande regista, inserisce nella trama le vicende di personaggi del “popolo, che colorano la pellicola con elementi nella vita comune del 500. 

Credo proprio sia doveroso sottolineare la magnificenza di alcune scene, come quella dove le bande nere, parte integrante dell'esercito pontificio, bruciano un crocifisso per scaldarsi dal gelido freddo invernale, per questo gesto sacrilego saranno gravemente puniti dal loro capitano; altra scena memorabile è il nobile saluto dalla distanza sul campo di battaglia di Governolo tra Giovanni e l'anziano comandante dei lanzichenecchi, il capitano Georg von Frundsberg.

Il talento del regista, lo stile non si compra:

Le immagini di questo racconto cinematografico sono talmente intense che riescono realmente a proiettarci indietro nel tempo.

Trama, scenografia e attori rendono il mestiere delle armi un film storico di rara bellezza, Ermanno Olmi è stato capace di fare conoscere al grande pubblico uno dei più valorosi condottieri del rinascimento italiano, offrendo anche una panoramica antropologica, sociale e storica per la realtà del XVI Secolo.

Giunti a questo punto per saperne di più, non vi resta altro che mettervi comodi e guardarlo

(potete tranquillamente trovarlo sul Web)

Buona visione!